Tragedia a Rocca di Papa: padre uccide l’uomo che aveva tolto la vita a suo figlio
Un fatto di sangue sconvolge la tranquillità del centro cittadino di Rocca di Papa, nel cuore dei Castelli Romani. Nella mattinata dell’8 luglio, in piazza della Repubblica, un uomo è stato freddato con diversi colpi di pistola. Non si è trattato di un crimine qualsiasi, ma di un gesto mosso, secondo le prime ipotesi investigative, da una vendetta covata per anni. L’uomo armato è Guglielmo Palozzi, padre di Giuliano Palozzi, giovane manovale morto nel 2020 a seguito di un violento pestaggio. La vittima dell’agguato di oggi è Franco Lollobrigida, colui che quattro anni fa aveva picchiato brutalmente Giuliano, provocandone la morte.
Chi era Giuliano Palozzi
Giuliano era un uomo semplice, un lavoratore di 34 anni che viveva proprio a Rocca di Papa. La sua esistenza fu tragicamente spezzata a causa di un debito legato alla droga. Nella notte del 27 gennaio 2020, si incontrò con Lollobrigida in via Frascati. I due iniziarono a discutere animatamente per questioni legate a quel debito, finché la situazione degenerò. Franco Lollobrigida, noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, si scagliò con violenza su Giuliano, colpendolo ripetutamente con calci e pugni fino a lasciarlo esanime a terra. Il giovane riportò un grave ematoma cerebrale e fu ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma, dove rimase in coma per cinque mesi, fino al decesso avvenuto l’11 giugno 2020.
Il processo e la condanna di Lollobrigida
Inizialmente arrestato per tentato omicidio, Lollobrigida fu poi accusato di omicidio preterintenzionale dopo la morte di Giuliano. Nel successivo iter giudiziario, fu condannato in appello a dieci anni di reclusione. Una pena che, per la famiglia Palozzi, non ha mai rappresentato una vera giustizia. Il dolore per la perdita di un figlio si è evidentemente trasformato, nel cuore di Guglielmo, in un sentimento di rivalsa, fino alla decisione di farsi giustizia da solo.
Il giorno della vendetta
L’8 luglio 2025, il destino ha riportato Guglielmo e Franco faccia a faccia. Dopo aver scontato parte della sua pena, Lollobrigida era tornato in libertà. Ma la sua nuova vita è durata poco. Secondo le prime ricostruzioni, Guglielmo ha atteso il momento giusto e, appena ha avuto l’occasione, ha sparato più volte alle spalle dell’uomo che aveva ucciso suo figlio. L’omicidio si è consumato in pieno giorno, nel cuore del paese, sotto lo sguardo attonito di alcuni passanti.
L’arresto del padre
I carabinieri della stazione di Rocca di Papa, giunti tempestivamente sul posto e coordinati dalla procura di Velletri, hanno fermato Guglielmo Palozzi. L’uomo non ha opposto resistenza. È apparso calmo, come se si fosse preparato da tempo a compiere quel gesto estremo. Le indagini sono ancora in corso, ma la pista più accreditata resta quella della vendetta. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e verificando se Guglielmo avesse pianificato l’omicidio da tempo o se si sia trattato di un impulso improvviso.
Una comunità sconvolta
La notizia si è diffusa rapidamente tra i cittadini di Rocca di Papa, lasciando la comunità sgomenta. In molti conoscevano sia Giuliano che suo padre, persone stimate e riservate. Il gesto di Guglielmo riapre vecchie ferite e solleva interrogativi profondi: fino a che punto può spingere il dolore? È giustificabile la vendetta privata quando la giustizia istituzionale non riesce a lenire la sofferenza?
Conclusione
Il caso di Rocca di Papa è destinato a far discutere a lungo. Da un lato, c’è la tragedia di un padre che non ha mai superato la morte del figlio; dall’altro, la drammatica realtà di un uomo che, dopo aver scontato parte della sua pena, è stato ucciso appena tornato in libertà. In mezzo, resta una comunità ferita e l’eco di una violenza che continua a generare altra violenza.