Guerra a Gaza: tensione tra Mattarella e Herzog, scontro aperto tra Italia e Israele

Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza continua a scuotere non solo il Medio Oriente ma anche la scena diplomatica internazionale. Le tensioni non si limitano ai bombardamenti o ai combattimenti sul campo: si riflettono anche nelle relazioni tra Stati e nelle dichiarazioni ufficiali dei leader mondiali. L’ultima frizione si è verificata tra Italia e Israele, dopo le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale.

Le parole di Mattarella: una denuncia netta e senza ambiguità

Nel suo discorso, Mattarella ha affrontato con fermezza la questione umanitaria in atto a Gaza, sottolineando come la situazione stia diventando sempre più tragica e insostenibile. In particolare, il Presidente ha fatto riferimento a episodi drammatici come il bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, un luogo simbolico per la comunità cristiana locale. L’attacco, definito da Israele un errore, è stato criticato duramente da Mattarella, che ha citato il famoso detto latino: “Errare humanum est, perseverare diabolicum”, per mettere in evidenza come la ripetizione di certi episodi, come la morte di civili innocenti – tra cui bambini, personale sanitario e persone in fila per cibo e acqua – non possa più essere giustificata come semplice casualità.

Il Capo dello Stato italiano ha espresso preoccupazione per quella che ha definito una “ostinazione nel colpire senza discriminazione”, evidenziando come tali azioni mettano in discussione i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario e sollevino interrogativi profondi sulla condotta dell’operazione militare israeliana.

La reazione di Israele: il presidente Herzog risponde punto su punto

Non si è fatta attendere la replica da parte delle autorità israeliane. Il presidente Isaac Herzog, pur ribadendo il suo “grande rispetto” per Sergio Mattarella e definendolo un “amico di Israele”, ha ritenuto necessario precisare alcune affermazioni contenute nel discorso del Presidente italiano. In un lungo intervento pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter), Herzog ha espresso rammarico per le critiche ricevute, ritenendo che alcuni aspetti fondamentali della vicenda debbano essere compresi meglio a livello internazionale.

Herzog ha ricordato come tutto sia iniziato il 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha lanciato un attacco brutale contro Israele, causando centinaia di morti e prendendo in ostaggio numerosi civili. Di questi, cinquanta sono ancora detenuti all’interno dei tunnel di Gaza in condizioni disumane. Il presidente israeliano ha ribadito che le sofferenze dei civili palestinesi non sono volute da Israele, e che la chiave per mettere fine al conflitto è il rilascio immediato degli ostaggi.

Secondo Herzog, Israele ha già accettato molteplici proposte di mediazione per un cessate il fuoco, che però sarebbero state sistematicamente rifiutate da Hamas, determinato a continuare il conflitto. Inoltre, ha sottolineato che le operazioni israeliane si svolgono nel rispetto del diritto internazionale, seppur in un contesto operativo estremamente difficile.

La difesa di Israele: “Non vogliamo colpire i civili”

Nel suo messaggio, Herzog ha dichiarato apertamente: “Israele non ha intenzione di uccidere indiscriminatamente. Vogliamo vivere in pace e sicurezza. Sì, in guerra possono esserci errori, ma non siamo insensibili alle sofferenze dei civili a Gaza”. Ha inoltre accusato Hamas di essere l’unica parte che viola sistematicamente e deliberatamente i diritti umani e le leggi internazionali, mentre Israele, a suo dire, fa il possibile per limitare le vittime civili.

Un punto centrale del suo intervento è stato il riferimento agli sforzi umanitari messi in campo da Israele con il supporto di partner internazionali, tra cui anche l’Italia. Il presidente ha assicurato che tali iniziative continueranno e si intensificheranno, ma ha anche chiesto agli alleati europei e occidentali di non perdere la “lucidità morale” di fronte a una guerra che, secondo lui, è stata scatenata unicamente da Hamas.

L’invito finale: “La chiave è il rilascio degli ostaggi”

Herzog ha concluso il suo intervento ribadendo un concetto centrale: la fine delle ostilità è possibile, ma dipende da Hamas. “Se davvero volessero un futuro migliore per il popolo palestinese di Gaza, rilascerebbero subito gli ostaggi”, ha affermato. Secondo il leader israeliano, finché questo non avverrà, ogni pressione internazionale dovrebbe essere rivolta esclusivamente verso il gruppo armato palestinese.

Conclusione: uno scontro diplomatico che riflette una guerra sempre più complessa

Lo scambio di dichiarazioni tra i presidenti di Italia e Israele evidenzia quanto il conflitto in Medio Oriente stia influenzando anche gli equilibri diplomatici tra Paesi storicamente amici. Da una parte, l’appello accorato di Mattarella a tutelare i civili e a fermare la spirale di violenza. Dall’altra, la difesa ferma di Israele, che si dichiara sotto attacco e pronto a collaborare con la comunità internazionale, ma non a costo della propria sicurezza.

In questo contesto, il ruolo dell’Italia e dell’Europa sarà sempre più centrale nel tentativo di riportare il dialogo al centro della scena, evitando che la tragedia umanitaria diventi una crisi irreversibile anche a livello globale.

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