Bufera sull’urbanistica a Milano: indagato il sindaco Sala e il sistema del “Pgt ombra”

La Procura di Milano ha aperto un’indagine su una serie di operazioni immobiliari considerate sospette, che vedrebbero coinvolti alcuni funzionari del Comune, imprenditori del settore edilizio e, secondo fonti investigative, anche il sindaco Beppe Sala. Al centro del fascicolo ci sarebbero presunti favoritismi nella concessione di permessi edilizi e modifiche irregolari ai piani regolatori. L’inchiesta, attualmente nella sua fase preliminare, mira a fare luce su possibili intrecci tra decisioni pubbliche e interessi privati nella trasformazione urbanistica del capoluogo lombardo.

Un sistema parallelo nell’urbanistica milanese

Secondo gli inquirenti, negli ultimi anni si sarebbe consolidato un sistema parallelo alla gestione ordinaria dell’urbanistica, una sorta di “Piano di Governo del Territorio ombra” che, tramite canali privilegiati e pareri pilotati, avrebbe agevolato le operazioni di alcuni operatori privati. Tra gli indagati figurano nomi di rilievo nel panorama edilizio milanese: Giancarlo Tancredi, oggi assessore alla Rigenerazione Urbana, ma all’epoca dei fatti dirigente comunale con un ruolo chiave nella gestione edilizia; Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, visto dagli inquirenti come figura ponte tra istituzioni e imprenditori; l’architetto Stefano Boeri, per la sua influenza in progetti strategici; e Manfredi Catella, CEO di Coima, la società che ha avuto un ruolo centrale nella riqualificazione urbana della città.

Accanto a questi nomi emergono anche altri professionisti come l’architetto Alessandro Scandurra, il manager Federico Pella e l’imprenditore Andrea Bezziccheri, tutti indicati come parti attive nel presunto sistema volto a favorire interessi privati, spesso a scapito delle normative urbanistiche e della trasparenza amministrativa.

Beppe Sala sotto indagine: due ipotesi di reato

Il nome del sindaco Beppe Sala appare tra gli indagati per due presunti reati: false dichiarazioni e induzione indebita. L’indagine tocca in particolare la nomina di Giuseppe Marinoni alla guida della Commissione Paesaggio e alcune presunte pressioni per favorire il progetto di riqualificazione dell’ex sede dei Servizi Tecnici Comunali, il cosiddetto “Pirellino”, affidato a Coima e progettato dallo studio Boeri.

In alcune intercettazioni emergerebbero riferimenti diretti a Sala, che avrebbe fornito copertura istituzionale a decisioni ritenute cruciali per il completamento di queste operazioni. Al centro del dossier anche l’approvazione della Torre Botanica, progetto mai avviato, ma emblematico delle relazioni tra amministrazione e privati.

La reazione del sindaco: accuse respinte e critica ai metodi

Il sindaco ha respinto con forza ogni accusa, lamentando soprattutto la modalità con cui ha appreso dell’inchiesta: dai giornali, prima ancora che da una comunicazione ufficiale della Procura. Ha definito “inaccettabile” la fuga di notizie, sostenendo di non aver mai ricevuto alcun avviso formale.

Sulla questione del Pirellino, Sala ha dichiarato che l’edificio fu ceduto nel 2019, ma che a oggi non è mai stato aperto alcun cantiere. Secondo lui, non c’è stata alcuna pressione illecita, bensì un dialogo costante – seppur inconcludente – con l’acquirente. La vicenda è ora oggetto di un ricorso al Consiglio di Stato, con la richiesta da parte di Coima della nomina di un commissario ad acta per dare seguito agli atti amministrativi.

Per quanto riguarda la nomina di Marinoni, Sala ha precisato che la composizione della Commissione Paesaggio non rientra nelle prerogative del sindaco, ma viene gestita da una struttura tecnica comunale, senza alcun suo intervento diretto. Inoltre, ha affermato di non aver mai avuto contatti personali con Marinoni.

Le posizioni degli altri coinvolti

L’assessore Tancredi, anch’egli coinvolto nell’inchiesta, starebbe valutando i prossimi passi insieme ai propri legali, mentre Manfredi Catella ha rilasciato un comunicato in cui assicura la totale collaborazione di Coima con le autorità competenti. La società ha già effettuato verifiche interne, ritenendo di poter dimostrare la regolarità di ogni operazione compiuta. Catella ha ribadito l’impegno dell’azienda per legalità e trasparenza, assicurando che tali valori verranno difesi anche in sede processuale.

Anche l’architetto Stefano Boeri ha rilasciato una dichiarazione, manifestando piena fiducia nella giustizia e ribadendo la correttezza del proprio lavoro. Ha sottolineato che il progetto della Torre Botanica, al centro delle indagini, era stato già abbandonato da tempo e che non esiste alcun coinvolgimento illecito da parte del suo studio.

Il quadro che emerge, dunque, è quello di un’indagine complessa, che coinvolge nomi di peso nella trasformazione di Milano e che potrebbe cambiare il volto del dibattito urbanistico nei prossimi mesi.

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