Canada pronto a riconoscere lo Stato di Palestina: svolta storica e tensioni con Trump

In un momento in cui il Medio Oriente è lacerato da tensioni sempre più gravi, il Canada si prepara a compiere un passo di enorme rilevanza diplomatica e politica: il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Una decisione che segna una netta inversione di rotta rispetto alla tradizionale linea adottata da Ottawa negli ultimi decenni e che potrebbe modificare in modo significativo gli equilibri internazionali. Non a caso, la scelta ha già provocato reazioni forti, sia sul piano interno sia a livello globale.

Ad annunciare questa svolta è stato il primo ministro canadese Mark Carney durante una conferenza stampa particolarmente attesa, in cui ha confermato che il riconoscimento ufficiale della Palestina avverrà in occasione dell’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si terrà nel settembre 2025 a New York. Secondo le parole di Carney, questa decisione nasce dall’esigenza di rilanciare la prospettiva di una soluzione a due Stati, una via che appare sempre più fragile e compromessa a causa delle continue violenze e del fallimento delle trattative di pace.

Il premier ha dichiarato con fermezza che la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli inaccettabili e che il tempo delle esitazioni è finito. Serve, ha sottolineato, un segnale forte e simbolico da parte della comunità internazionale, capace di riaprire uno spazio di dialogo e di restituire una speranza concreta alla popolazione palestinese. Carney ha anche precisato che il Canada procederà con questo riconoscimento senza imporre condizioni preventive a Israele, un approccio simile a quello adottato recentemente da Francia e Spagna, ma decisamente più netto rispetto alla posizione più prudente mantenuta dal Regno Unito.

La reazione internazionale non si è fatta attendere. Israele ha condannato duramente la decisione, definendola una “ricompensa a Hamas” e accusando Ottawa di compromettere i delicati sforzi diplomatici per ottenere un cessate il fuoco duraturo e per garantire la liberazione degli ostaggi. Anche da Washington sono giunti toni aspri: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua totale disapprovazione nei confronti del governo canadese. Attraverso un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, Trump ha dichiarato che il riconoscimento della Palestina da parte del Canada renderà “molto difficile” la prosecuzione dei rapporti commerciali tra i due Paesi, lasciando intendere possibili ritorsioni economiche in futuro.

Nonostante le minacce e le critiche, Carney sembra determinato a non fare marcia indietro. Secondo fonti vicine al suo entourage, il premier è convinto che il Canada abbia il dovere morale di assumere una posizione chiara in favore del diritto internazionale e dei diritti umani, specialmente in un contesto in cui il silenzio e la neutralità rischiano di diventare complicità.

Sul fronte opposto, la reazione dell’Autorità Nazionale Palestinese è stata entusiasta. Il presidente Mahmoud Abbas ha definito il gesto del Canada “storico e coraggioso” e ha sottolineato come esso rappresenti un passo significativo verso la pace, la stabilità e la sicurezza in tutta l’area mediorientale. In un comunicato ufficiale, Abbas ha ringraziato Carney e il popolo canadese, auspicando che altri Paesi seguano l’esempio di Ottawa per ridare nuova linfa al processo di pace.

Anche nella società civile canadese la decisione ha acceso un acceso dibattito. Se da una parte vi sono voci che lodano l’iniziativa come un atto di giustizia e di responsabilità storica, dall’altra non mancano le critiche da parte di gruppi filo-israeliani e di alcuni settori politici che temono ripercussioni economiche e diplomatiche.

In ogni caso, il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Canada rappresenta un evento di portata storica, che potrebbe aprire nuovi scenari sul piano internazionale e imprimere una svolta significativa al conflitto israelo-palestinese. Ora l’attenzione si sposta sull’Assemblea Generale dell’ONU, dove il gesto canadese potrebbe avere un impatto simbolico e politico capace di cambiare il corso degli eventi. La comunità internazionale resta in attesa, divisa tra chi teme le conseguenze di una scelta tanto audace e chi la considera l’unica strada possibile per una pace duratura.

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