Omicidio Laura Ziliani: ergastolo definitivo per le figlie e Mirto Milani, la Cassazione conferma le condanne

Omicidio di Laura Ziliani: condanne confermate in via definitiva per le figlie e Mirto Milani

La tragica vicenda dell’omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa del comune di Temù, in provincia di Brescia, continua a suscitare profondo sgomento e indignazione in tutta Italia. Il caso ha scosso l’opinione pubblica non solo per la brutalità del crimine, ma anche per l’agghiacciante coinvolgimento delle due figlie della vittima, Paola e Silvia Zani, insieme a Mirto Milani, fidanzato di una delle due e, secondo quanto emerso, legato sentimentalmente anche all’altra.

L’epilogo giudiziario si è consumato con la sentenza della Corte di Cassazione, che ha messo la parola “fine” a una delle pagine più oscure della cronaca nera italiana degli ultimi anni. I giudici della Suprema Corte hanno infatti respinto i ricorsi presentati dagli imputati, rendendo definitive le condanne all’ergastolo inflitte nei gradi di giudizio precedenti. Una decisione che conferma, senza possibilità di appello, la responsabilità dei tre nell’omicidio della madre.

La scomparsa misteriosa e la tragica scoperta

I fatti risalgono all’8 maggio 2021. Laura Ziliani, 55 anni, ex agente di polizia locale molto conosciuta a Temù, era tornata per un breve soggiorno nella casa di famiglia in Alta Valle Camonica. Quella mattina, uscì per una passeggiata nei pressi del torrente Oglio, ma non fece mai più ritorno. L’allarme venne lanciato nel pomeriggio, e da quel momento iniziarono le ricerche, che coinvolsero volontari, forze dell’ordine e unità cinofile. Ma per tre lunghi mesi, di lei non si ebbero più notizie.

Il corpo senza vita della donna fu ritrovato soltanto l’8 agosto, parzialmente sepolto tra la vegetazione lungo il corso del fiume Oglio. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, presentava evidenti segni di violenza. Gli inquirenti, sin da subito, ipotizzarono l’omicidio, e ben presto i sospetti si concentrarono proprio sull’ambiente familiare.

Le indagini e la ricostruzione dei fatti

L’inchiesta rivelò un quadro inquietante. Le figlie di Laura e Mirto Milani – quest’ultimo legato sentimentalmente a Paola, ma intratteneva rapporti anche con Silvia – furono ben presto iscritti nel registro degli indagati. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i tre avrebbero pianificato l’omicidio nei minimi dettagli. Il movente, secondo l’accusa, sarebbe stato di natura economica e legato a dissidi familiari.

La vittima sarebbe stata dapprima sedata con potenti dosi di benzodiazepine, poi soffocata manualmente all’interno della sua abitazione. Dopo il delitto, i tre avrebbero nascosto il corpo per giorni, prima di disfarsene lungo il fiume. Durante i processi, gli imputati hanno sempre cercato di scaricare la responsabilità l’uno sull’altro, cambiando versione più volte e negando il proprio coinvolgimento. Ma le prove raccolte, tra cui intercettazioni, testimonianze e tracce di farmaci, hanno portato a un quadro probatorio ritenuto “granitico” dai giudici.

Il processo e la condanna definitiva

Nel 2023, la Corte d’Assise d’Appello di Brescia aveva già confermato le condanne all’ergastolo inflitte in primo grado. La difesa dei tre imputati aveva presentato ricorso in Cassazione, sperando in un annullamento o in una revisione del processo. Tuttavia, la prima sezione penale della Suprema Corte ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi, sancendo così la definitività delle sentenze.

Oltre all’ergastolo, la Corte ha stabilito anche la misura dell’isolamento diurno per sei mesi per ciascuno dei condannati. Un ulteriore segnale della gravità attribuita all’azione criminosa e della ferocia con cui è stato commesso l’omicidio. I giudici hanno inoltre disposto che le spese processuali siano a carico degli imputati, con un risarcimento economico a favore delle parti civili.

Una ferita ancora aperta nella comunità

Il caso ha lasciato una ferita profonda nella comunità di Temù e in tutta la provincia di Brescia. Laura Ziliani era una donna stimata, impegnata nel sociale, e la notizia del suo omicidio ad opera delle persone a lei più vicine ha lasciato attoniti amici, colleghi e concittadini. Il processo, sebbene si sia concluso dal punto di vista giuridico, lascia aperti molti interrogativi morali e umani su come il rancore e la brama di denaro possano trasformarsi in una tragedia familiare di tale portata.

Con la sentenza definitiva della Cassazione, la giustizia ha fatto il suo corso. Ma la memoria di Laura Ziliani continua a vivere, soprattutto nel dolore di chi l’ha conosciuta e nel monito che la sua storia rappresenta: una madre tradita, una vita spezzata, una famiglia distrutta dall’odio e dall’inganno.

Related Posts