Negli ultimi anni, il tema del caro-prezzi negli stabilimenti balneari è diventato uno degli argomenti più discussi durante la stagione estiva. Quest’anno, la questione sembra aver raggiunto un punto critico, con un calo evidente di presenze in molte località turistiche e un malcontento crescente tra i cittadini. A intervenire nel dibattito è stato anche Alessandro Gassmann, noto attore romano e figura molto seguita sui social, che ha voluto esprimere la sua opinione con un post diretto e senza mezzi termini su Instagram.
Secondo i dati riportati dal Codacons, le tariffe degli stabilimenti balneari in Italia hanno registrato un aumento del 32,7% dal 2019 ad oggi. Un rincaro che pesa in maniera significativa sulle famiglie, soprattutto in un contesto economico segnato dall’inflazione e dal calo del potere d’acquisto. Per fare un esempio concreto, una famiglia composta anche solo da tre persone si trova oggi a spendere molto di più rispetto a pochi anni fa per trascorrere una semplice giornata al mare in uno stabilimento privato.
Questo aumento dei costi ha spinto un numero sempre maggiore di italiani a rinunciare ai comfort degli stabilimenti, optando per le spiagge libere, dove non ci sono spese di ingresso o affitto di ombrelloni e lettini. Un cambiamento che si riflette chiaramente nelle immagini diffuse in rete: lunghe file di ombrelloni vuoti, lettini non occupati e gestori preoccupati per l’andamento della stagione.
In questo contesto, il post di Alessandro Gassmann ha fatto molto discutere. L’attore, che non è nuovo a prendere posizioni su temi di attualità e di interesse collettivo, ha condiviso una fotografia di una spiaggia semi-deserta, con ombrelloni e sdraio in ordine ma quasi del tutto inutilizzati. A corredo dell’immagine, un testo breve ma incisivo rivolto direttamente ai gestori:
«Cari miei gestori di stabilimenti balneari, leggo che la stagione non sta andando bene. Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi e la situazione economica del Paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera? Abbassate i prezzi e, forse, le cose andranno meglio. Capito come?».
Le parole dell’attore hanno immediatamente scatenato un acceso dibattito sui social. Molti utenti hanno espresso il proprio accordo, sottolineando come il costo di una giornata al mare in certi stabilimenti sia diventato proibitivo. In diverse località balneari, infatti, il prezzo per l’affitto di due lettini e un ombrellone può superare facilmente i 40 o 50 euro al giorno, a cui vanno aggiunti eventuali costi per parcheggio, ristorazione e servizi extra. Per molte famiglie, questo significa dover scegliere tra poche giornate al mare o rinunciare del tutto agli stabilimenti privati.
Non sono mancate, tuttavia, le voci contrarie, in particolare da parte di alcuni operatori del settore. Secondo loro, l’aumento delle tariffe non è dovuto solo a un aumento del margine di guadagno, ma anche al rincaro generalizzato di energia, forniture e tasse. Molti gestori sostengono di essere a loro volta vittime di una situazione economica difficile e di aver dovuto adeguare i prezzi per far fronte ai maggiori costi di gestione.
Il dibattito sollevato da Gassmann mette in luce una questione più ampia: l’accessibilità delle vacanze e del tempo libero in Italia. In un Paese con oltre 7.000 chilometri di coste, la possibilità di godere del mare non dovrebbe diventare un lusso riservato a pochi. Le spiagge libere sono una risorsa fondamentale, ma in molte località risultano poche, mal attrezzate o difficilmente raggiungibili, spingendo di fatto i bagnanti verso gli stabilimenti privati, dove però i costi possono diventare un deterrente.
L’intervento dell’attore romano non è quindi solo una critica ai prezzi, ma anche un invito a riflettere su un modello di turismo balneare che rischia di escludere una parte consistente della popolazione. In un momento in cui il settore turistico cerca di rilanciarsi dopo anni difficili, trovare un equilibrio tra sostenibilità economica per i gestori e accessibilità per i clienti potrebbe essere la chiave per evitare spiagge vuote e stagioni deludenti.
Il post di Gassmann, diventato virale, ha avuto il merito di riportare al centro dell’attenzione pubblica un problema che molti cittadini vivono sulla propria pelle. Resta da vedere se il messaggio verrà raccolto dagli operatori e se l’estate prossima si assisterà a un adeguamento dei prezzi capace di invertire la tendenza attuale. Per ora, il mare resta lì, con le sue onde e la sua bellezza immutabile, ma sempre più spettatore di un dibattito che riguarda non solo l’economia, ma anche il diritto di tutti a godere delle sue coste.