Ponte sullo Stretto di Messina: approvato il progetto definitivo dal Cipess, ma le polemiche non si placano Hỏi ChatGPT

Via libera del Cipess al Ponte sullo Stretto: approvato il progetto definitivo, ma restano ostacoli e polemiche

Un altro passo fondamentale verso la realizzazione di una delle opere infrastrutturali più discusse e ambiziose della storia italiana: il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ha approvato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Una decisione attesa da tempo, che apre formalmente la strada alla procedura di esproprio e all’avvio concreto dei cantieri. Il governo ha stanziato ben 13,5 miliardi di euro per la costruzione del ponte e delle infrastrutture collegate, un investimento imponente che segna l’intenzione dell’esecutivo di portare a termine l’opera.

Tuttavia, nonostante l’approvazione, l’iter amministrativo non può ancora dirsi concluso. La delibera dovrà ora essere esaminata dalla Ragioneria dello Stato, che ne verificherà la copertura finanziaria, e successivamente dalla Corte dei conti, incaricata di apporre il cosiddetto “bollino” di legittimità. Solo dopo questi passaggi sarà possibile pubblicare ufficialmente l’atto sulla Gazzetta Ufficiale. In media, le delibere del Cipess richiedono circa due mesi per divenire pienamente esecutive.

Nel frattempo, il progetto continua ad alimentare forti divisioni nell’opinione pubblica e nel mondo politico. Sin dal suo rilancio, avvenuto circa tre anni fa, il ponte sullo Stretto è stato al centro di numerose polemiche, ricorsi e interrogazioni, sia a livello nazionale che europeo. Comitati civici, associazioni ambientaliste e gruppi locali hanno espresso più volte la loro contrarietà, denunciando i potenziali effetti devastanti sull’ecosistema marino e costiero dello Stretto, una delle aree più delicate e ricche di biodiversità del Mediterraneo.

Nonostante le critiche, il progetto avanza. Il piano prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo, con una lunghezza totale di 3.660 metri, di cui 3.300 metri sospesi tra due torri di 399 metri di altezza. Ciascuna torre sarà costituita da due piloni collegati da tre enormi travi orizzontali. Si tratta, secondo i progettisti, di una struttura ingegneristica di ultima generazione, pensata per resistere a condizioni estreme: venti fino a 300 km/h e i più gravi eventi sismici, un aspetto particolarmente rilevante in un’area ad alto rischio sismico come quella calabro-sicula. Per avere un riferimento, nel 1991 la massima velocità del vento registrata nella zona fu di 128 km/h, ben al di sotto del limite di resistenza stimato per la struttura.

I sostenitori dell’opera puntano molto sulla riduzione dei tempi di collegamento tra Calabria e Sicilia. I treni potranno attraversare lo Stretto in 15 minuti, contro gli attuali 45 minuti richiesti dai traghetti passeggeri e addirittura 60 minuti per i treni merci. Anche gli automobilisti potranno beneficiare di tempi dimezzati: il tratto tra gli svincoli di Santa Trada e Giostra richiederà circa 10 minuti, rispetto agli attuali 70 minuti necessari per traghettare tra le due sponde. Vantaggi che, secondo i promotori, renderanno il ponte un’arteria strategica per la mobilità del Sud Italia e per l’intero Paese.

Di tutt’altro avviso sono i detrattori, che sollevano dubbi sulla sostenibilità ambientale del progetto e sull’effettivo ritorno economico. Le stime sul traffico futuro vengono considerate da molti ottimistiche, mentre restano preoccupazioni per l’impatto ambientale, le conseguenze per le comunità locali e l’eventuale spreco di risorse pubbliche. In un contesto nazionale segnato da esigenze più urgenti – come la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, il rilancio delle aree interne o il potenziamento del trasporto pubblico – l’opera appare a molti una scelta ideologica più che pragmatica.

Anche sul piano europeo, il progetto ha attirato l’attenzione delle istituzioni comunitarie. Alcuni comitati hanno presentato ricorsi e richieste di intervento alla Commissione Europea, appellandosi alla necessità di tutelare un’area considerata strategica dal punto di vista ambientale. Bruxelles osserva con attenzione, ma al momento non ha preso una posizione ufficiale.

In attesa che il percorso burocratico si completi e che i primi cantieri prendano forma, il Ponte sullo Stretto resta una grande sfida ingegneristica, ma soprattutto politica e culturale. Simbolo per alcuni di progresso e modernità, per altri di spreco e rischio ambientale, il futuro di questa opera resta sospeso tra speranze, timori e polemiche.

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