Violentata sul treno per Novara: identificato il sospettato della brutale aggressione
Un episodio di estrema gravità ha scosso la tranquillità di un viaggio in treno regionale: una giovane donna di soli 20 anni è stata violentata a bordo di un convoglio diretto a Novara. I fatti risalgono agli ultimi giorni di luglio e sono avvenuti in pieno giorno, in una carrozza dove i passeggeri erano pochi e apparentemente ignari di ciò che stava accadendo. Il gesto, consumato in un luogo che dovrebbe essere sinonimo di sicurezza e normalità, ha suscitato sgomento e indignazione.
La giovane, residente a Trecate e impiegata in un negozio del centro storico di Novara, stava semplicemente recandosi al lavoro come ogni giorno. Nulla poteva farle presagire l’incubo che avrebbe vissuto in quel tratto di viaggio. Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, la ragazza era da sola all’interno di una carrozza del treno Trenord, quando è stata avvicinata da un uomo che, con fare minaccioso, l’ha immobilizzata per poi abusare di lei. Il tutto è avvenuto poco prima dell’arrivo del convoglio alla stazione di Novara.
Immediatamente dopo l’aggressione, ancora sotto shock ma con grande lucidità e coraggio, la ragazza si è diretta al presidio della Polizia ferroviaria presente in stazione e ha raccontato quanto accaduto, fornendo una descrizione dettagliata dell’aggressore. Un gesto fondamentale che ha permesso agli agenti di avviare subito le indagini.
Grazie al lavoro sinergico tra la Polfer e le altre forze dell’ordine, incrociando i dati forniti dalla vittima con quelli presenti nelle banche dati in uso alle autorità, è stato possibile risalire rapidamente all’identità del presunto responsabile. Si tratterebbe, secondo quanto riferito, di un giovane uomo nordafricano, con ogni probabilità di origine egiziana, di circa 25 anni.
L’uomo, dopo aver commesso la violenza, si sarebbe allontanato non appena il treno ha effettuato la fermata, rendendo inizialmente difficili le ricerche a causa della fuga immediata e dell’assenza di testimoni oculari. Anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nel treno si sono rivelate purtroppo poco utili, ostacolando ulteriormente l’identificazione immediata.
Tuttavia, la tenacia degli investigatori e la determinazione della vittima hanno fatto la differenza. Dopo alcuni giorni di lavoro incessante, l’uomo è stato rintracciato e fermato, ponendo fine alla sua latitanza e permettendo l’avvio delle procedure giudiziarie nei suoi confronti.
Questo episodio ha inevitabilmente riacceso il dibattito sulla sicurezza a bordo dei treni regionali, in particolare nella zona del Piemonte. Non si tratta, infatti, di un caso isolato: pochi giorni prima, sempre sulla stessa linea ferroviaria, si era verificata un’altra aggressione. Un giovane era stato rapinato nei pressi della stazione di Bellinzago da un individuo armato che, dopo averlo minacciato, si era impossessato del suo cellulare. In quel caso, le indagini sono state affidate ai Carabinieri. Due episodi distinti, ma vicini nel tempo e nello spazio, che fanno emergere con forza la necessità di un rafforzamento delle misure di sicurezza sui mezzi di trasporto pubblici.
Molti passeggeri hanno espresso preoccupazione e paura, chiedendo maggiore presenza delle forze dell’ordine a bordo e nelle stazioni, specialmente nelle ore meno frequentate. Le istituzioni locali hanno promesso un intervento tempestivo per garantire che viaggiare in treno non diventi un rischio, ma rimanga un gesto quotidiano sicuro e protetto.
La vicenda della giovane di Trecate, oltre a suscitare sdegno, ha anche messo in luce la forza e il coraggio di una vittima che, nonostante il trauma, ha trovato la prontezza di rivolgersi subito alle autorità, permettendo l’avvio rapido delle indagini. Il suo gesto, oltre a essere un atto di grande dignità personale, rappresenta anche un esempio per tutte le persone che, vittime di violenza, si trovano nella difficile scelta se denunciare o meno.
Ora si attende che la giustizia faccia il suo corso, nella speranza che l’aggressore venga punito con severità e che la giovane possa ricevere tutto il supporto necessario per affrontare un percorso di guarigione lungo ma possibile.