La città di Palermo è stata scossa da un evento tragico e inspiegabile che ha lasciato un segno profondo nel cuore della comunità e del mondo sportivo siciliano. Simona Cinà, una promettente pallavolista di appena vent’anni, è morta in circostanze misteriose durante una festa in piscina, trasformando una serata di gioia in un dramma sconvolgente. La giovane, apprezzata per il suo spirito solare e il suo impegno nello sport, è stata ritrovata priva di sensi nell’acqua nelle prime ore del mattino. Purtroppo, i soccorsi arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, lasciando la famiglia e gli amici nello sconforto più totale.
Prima del tragico epilogo, Simona aveva inviato un ultimo messaggio alla madre, scrivendo con tono affettuoso: “Mamma, tolgo il telefono per ballare, non preoccuparti se non ti rispondo.” Un messaggio che oggi suona come un addio inconsapevole e struggente. In un video girato poco prima, la si vede ballare con entusiasmo accanto alla piscina, sorridente, piena di vita, inconsapevole di ciò che stava per accadere. Alle quattro del mattino, la situazione è precipitata: qualcuno l’ha trovata in acqua, senza sensi, e ha immediatamente allertato i soccorsi. La madre, non ricevendo risposta dalla figlia, ha provato a contattarla, ma ha ricevuto invece la terribile notizia: qualcuno stava cercando di rianimarla, ma era ormai troppo tardi.
Le autorità hanno aperto un’indagine per chiarire le circostanze del decesso. Gli effetti personali di Simona sono stati sequestrati, così come sono stati ascoltati i partecipanti alla festa per raccogliere eventuali testimonianze utili. Tuttavia, la villa dove si è svolto l’evento non è stata posta sotto sequestro, in quanto non sono emersi elementi che indichino atti di violenza. La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, procedura necessaria per poter disporre l’autopsia, già fissata per il 7 agosto. Prima dell’autopsia, saranno eseguiti esami radiologici per approfondire ogni possibile dettaglio.
La famiglia di Simona, ancora sotto shock, non riesce a trovare pace. Il dolore per la perdita è aggravato da una serie di interrogativi senza risposta. L’avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, ha reso noto che non ci sono informazioni chiare riguardo a cosa sia successo realmente durante la festa. Un punto che lascia sgomenti i genitori è come, in una festa presumibilmente affollata e con l’illuminazione della piscina accesa, nessuno si sia accorto della presenza del corpo della giovane in acqua. Una domanda che tormenta chi l’amava e che, al momento, non trova spiegazioni convincenti.
Inoltre, l’avvocato ha sottolineato come Simona fosse una ragazza in perfetta salute, sportiva, forte e piena di energia. Una persona del genere non dovrebbe semplicemente morire in piscina, in un contesto che teoricamente dovrebbe essere sicuro. La totale assenza di testimoni oculari, unita alla mancanza di allarmi lanciati da chi era presente, alimenta sospetti e aumenta la determinazione della famiglia nel voler scoprire la verità. Il clima sereno che dovrebbe caratterizzare una festa è stato macchiato da un evento tragico, inspiegabile e profondamente doloroso.
Ora, tutte le speranze sono riposte nei risultati dell’autopsia e negli approfondimenti delle indagini. La famiglia Cinà pretende risposte, ma soprattutto giustizia per la figlia. Palermo intera si stringe attorno al dolore dei suoi cari, mentre il mondo dello sport piange una giovane promessa spezzata troppo presto. Simona Cinà non è solo un volto sorridente nei video o una vittima di cronaca: è diventata il simbolo di una ferita aperta che esige verità. Un’intera comunità attende con il fiato sospeso che la giustizia faccia il suo corso, affinché a questa tragedia venga data una spiegazione e perché il nome di Simona non venga dimenticato.