Sigarette, Stangata in Arrivo: La Nuova Tassa UE che Cambia Tutto nel 2025

Bruxelles si prepara a lanciare una vera e propria offensiva fiscale contro il settore del tabacco, con una proposta destinata a scuotere profondamente non solo il mercato delle sigarette tradizionali, ma anche quello dei dispositivi alternativi come le sigarette elettroniche, i prodotti riscaldati e le nuove bustine di nicotina. L’obiettivo dichiarato dalla Commissione Europea è duplice: da una parte, disincentivare il consumo di prodotti nocivi per la salute pubblica, e dall’altra aumentare le entrate proprie dell’Unione per sostenere il bilancio 2028–2035.

La riforma, che sarà oggetto di discussione ufficiale il prossimo 16 luglio, prevede una maxi revisione delle accise sul tabacco. Secondo le prime indiscrezioni trapelate da Bruxelles, si ipotizzano aumenti significativi su tutti i prodotti legati al consumo di nicotina. Per le sigarette tradizionali, l’aumento minimo previsto si aggira intorno al 20% a pacchetto. Ma ci sono categorie ancora più colpite: per i trinciati si ipotizza un rincaro del 258%, mentre per i sigari il rincaro potrebbe raggiungere addirittura il 1.090%.

Non si tratta solo di una misura sanitaria. Dietro questa proposta si cela un’impostazione più ampia e strategica da parte dell’UE: rafforzare le risorse proprie per finanziare spese ambiziose e sempre più urgenti, come la difesa comune, la transizione energetica verde e la gestione del debito pubblico condiviso. In questo contesto, il tabacco rappresenta un’entrata sicura, storicamente tassata e relativamente facile da colpire.

Tuttavia, le conseguenze di questa scelta potrebbero essere tutt’altro che positive. In Italia, per esempio, dove il fumo è ancora largamente diffuso – specialmente tra i giovani – un aumento così marcato del prezzo potrebbe spingere molti consumatori verso il mercato nero. Già oggi, il commercio illegale di tabacco rappresenta una fetta preoccupante del settore, e un ulteriore rincaro potrebbe incentivare ancora di più il contrabbando, vanificando gli effetti desiderati in termini di salute e finanze pubbliche.

Le preoccupazioni sono condivise anche dai tabaccai e dalle associazioni di categoria. Pasquale Genovese, presidente dell’Unione Italiana Tabaccai (Uit), ha lanciato un allarme chiaro: “Abbiamo già vissuto aumenti di questa portata, e il risultato è stato solo uno: aumento del contrabbando e calo del gettito fiscale per lo Stato. A rimetterci sono sempre i rivenditori legali e i cittadini onesti”.

Secondo Genovese, la rete delle rivendite rischia un colpo durissimo, che potrebbe portare alla chiusura di molte attività, soprattutto nei piccoli centri. Da qui, l’appello rivolto ai colleghi europei per creare un fronte comune contro la riforma: “Non siamo contrari alle misure sanitarie o fiscali, ma serve equilibrio. Una tassa del genere distrugge un intero comparto senza risolvere realmente i problemi”.

La strategia di Bruxelles, però, va ben oltre il tabacco. Nel quadro della nuova impostazione fiscale dell’UE, si sta discutendo anche di altre imposte: una tassa sui rifiuti elettronici, una nuova imposta sulle multinazionali, un contributo su ogni acquisto online effettuato da paesi extra-europei e perfino una “carbon tax” applicata su carburanti e riscaldamento domestico.

Il mosaico è chiaro: servono risorse ingenti per costruire il futuro dell’Unione. Ma l’unanimità dei 27 Stati membri è necessaria per far passare ogni nuova tassa, e già si avvertono forti resistenze. La Francia e la Germania appoggiano con convinzione il piano. Al contrario, Italia e Svezia esprimono serie perplessità, sottolineando i rischi economici e sociali legati a provvedimenti troppo drastici.

Intanto, i cittadini cominciano a fare i conti. Letteralmente. Un euro in più per un pacchetto di sigarette può sembrare poco, ma nel bilancio mensile di un fumatore medio rappresenta una spesa aggiuntiva pesante. E il rischio, come sempre in questi casi, è che a pagare siano le fasce più deboli della popolazione.

La decisione finale è attesa nelle prossime settimane, ma il dibattito è già rovente. Tra esigenze di bilancio e tutela della salute, l’Unione Europea dovrà dimostrare di saper bilanciare rigore e buon senso. Il futuro del fisco europeo potrebbe passare proprio da qui: da un pacchetto di sigarette, da una busta di trinciato o da una sigaretta elettronica.

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