Ha suscitato un vero e proprio vespaio di polemiche sui social il video pubblicato dall’attore Luca Zingaretti, che nella giornata di ieri ha condiviso un’esperienza vissuta all’aeroporto di Fiumicino. “Stavo depositando il bagaglio – racconta Zingaretti – quando ho assistito a una scena assurda: la moglie di un noto politico nazionale ha saltato la fila, scortata da agenti che le dicevano ‘Prego, si accomodi’. Ma non vi vergognate?”.
Il video ha rapidamente fatto il giro del web, diventando virale e generando un acceso dibattito tra gli utenti. In molti si sono chiesti chi fosse la donna protagonista dell’episodio e, soprattutto, a quale politico fosse legata. Dopo poche ore, è emerso che si trattava di Olga Sokhnenko, moglie del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, esponente di Fratelli d’Italia.
Secondo quanto ricostruito, il ministro avrebbe accompagnato la moglie e il figlio di sette anni all’aeroporto per un volo, prima di dirigersi al proprio ufficio. In una breve dichiarazione rilasciata a la Repubblica, Urso ha ammesso di essere stato presente a Fiumicino in quell’occasione, spiegando però che non avrebbe avuto alcuna responsabilità diretta sull’episodio: “Ho accompagnato mia moglie e mio figlio prima di andare al ministero. La valutazione delle condizioni di sicurezza spetta alla scorta, non a me”.
Il ministro ha quindi cercato di smorzare i toni e ha espresso un certo rammarico per l’accaduto: “Mi dispiace se ci sono stati disagi per gli altri viaggiatori. Non è assolutamente nel mio stile comportarmi in questo modo, e chi mi conosce lo sa bene”. Ha inoltre aggiunto di non essersi reso conto di nulla durante l’accaduto, in quanto era impegnato in una telefonata di lavoro: “Ero vicino a mia moglie, ma avevo un incontro importante e stavo preparando ogni dettaglio al telefono. Non ho notato nulla”.
L’attore Zingaretti, tuttavia, nel suo video si è mostrato molto critico nei confronti del comportamento della signora Sokhnenko e dell’intera dinamica. “Neanche per andare in vacanza vi fate scrupoli? È questa l’Italia che volete rappresentare? Vergognatevi!”, ha tuonato, rivolgendosi indirettamente al ministro e alla moglie. Non sarebbe stato nemmeno l’unico tra i presenti a manifestare il proprio dissenso: pare infatti che diversi passeggeri abbiano protestato al momento dell’accaduto.
Urso, interrogato nuovamente sull’argomento, ha ribadito che ogni decisione in merito all’accesso prioritario o al passaggio rapido spetta esclusivamente agli uomini della scorta, in base alle valutazioni di sicurezza. “Non sono stato io a decidere di saltare la fila. Sono valutazioni tecniche che competono alla scorta e io mi sono attenuto a quanto previsto”, ha dichiarato. L’episodio si è verificato attorno alle otto del mattino, prima di un importante tavolo tecnico al ministero con rappresentanti della Regione e dei Comuni per discutere un nuovo accordo di programma relativo all’Ilva.
La vicenda ha inevitabilmente riacceso la discussione sull’uso delle scorte e sui privilegi di cui godono alcune figure istituzionali e i loro familiari. Molti cittadini si sono detti indignati dal fatto che, ancora oggi, chi ricopre incarichi pubblici possa usufruire di trattamenti di favore, anche in contesti pubblici come un aeroporto. “È una questione di rispetto – ha commentato un utente – se siamo tutti cittadini uguali, allora anche i politici e le loro famiglie devono comportarsi come tutti gli altri”.
La polemica, lungi dal placarsi, ha anche assunto una dimensione più ampia, toccando temi come il decoro istituzionale, la trasparenza e l’etica pubblica. Il comportamento – o anche solo la percezione di un privilegio – da parte di figure politiche o dei loro familiari può infatti generare una reazione negativa molto forte da parte dell’opinione pubblica, soprattutto in un momento in cui i cittadini sono sempre più sensibili alla questione dell’equità.
In conclusione, mentre il ministro Urso cerca di minimizzare l’accaduto parlando di “malinteso” e rimettendosi alle valutazioni della scorta, il video di Zingaretti continua a circolare, sollevando interrogativi su quanto siano ancora radicati certi privilegi e su quanto sia difficile, per la politica italiana, riconquistare pienamente la fiducia dei cittadini.