Omicidio Pierina Paganelli: Louis Dassilva a processo, si apre il caso dell’anno a Rimini Hỏi ChatGPT

Il nome di Louis Dassilva torna prepotentemente all’attenzione pubblica, in un caso che ha scosso Rimini e l’intero Paese. Trentacinque anni, origini senegalesi, operaio metalmeccanico, Dassilva si trova ora a dover affrontare una delle accuse più gravi del nostro ordinamento: omicidio volontario aggravato.

Il giudice dell’udienza preliminare, Raffaele Deflorio, ha sciolto ogni riserva nella giornata di lunedì 14 luglio. Dopo un’analisi attenta e approfondita degli atti, ha stabilito che ci siano elementi sufficienti per aprire un processo davanti alla Corte d’Assise. La prima udienza è stata fissata per il 15 settembre alle ore 9.30: sarà allora che inizierà formalmente il percorso giudiziario per fare luce sulla tragica morte di Pierina Paganelli.

Pierina aveva 78 anni ed era una figura conosciuta nel quartiere. La sera del 3 ottobre 2023, è stata trovata senza vita nel garage condominiale di via del Ciclamino, a Rimini. Il suo corpo presentava 29 coltellate, in diverse zone vitali: un vero e proprio massacro che ha immediatamente sconvolto la comunità locale. Da quel momento, l’inchiesta si è rivelata complessa, piena di incognite, smentite e svolte improvvise.

Le indagini si sono concentrate su diversi sospetti, ma col tempo l’attenzione si è sempre più stretta attorno a Dassilva. La difesa dell’imputato, affidata agli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, ha cercato in più occasioni di sollevare eccezioni e ha chiesto ulteriori approfondimenti, portando a tre rinvii nel corso della fase preliminare. Tuttavia, secondo il giudice, gli indizi raccolti sono tali da rendere inevitabile il processo.

Secondo la ricostruzione fornita dal pubblico ministero Daniele Paci, supportato dalla squadra mobile di Rimini, il movente dell’omicidio risiederebbe in una relazione extraconiugale che Dassilva avrebbe avuto con Manuela Bianchi, nuora della vittima. Una relazione rimasta nascosta, e che — sempre secondo l’accusa — avrebbe potuto generare un terremoto all’interno della famiglia se fosse venuta alla luce.

Pierina, infatti, era la suocera di Manuela e, secondo gli investigatori, avrebbe potuto scoprire il tradimento e rivelarlo. Per evitare che ciò accadesse, Dassilva avrebbe agito in modo estremo, mosso da quella che viene definita una “paura feroce”: il timore che la verità distruggesse il suo matrimonio con Valeria Bartolucci e compromettesse definitivamente gli equilibri familiari già precari.

L’accusa sostiene che il 3 ottobre Dassilva abbia agito per proteggere se stesso e la Bianchi, eliminando colei che rappresentava la minaccia più grande: Pierina Paganelli. Secondo il quadro accusatorio, l’uomo avrebbe pianificato l’aggressione e colpito con ferocia. Nessun segno di effrazione, nessun testimone diretto, ma una serie di indizi concatenati che, nella visione della Procura, tracciano una linea precisa.

Nel frattempo, Louis Dassilva è in carcere da quasi un anno. Arrestato il 16 luglio 2024, ha mantenuto un atteggiamento chiuso, riservato, evitando ogni tipo di dichiarazione pubblica. Nessuna confessione, nessun commento, solo il silenzio. Una scelta che, secondo i suoi legali, fa parte della strategia difensiva, in attesa del processo, dove — forse — emergeranno nuovi elementi.

Il quartiere di via del Ciclamino, nel frattempo, non ha mai smesso di interrogarsi. La figura di Pierina era rispettata da tutti, e il suo brutale assassinio ha lasciato un vuoto profondo. In tanti chiedono giustizia, ma anche verità. Perché, come spesso accade in casi simili, non è solo la colpa a dover essere accertata, ma anche il perché.

Ora la parola passa ai giudici della Corte d’Assise. Le prossime udienze potrebbero riscrivere la storia di questa vicenda, offrendo — si spera — chiarezza a una comunità ancora profondamente scossa. La verità giudiziaria è un percorso lungo, spesso tortuoso, ma necessario. E una cosa è certa: non si torna più indietro.

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