Nelle ultime ore, il mondo degli sport estremi è stato colpito da due tragedie che hanno scosso profondamente appassionati e addetti ai lavori. Due incidenti mortali, avvenuti a poca distanza l’uno dall’altro, hanno macchiato le montagne che dividono Italia e Svizzera. Da una parte, un volo in tuta alare finito in tragedia sulle Alpi svizzere; dall’altra, la drammatica scomparsa di Felix Baumgartner, il leggendario base jumper austriaco, durante una delle sue ultime imprese.
La figura di Felix Baumgartner è strettamente legata all’immaginario collettivo degli sport estremi. Nato il 20 aprile 1969 a Salisburgo, in Austria, ha trascorso l’intera vita sfidando i limiti dell’impossibile. Dopo gli anni nella sezione paracadutisti dell’esercito austriaco, la sua carriera è decollata nei primi anni ’90, quando è diventato uno dei pionieri del base jumping. I suoi salti da strutture iconiche come le Petronas Towers a Kuala Lumpur nel 1999 e dal Cristo Redentore di Rio de Janeiro — a soli 29 metri di altezza — lo hanno reso una leggenda vivente.
Nel 2003, Felix ha sorvolato il Canale della Manica in caduta libera con l’aiuto di un’ala in fibra di carbonio, impresa che gli è valsa il soprannome di “uomo senza paura”. Ma è nel 2012 che ha raggiunto l’apice della sua fama globale, grazie al progetto Red Bull Stratos. Il 14 ottobre di quell’anno, si è lanciato dalla stratosfera a un’altitudine di 38.969 metri, superando la barriera del suono senza l’uso di un mezzo meccanico. Ha raggiunto la velocità impressionante di 1.357 km/h, stabilendo tre record mondiali: altitudine più elevata raggiunta da un pallone con equipaggio, salto più alto e massima velocità in caduta libera. L’impresa è stata trasmessa in diretta, con oltre 8 milioni di spettatori su YouTube e uno share televisivo del 59% in Austria.
Non si è trattato solo di uno spettacolo mediatico, ma di un contributo concreto alla ricerca scientifica: la tuta pressurizzata usata da Baumgartner era simile a quella impiegata dagli astronauti e ha fornito dati preziosi per la ricerca aerospaziale. Tuttavia, il suo record fu superato nel 2014 da Alan Eustace, che si lanciò da un’altitudine di oltre 41.000 metri.
Dopo aver lasciato le grandi imprese aeree nel 2012, Felix non ha mai abbandonato completamente il brivido dell’adrenalina. Nel 2014 partecipò alla 24 Ore del Nürburgring, una delle gare automobilistiche più impegnative al mondo, classificandosi al nono posto con un’Audi R8 LMS.
Purtroppo, è proprio mentre cercava ancora una volta di sfidare il cielo che Felix ha trovato la morte. Il suo ultimo volo si è trasformato in tragedia a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. Stava volando con il parapendio quando, probabilmente a causa di un malore improvviso, ha perso il controllo ed è precipitato, finendo nella piscina di una struttura turistica. Con lui viaggiava una ragazza, rimasta ferita ma non in pericolo di vita. I soccorsi sono intervenuti tempestivamente, anche con l’elisoccorso diretto all’ospedale Torrette di Ancona, ma ogni tentativo di rianimazione è stato vano. Baumgartner aveva 56 anni.
Quasi contemporaneamente, un’altra tragedia ha colpito la comunità degli sport estremi in Svizzera. Un uomo italiano di 50 anni ha perso la vita durante un volo in tuta alare nei pressi di Les Diablerets, nel Canton Vaud. L’uomo stava affrontando la discesa insieme ad altri due compagni quando, per cause ancora da chiarire, ha impattato violentemente contro una parete rocciosa. Anche in questo caso, i soccorsi sono giunti rapidamente, ma non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Due vite spezzate nel cuore delle Alpi. Due uomini accomunati da un amore incondizionato per il volo, da una costante ricerca del limite, da un desiderio irrefrenabile di toccare il cielo con un dito. La morte di Felix Baumgartner non è solo la fine di una leggenda, ma il simbolo di un mondo affascinante quanto pericoloso, dove ogni volo è una sfida tra vita e morte. Le montagne che hanno visto le loro ultime gesta oggi piangono in silenzio, testimoni di un coraggio che pochi possono comprendere, ma che molti hanno imparato ad ammirare.