Delitto di Garlasco: 27 anni dopo, parla la madre dell’unico indagato Andrea Sempio
Domani, 13 agosto 2025, ricorrerà il ventisettesimo anniversario dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, un caso che ancora oggi continua a suscitare domande e dibattiti. In carcere si trova Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio. Tuttavia, come è noto, l’inizio di quest’anno ha segnato una svolta nelle indagini: il procedimento è stato riaperto e vede ora come unico indagato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara.
Era il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi fu trovata senza vita nella sua villetta di Garlasco. Un delitto avvenuto in un contesto apparentemente tranquillo, in una cittadina di provincia che mai avrebbe immaginato di diventare il centro di un caso giudiziario di tale risonanza. Fin da subito le indagini si concentrarono sul fidanzato, Alberto Stasi, che dopo un lungo iter processuale venne condannato. Ma nonostante la sentenza definitiva, negli anni non si sono mai sopiti dubbi e sospetti su quanto accaduto realmente quella mattina d’estate.
La riapertura delle indagini ha portato a focalizzare l’attenzione su Andrea Sempio. La nuova pista investigativa ha gettato un’ombra pesante sulla sua vita e su quella della sua famiglia. Andrea è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio in concorso. La prossima tappa fondamentale sarà il 24 ottobre, quando, in aula, gli esperti chiamati a condurre l’incidente probatorio dovranno illustrare le conclusioni a cui sono giunti.
In attesa di quella data cruciale, la madre di Andrea, Daniela Ferrari, ha scelto di rompere il silenzio. Lo ha fatto partecipando a una lunga intervista rilasciata al programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno su Rai 3. Le sue parole, cariche di preoccupazione e determinazione, sono quelle di una madre che vede il proprio figlio travolto da accuse che ritiene ingiuste.
Durante la trasmissione, Daniela Ferrari ha ribadito con forza la propria convinzione: «Mio figlio non è mai andato ad ammazzare Chiara Poggi. Io credo che stiano puntando deliberatamente contro di lui. Ho la sensazione che stiano tentando di incastrarlo, costruendo fatti che non corrispondono alla verità».
Secondo la donna, sia lei che il marito e lo stesso Andrea hanno sempre raccontato con coerenza ciò che ricordano di quel giorno: «Noi abbiamo detto la verità fin dall’inizio. Ogni volta che siamo stati ascoltati, abbiamo ripetuto gli stessi fatti. Non c’è nulla da nascondere».
Le dichiarazioni della madre sottolineano un punto cruciale: la fiducia nella correttezza delle indagini, purché svolte senza pregiudizi. «Potranno fare tutte le indagini che vorranno — ha aggiunto — ma se verranno condotte in maniera corretta, non potrà emergere una verità diversa da quella che abbiamo sempre dichiarato».
Il peso mediatico di questa vicenda è notevole. Il delitto di Garlasco è uno di quei casi che, nel tempo, hanno assunto quasi una dimensione simbolica, rappresentando per l’opinione pubblica un intreccio complesso di prove, sospetti, processi e colpi di scena. La condanna di Stasi, seppur definitiva, non ha mai fugato del tutto i dubbi di chi crede in altre ricostruzioni, e la riapertura delle indagini sembra riaccendere vecchie polemiche e nuove ipotesi.
Per la famiglia Sempio, questi mesi sono stati un vortice di ansia e dolore. La madre racconta come la loro quotidianità sia stata stravolta: dalle conversazioni in famiglia fino ai rapporti con amici e conoscenti, tutto è stato influenzato dall’attenzione mediatica e giudiziaria. In un clima così carico di tensione, le parole di Daniela Ferrari assumono il valore di un appello alla giustizia e alla verità.
La donna non nega la difficoltà di affrontare il sospetto pubblico e il giudizio sommario di chi si informa solo attraverso i titoli dei giornali o le discussioni sui social. «La gente parla, commenta, giudica senza sapere. Ma io sono la madre di Andrea e so chi è mio figlio. Non accetto che venga dipinto come un assassino senza che vi siano prove certe».
Il 24 ottobre sarà una data decisiva, non solo per le sorti processuali di Andrea Sempio, ma anche per dare un nuovo capitolo a un’indagine che da quasi tre decenni resta aperta nella memoria collettiva. Quel giorno si attendono risposte concrete dagli esperti che hanno analizzato prove e reperti, con l’obiettivo di fare chiarezza su uno dei misteri più discussi della cronaca nera italiana recente.
Intanto, a Garlasco e non solo, cresce l’attesa. La comunità è divisa tra chi ritiene che la condanna di Stasi sia stata giusta e chi, invece, crede che il vero colpevole possa essere un’altra persona. Qualunque sia la verità, l’auspicio è che le indagini in corso possano finalmente restituire un quadro chiaro e definitivo, rendendo giustizia a Chiara Poggi e riportando serenità, per quanto possibile, a tutte le famiglie coinvolte.