👉 Ucraina, Trump cambia rotta: armi a Kiev e accuse a Putin. Cresce la tensione con Mosca

Tensioni Usa-Russia: Trump rilancia il sostegno all’Ucraina e punta il dito contro Putin

Il conflitto in Ucraina torna a scuotere la diplomazia internazionale, aprendo un nuovo capitolo segnato da dichiarazioni forti e scelte strategiche destinate ad acuire lo scontro tra le grandi potenze. A innescare l’ultima ondata di tensione è stato l’intervento dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha annunciato un cambiamento significativo nella linea americana: confermato il supporto militare a Kiev e preannunciate nuove sanzioni nei confronti della Russia. Una decisione che rimette in discussione gli equilibri precari tra Washington e Mosca e che rischia di riaccendere la polemica politica a livello globale.

In risposta, Vladimir Putin ha replicato con fermezza, accusando Trump di voler “soffiare sul fuoco della guerra” e di destabilizzare volutamente gli equilibri internazionali, già fortemente compromessi dallo scontro in atto in Ucraina. Secondo il Cremlino, la strategia americana non fa altro che alimentare la spirale di violenza, allontanando ulteriormente la possibilità di una soluzione diplomatica.

Patriot per l’Ucraina: nuova opzione sul tavolo della Casa Bianca

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’amministrazione americana starebbe valutando l’invio di un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot a Kiev. L’obiettivo sarebbe quello di rafforzare la protezione contro i bombardamenti russi, sempre più frequenti e devastanti. Inoltre, Washington starebbe sondando la disponibilità di altri Paesi alleati, in particolare della NATO, per contribuire con sistemi simili alla costruzione di un vero e proprio scudo difensivo per la capitale ucraina e le principali città.

La notizia, benché non ancora ufficiale, conferma il rinnovato impegno degli Stati Uniti nel sostenere l’Ucraina. Solo poche settimane fa, Trump aveva annunciato lo stop agli aiuti militari, scatenando dubbi e timori tra i vertici ucraini. Ora, però, sembra aver fatto marcia indietro, precisando che l’interruzione delle forniture non sarebbe stata una sua scelta e assicurando che i rifornimenti riprenderanno regolarmente.

Trump-Zelensky: dialogo riaperto, ma Kiev chiede garanzie

In una recente telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump avrebbe cercato di rassicurarlo, ribadendo il sostegno degli Stati Uniti e annunciando la preparazione di nuovi invii di armi. Tra le forniture promesse, ci sarebbero dieci intercettori, rispetto ai trenta inizialmente previsti, mentre la Germania sarebbe stata coinvolta per valutare un possibile acquisto congiunto di ulteriori Patriot.

Zelensky, pur esprimendo apprezzamento per l’apparente inversione di rotta, ha ribadito la necessità di una strategia chiara e di un flusso costante e prevedibile di armamenti, in particolare per quanto riguarda la difesa aerea. Ha quindi incaricato il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore di intensificare i rapporti con Washington per assicurarsi un coordinamento più stretto e affidabile.

Il Cremlino attacca: “Washington incoerente e pericolosa”

La reazione da Mosca non si è fatta attendere. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito “contraddittoria” la posizione americana, accusando gli Stati Uniti di voler apparire come promotori di pace mentre, nei fatti, continuano ad alimentare il conflitto con l’invio di armi sempre più sofisticate. “Non si può parlare di negoziati mentre si preparano nuovi pacchetti di armamenti”, ha dichiarato Peskov, puntando il dito contro l’ipocrisia dell’Occidente.

Le parole di Trump rivolte direttamente a Putin, però, hanno fatto più rumore delle forniture stesse. In un attacco frontale senza precedenti, l’ex presidente americano ha definito Putin “un bugiardo seriale” e lo ha accusato di essere il principale responsabile dell’escalation militare e del crescente numero di vittime civili. “Dice un sacco di stronz*te e non si è mai davvero fermato. È deludente, profondamente deludente”, ha dichiarato Trump ai giornalisti, lasciando intendere che potrebbero presto arrivare nuove sanzioni economiche mirate contro la Russia.

Escalation diplomatica in vista

L’intensificarsi delle dichiarazioni e delle mosse strategiche da entrambe le parti segnala un ulteriore irrigidimento nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. Se da un lato Washington tenta di rafforzare la posizione ucraina sul campo, dall’altro il Cremlino sembra chiudere ogni spiraglio di dialogo, tornando su toni da Guerra Fredda.

Nel frattempo, l’Europa osserva con crescente preoccupazione, divisa tra il timore di una nuova escalation e la necessità di mantenere una linea comune con l’alleato americano. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se si tratta dell’ennesima prova di forza diplomatica o se, invece, il mondo sta scivolando verso una fase ancora più pericolosa del conflitto.

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