Ius Scholae, Forza Italia rilancia la sfida: scontro aperto nel centrodestra e nuove alleanze all’orizzonte

Era nell’aria da mesi, ma quando Forza Italia ha deciso di rimetterlo al centro del dibattito, ha fatto un vero e proprio botto: lo Ius scholae torna protagonista sulla scena politica. Il partito guidato da Antonio Tajani ha rispolverato la proposta di legge già depositata nell’ottobre 2024, rimasta da allora in un cassetto sia alla Camera che al Senato, senza mai vedere l’avvio di un iter parlamentare concreto.

A riaccendere la miccia è stato Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, con una dichiarazione che ha subito agitato le acque: “Se il Parlamento decide di calendarizzarla, noi siamo pronti a votarla”. Parole che hanno il sapore di una sfida diretta al Partito Democratico, ma che in realtà sono frutto di una strategia ben precisa, con il pieno appoggio di Tajani: “Il Parlamento è sovrano, chi vuole può votare la nostra proposta”, ha ribadito il vicepremier e ministro degli Esteri.

La questione dello Ius scholae torna dunque a spaccare il centrodestra e a creare tensioni anche tra le file dell’opposizione. La proposta di Forza Italia è chiara e non lascia spazio a compromessi: cittadinanza ai minori stranieri dopo dieci anni di frequenza scolastica obbligatoria in Italia. Una linea netta, che punta a una forma di integrazione profonda e verificabile, senza margini per soluzioni più “morbide”.

Il Partito Democratico ha accolto la riapertura del dibattito con una certa dose di entusiasmo, soprattutto tra i riformisti. Sui social si è subito sollevato un coro di approvazione, mentre dai vertici del partito arriva una risposta più prudente: “La nostra proposta è più ambiziosa, ma siamo disponibili al confronto, purché Forza Italia dimostri coerenza”. Un’apertura condizionata, quindi, che non cancella le profonde divergenze tra le forze in campo.

Le reazioni nel resto del panorama politico non si sono fatte attendere. Da una parte Lega e Fratelli d’Italia, che si dichiarano fermamente contrari. Rossano Sasso, per la Lega, boccia senza mezzi termini l’idea: “La cittadinanza va bene così com’è. Non dobbiamo fare propaganda su temi che non fanno parte del programma comune del centrodestra”. Dello stesso tenore è la posizione di Fratelli d’Italia, con Giovanni Donzelli che richiama il referendum per confermare la distanza del partito rispetto allo Ius scholae.

Nel frattempo, Tajani si mostra determinato e non cede di un millimetro. Dopo il question time in Senato, prende la parola per ribadire con fermezza: “Non ci sarà alcuna trattativa sulla nostra proposta. I dieci anni di scuola obbligatoria sono il punto centrale e non sono negoziabili”. Una dichiarazione che sembra puntare direttamente contro le richieste del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, i quali vorrebbero abbassare la soglia a cinque anni.

E proprio dalle opposizioni arriva un appello forte a Forza Italia: “Fate sul serio, basta giochi d’estate”, afferma Carlo Calenda di Azione, pronto a votare la proposta così com’è. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, chiede invece un confronto immediato, suggerendo che su questo tema si possa costruire una nuova maggioranza trasversale. Se Forza Italia decidesse davvero di portare avanti la proposta senza curarsi dell’opposizione interna al centrodestra, potrebbe nascere una coalizione parlamentare inedita, con un centrodestra spaccato e un’alleanza di fatto con una parte dell’opposizione.

Uno scenario rischioso, che potrebbe generare contraccolpi importanti a livello di governo e di equilibrio tra le forze politiche. Ma Tajani prova a stemperare i toni, pur senza fare marcia indietro. “L’iter parlamentare? Se ne parlerà da settembre. Ora ci sono altre priorità, come la riforma della giustizia”, dichiara, cercando di raffreddare un dibattito che si stava rapidamente infiammando.

La mossa di Forza Italia si inserisce in un momento delicato, in cui il partito cerca di riaffermare la propria identità liberale e riformista, anche a costo di mettere a dura prova la compattezza della coalizione. C’è chi, all’interno del partito, scommette che alla fine si troverà un modo per evitare lo scontro frontale, magari rimandando il dibattito fino a quando il clima politico sarà meno teso.

Nel frattempo, però, il dado è tratto. Lo Ius scholae è tornato al centro del dibattito nazionale e nessuno, questa volta, potrà far finta che non esista.

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