Riforma Maturità 2025: Valditara boccia chi rifiuta l’orale e annuncia cambiamenti già dal prossimo anno

Negli ultimi giorni, il dibattito sulla Maturità è tornato a infiammare l’opinione pubblica, dopo che alcuni studenti hanno deciso di boicottare l’esame orale come gesto di protesta contro il sistema scolastico. Il caso ha fatto scalpore soprattutto in Veneto, dove due maturandi hanno attirato l’attenzione mediatica per aver rifiutato volontariamente di sostenere il colloquio finale. A seguito delle polemiche, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto con decisione, annunciando una serie di misure che andranno a modificare profondamente la struttura dell’Esame di Stato.

I due casi che hanno scatenato l’intervento del ministro riguardano Gianmaria Favaretto, studente di Padova, e Maddalena Bianchi, studentessa di Belluno. Favaretto ha raccontato ai giornali locali di aver scelto di non presentarsi all’orale, forte dei 62 punti accumulati nelle prove scritte. Il suo gesto è stato un modo per esprimere dissenso nei confronti di un sistema che ritiene ingiusto e poco meritocratico. La Bianchi, invece, ha spiegato al Corriere della Sera di aver preparato un discorso mirato a criticare il sistema scolastico, ma di aver deciso infine di rimanere in silenzio davanti alla commissione, per lanciare un messaggio più forte.

La risposta di Valditara è stata netta e senza esitazioni. In un’intervista rilasciata a Rai News 24, il ministro ha dichiarato: “Fra le riforme che stiamo per varare c’è anche una riforma della Maturità. Comportamenti di questo tipo non saranno più possibili.” Il messaggio è chiaro: chi sceglie di boicottare l’orale, non per mancanza di preparazione ma per protesta deliberata, sarà considerato come non idoneo all’esame e dovrà ripetere l’anno scolastico.

La protesta silenziosa di questi studenti, che hanno accumulato punteggi sufficienti per essere promossi solo grazie alle prove scritte, è stata considerata da molti un atto di coraggio e di critica consapevole. Tuttavia, secondo il ministro, si tratta di un atteggiamento che mina le fondamenta della valutazione scolastica, la quale non può basarsi unicamente sulla parte scritta. “Il colloquio orale – ha affermato Valditara – ha un valore insostituibile perché permette di valutare non solo le conoscenze specifiche, ma anche il percorso umano e formativo dello studente”.

In un’intervista successiva rilasciata a Fanpage, Valditara ha illustrato più nel dettaglio i contenuti della futura riforma. L’orale continuerà a pesare in modo significativo nel voto finale, ma con un approccio più ampio. Non si valuteranno soltanto le competenze su argomenti specifici – come i logaritmi in matematica o Ungaretti in letteratura – ma anche la capacità dello studente di esprimere autonomia di pensiero, responsabilità personale e maturità complessiva. In altre parole, si punterà su una valutazione olistica, che tenga conto dell’intero sviluppo dello studente, non solo delle conoscenze nozionistiche.

Il ministro ha anche sottolineato che questa riforma vuole rispondere all’esigenza di restituire alla scuola la sua funzione educativa e formativa, al di là della semplice trasmissione di contenuti. “Vogliamo formare cittadini consapevoli, non solo studenti preparati. Il percorso scolastico deve servire a far crescere la persona nella sua interezza”, ha dichiarato Valditara. In quest’ottica, il colloquio orale rappresenta uno spazio di confronto e di espressione che non può essere sacrificato o strumentalizzato per fini polemici.

Per quanto riguarda l’entrata in vigore della riforma, il ministro ha annunciato che si sta lavorando affinché le novità possano essere operative già dal prossimo anno scolastico. I tempi sono stretti, ma l’intenzione è quella di intervenire rapidamente per evitare il ripetersi di situazioni simili a quelle accadute quest’anno.

Il caso dei due studenti veneti ha sollevato interrogativi importanti sul senso dell’Esame di Stato e sulla relazione tra studenti, scuola e istituzioni. La risposta del ministro appare determinata a ristabilire un equilibrio tra diritto alla protesta e dovere di completare un percorso formativo. Resta ora da vedere come verranno accolte le nuove regole e se saranno in grado di evitare ulteriori fratture nel mondo scolastico.

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