Morbillo in Italia: Casi in Aumento e Rischio Epidemia in Europa, L’Allarme degli Esperti

Il ritorno del morbillo: un pericolo sottovalutato che minaccia l’Europa e l’Italia

Il morbillo, una malattia che molti ritenevano appartenere al passato, è tornato a farsi sentire con forza. Non si tratta di un focolaio localizzato in qualche area remota del mondo, ma di un fenomeno globale che colpisce anche nazioni considerate a lungo immuni, come gli Stati Uniti. Proprio lì, dove nel 2000 era stato dichiarato “eliminato”, il virus sta causando la peggiore epidemia degli ultimi trent’anni. Un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

Secondo i dati più recenti dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention), da gennaio 2025 negli Stati Uniti sono stati registrati oltre 1.200 casi di morbillo, con 162 ricoveri e tre decessi. Una delle aree più colpite è una contea del Texas, dove si è verificato un vero e proprio boom di contagi. Ma l’epidemia si sta espandendo rapidamente in altri stati. La causa principale? Ancora una volta, la disinformazione.

Il ruolo negativo della disinformazione è stato amplificato da alcune figure pubbliche che hanno messo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Tra queste, il segretario alla Sanità Robert Kennedy, le cui dichiarazioni hanno generato incertezza e diffidenza nella popolazione. Il risultato è evidente: meno bambini vaccinati, più possibilità per il virus di diffondersi. Un fenomeno che, purtroppo, non riguarda solo l’America.

Anche l’Italia sta seguendo questa preoccupante tendenza. I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: nei primi cinque mesi del 2025 sono stati registrati 334 casi di morbillo. Solo nel mese di maggio si sono contati 65 contagi, quasi il doppio rispetto ad aprile. Un dato che evidenzia una crescita rapida e allarmante. Ancora più inquietante è il fatto che il 90% delle persone contagiate non fosse vaccinato.

Il quadro italiano, inoltre, presenta forti disuguaglianze territoriali. La copertura vaccinale varia notevolmente tra le regioni: si va dall’83,8% di Bolzano al 97,3% della Toscana. Il livello minimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire un’efficace protezione collettiva è il 95%. Solo alcune regioni italiane riescono a raggiungere o superare tale soglia, mentre altre restano ben al di sotto.

Ma il dato più preoccupante non è soltanto quello attuale. È ciò che potrebbe accadere in futuro se questa tendenza non verrà invertita. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista medica JAMA lancia un avvertimento chiaro e inequivocabile: se la copertura vaccinale dovesse diminuire del 10%, potremmo assistere a oltre 11 milioni di nuovi casi di morbillo nei prossimi 25 anni. Se il calo dovesse raggiungere il 50%, si salirebbe addirittura a 51 milioni. A queste cifre si aggiungerebbero milioni di casi di altre malattie prevenibili come rosolia e poliomielite, con migliaia di decessi evitabili.

L’Europa, nel suo complesso, non è messa meglio. I dati congiunti di OMS e Unicef rivelano che nel 2024 sono stati registrati più di 127.000 casi di morbillo nella regione europea, il doppio rispetto al 2023. Un numero che non si vedeva dal 1997. Anche in questo caso, la responsabilità è da attribuire a una combinazione di fattori: campagne vaccinali incomplete, calo dell’attenzione pubblica, scarsa fiducia nelle istituzioni sanitarie. Tutto ciò crea un terreno fertile per la diffusione del virus.

Massimo Andreoni, noto infettivologo della Società Italiana di Malattie Infettive, sottolinea con forza: “Basta scendere anche di poco sotto il 95% di copertura vaccinale o dimenticare il richiamo per consentire al virus di tornare a circolare, anche nei Paesi più sviluppati.” Nonostante i progressi della medicina e la disponibilità dei vaccini, il morbillo rimane ancora oggi una delle principali cause di morte prevenibile tra i bambini.

In un’epoca in cui le tecnologie sanitarie sono all’avanguardia e le informazioni sono più accessibili che mai, è inaccettabile che malattie prevenibili tornino a minacciare la salute pubblica. Serve un’azione coordinata, chiara e decisa da parte delle istituzioni sanitarie, della scuola, dei media e della politica. Informare correttamente, contrastare le fake news, sostenere le famiglie nella scelta consapevole della vaccinazione.

Il morbillo non è un ricordo lontano. È un pericolo concreto e attuale. E fermarlo dipende da tutti noi.

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