Padre Fedele Bisceglia: addio al frate dei poveri, simbolo di fede, carità e amore per Cosenza

Addio a Padre Fedele Bisceglia: una vita tra fede, opere di carità e amore per Cosenza

Il mondo ecclesiastico e il volontariato italiano si stringono oggi nel cordoglio per la scomparsa di padre Fedele Bisceglia, figura carismatica e instancabile punto di riferimento per migliaia di persone. Il frate, 87 anni, è venuto a mancare nella notte tra martedì e mercoledì presso il reparto di Geriatria dell’Inrca, dove era ricoverato da tempo a causa di problemi di salute. La notizia della sua morte è stata resa pubblica dall’associazione “Il Paradiso dei Poveri”, realtà che lui stesso aveva fondato e guidato con dedizione assoluta.

Una vita interamente dedicata agli ultimi
Padre Fedele era conosciuto in tutta Italia per il suo impegno umanitario senza confini e per la capacità di tendere la mano a chi viveva ai margini della società. Con un cuore generoso e una profonda vocazione missionaria, aveva promosso innumerevoli iniziative di solidarietà, molte delle quali rivolte all’Africa, dove portava aiuti concreti insieme a un messaggio di speranza e dignità. La sua presenza era un faro per i poveri, i dimenticati e gli emarginati, che trovavano in lui ascolto, sostegno e protezione.

La sua esistenza, tuttavia, non è stata priva di ostacoli e momenti drammatici. Negli anni passati, padre Fedele fu coinvolto in un’accusa gravissima: l’abuso su una suora. Un processo mediatico e giudiziario doloroso, dal quale fu completamente scagionato, ma che lasciò segni profondi nella sua vita. Nonostante l’assoluzione, quella vicenda portò alla sua sospensione dall’Ordine dei Cappuccini e al divieto di celebrare la Messa.

Il desiderio di tornare all’altare
Negli ultimi anni, il vescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato, aveva manifestato pubblicamente la volontà di restituirgli il permesso di officiare l’Eucaristia, qualora le sue condizioni fisiche glielo avessero consentito. Era un desiderio che padre Fedele custodiva nel cuore con umiltà e speranza, ma la malattia non gli ha lasciato il tempo di realizzarlo. La sua scomparsa segna la fine di un percorso di fede vissuto con intensità, nonostante le ferite del passato.

Il saluto commosso dell’associazione
L’associazione “Il Paradiso dei Poveri” ha voluto ricordarlo sui social con parole cariche di gratitudine e affetto:
“Ha donato ogni giorno della sua esistenza ai dimenticati, agli esclusi, ai poveri. Con amore senza misura ha costruito e mantenuto viva questa realtà, lasciandoci in eredità il suo esempio di giustizia, amore e devozione. Per ottenere il perdono da Dio, bisogna prima saperlo concedere al fratello. Ciao Padre Fedele, continua a guidare i tuoi poveri da lassù. Riposa in pace.”

Queste frasi racchiudono l’essenza di un uomo che aveva fatto della carità e del perdono il centro della propria vita.

Un frate con il cuore da tifoso
Padre Fedele non era solo un uomo di fede e un instancabile operatore di bene: era anche un grande appassionato di calcio, in particolare del Cosenza Calcio. La sua presenza sugli spalti era una costante, riconoscibile da tutti: il saio tra i tifosi, la voce sempre pronta a incitare la squadra, la gioia genuina per ogni vittoria e la condivisione della delusione per le sconfitte. Per lui, lo stadio non era solo un luogo sportivo, ma un momento di comunità, un’occasione per vivere insieme ai suoi concittadini emozioni autentiche.

Molti ricordano la sua immagine sorridente tra i supporter più accaniti, capace di unire persone di ogni età e condizione sociale sotto un’unica bandiera. Con la sua morte, Cosenza perde non soltanto un frate e un benefattore, ma anche una figura che incarnava il legame profondo tra la città, la fede e lo sport.

L’eredità spirituale e umana
La vita di padre Fedele è stata un intreccio di fede incrollabile, dedizione al prossimo e amore per la propria comunità. Ha dimostrato come la carità non sia solo un atto materiale, ma un linguaggio universale capace di abbattere barriere culturali e sociali. La sua opera continuerà a vivere attraverso le iniziative dell’associazione che ha fondato e nel ricordo di chi ha beneficiato del suo aiuto.

Oggi, mentre Cosenza e l’Italia intera lo piangono, resta l’immagine di un uomo che non si è mai arreso, neanche davanti alle prove più dure. La sua vita è stata un insegnamento di resilienza, perdono e amore incondizionato. Il suo esempio continuerà a ispirare chiunque creda che la vera grandezza risieda nel servizio agli altri.

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