Pier Silvio Berlusconi: tra palinsesti Mediaset, politica e un’Italia da ricostruire
Quando Pier Silvio Berlusconi prende la parola, non ci si limita mai semplicemente alla televisione. È successo di nuovo durante la presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset: una panoramica sulle sfide del piccolo schermo che, inevitabilmente, si è trasformata in una riflessione più ampia sulla società, sulla politica, sul futuro del nostro Paese e sul ricordo ancora vivo di suo padre, Silvio Berlusconi.
Si parte, naturalmente, dalla televisione. Il cuore del suo lavoro quotidiano. Pier Silvio non si nasconde dietro ai dati o alle apparenze: “La Talpa e The Couple? Due tra i programmi peggiori mai trasmessi. Abbiamo sbagliato, è evidente. Ma non è colpa di Ilary Blasi”. Un’assunzione di responsabilità sincera, che però non mette fine al genere reality, anzi. “I reality non sono morti. Alcuni vanno fatti meglio, altri invece sono riusciti benissimo”. Parole che tracciano la linea di una Mediaset che sa riconoscere gli errori, ma che continua a credere in certi formati.
Il Grande Fratello, pur non avendo brillato in quest’ultima stagione, viene comunque definito “una macchina straordinaria” per la sua capacità di tenere alta l’attenzione. Meglio ha fatto L’Isola dei Famosi, anche se – ammette Berlusconi – “c’è ancora molto margine di miglioramento”. Intanto, Striscia la Notizia partirà con ritardo, a novembre. Pier Silvio esprime profonda stima per Antonio Ricci, definendolo un autore maturo e consapevole. “Striscia forse è un po’ stanca, ma resta un pilastro. Prima di lei testeremo un nuovo game show con Gerry Scotti. Se il pubblico lo apprezzerà, lo porteremo avanti, ma Striscia tornerà comunque”.
Il focus poi si sposta su Canale 5, che attraversa un momento di transizione. “È una rete forte, ma che necessita di un’evoluzione. Serve una svolta soprattutto in prima serata e nella fascia access prime time”. In quest’ottica, Max Giusti sarà il nuovo volto del pre-serale, con la prospettiva di guidare programmi anche in prima serata a partire dalla primavera. Anche Pomeriggio Cinque subirà un importante restyling, affidato a Gianluigi Nuzzi. “Vogliamo un taglio più giornalistico ma che resti accessibile a tutti”.
Ma è quando si parla di politica che Pier Silvio Berlusconi lascia trapelare qualcosa di più intimo. “Non ho mai avuto un vero desiderio di entrare in politica, ma non posso escluderlo del tutto. Oggi la mia testa è tutta su Mediaset, ma una nuova sfida… chissà”. Una porta socchiusa, dunque. E non è un caso che, poco dopo, il discorso tocchi temi chiave per l’Italia: welfare, scuola, sicurezza, salari. “Sono priorità vere, non slogan da campagna elettorale”.
Il ricordo del padre Silvio è ancora fortissimo: “Manca tanto alla politica italiana. Lui non sarebbe rimasto immobile di fronte alle follie in Ucraina o in Medio Oriente. Avrebbe agito, si sarebbe fatto sentire”. Poi, arriva anche il giudizio sull’attuale governo: “È il migliore in Europa. Giorgia Meloni fa ciò che serve, anche quando è impopolare. Il suo patriottismo è una risorsa, non un limite”.
Pier Silvio non si ferma qui: rivolge anche un messaggio diretto ad Antonio Tajani, attuale leader di Forza Italia. “Il partito deve aprirsi a nuove idee, a volti nuovi. Serve freschezza e visione, non si può vivere di passato”.
L’intervista tocca anche volti noti del giornalismo e dell’intrattenimento. Pier Silvio invita apertamente Giambruno e Mentana a tornare in tv, segno della sua visione inclusiva, dove chi ha da dire qualcosa trova sempre spazio. Inoltre, conferma il ritorno del Grande Fratello, con due edizioni distinte: una in autunno condotta da Simona Ventura e una in primavera guidata da Alfonso Signorini. Un segnale di continuità ma anche di sperimentazione.
Il quadro che emerge è quello di un mondo televisivo in trasformazione, in un contesto globale sempre più incerto. “Oggi serve coraggio – conclude Berlusconi – tra guerre, streaming e dazi, è facile perdersi. Ma noi vogliamo guardare avanti”.
Un discorso che non è solo da amministratore delegato, ma da uomo che ha una visione chiara sul ruolo dei media, sulla responsabilità sociale della televisione, e forse, chissà, su un futuro più ampio.