Ucraina fuori dal Trattato di Ottawa: Zelensky autorizza il ritorno alle mine antiuomo per difesa nazionale

L’Ucraina si prepara a una svolta decisiva nella propria strategia militare: il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la firma di un decreto per il ritiro del Paese dalla Convenzione di Ottawa, l’accordo internazionale che vieta l’uso, la produzione e la diffusione delle mine antiuomo. Una mossa che, se confermata dal Parlamento ucraino, rappresenterebbe un cambio di rotta importante, dettato dalla necessità di adattarsi a un contesto bellico sempre più complesso.

Questa decisione arriva in un momento critico: nella notte tra sabato e domenica, l’Ucraina è stata colpita da un attacco russo di intensità senza precedenti, con oltre 500 tra droni e missili lanciati su più fronti, incluse le città di Kiev e Leopoli. Le forze armate polacche, preoccupate dall’escalation, hanno attivato i propri caccia per monitorare i confini orientali. Le difese antiaeree ucraine sono riuscite ad abbattere gran parte dei velivoli nemici — si parla di 477 droni e 60 missili intercettati — ma non sono mancate le conseguenze tragiche: un caccia F-16 è stato abbattuto e il pilota ha perso la vita, mentre nelle regioni di Cherkasy e Ivano-Frankivsk si contano diversi feriti tra la popolazione civile.

In un messaggio video diffuso domenica, Zelensky ha annunciato di aver firmato il decreto per avviare la procedura di uscita dall’accordo siglato a Ottawa nel 1997, ratificato in seguito da oltre 160 Paesi. “Siamo consapevoli della portata politica di questa decisione, soprattutto in tempo di guerra. Ma oggi, ciò che conta è l’efficacia sul campo e la sicurezza dei nostri cittadini. Questa decisione manda un messaggio chiaro ai nostri partner e ai Paesi confinanti con la Russia: dobbiamo adattarci alla realtà del conflitto in corso”, ha dichiarato il presidente.

La Convenzione di Ottawa proibisce esplicitamente l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento delle mine antipersona, con l’obiettivo di proteggere i civili dai danni a lungo termine provocati da questi ordigni. Tuttavia, Zelensky ha puntato il dito contro Mosca, sottolineando come la Russia non abbia mai aderito alla convenzione e utilizzi le mine antiuomo “in modo cinico e sistematico”, sia nella guerra attuale contro l’Ucraina sia in conflitti precedenti. “È il modus operandi del regime russo: eliminare vite umane senza alcun riguardo, usando ogni mezzo disponibile”, ha aggiunto.

Negli ultimi mesi, diversi Paesi dell’Europa orientale — tra cui Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia e Finlandia — hanno adottato decisioni analoghe, ritirandosi o sospendendo gli obblighi previsti dal trattato. Tutti questi Stati condividono una frontiera o una storia di tensioni con la Russia, e vedono nelle mine antiuomo una forma estrema ma necessaria di autodifesa.

Il ministero degli Esteri ucraino ha ricordato che, all’epoca della ratifica della Convenzione nel 2005, l’Ucraina non si trovava in uno stato di guerra e non poteva prevedere l’aggressione militare avviata dalla Russia nel 2014 e poi intensificata nel 2022 con l’invasione su larga scala. In tale contesto, la limitazione all’uso delle mine ha finito per penalizzare gravemente la capacità di difesa del Paese, creando un’asimmetria sul campo di battaglia a favore dell’aggressore.

Le autorità ucraine hanno chiarito che la sospensione della partecipazione alla Convenzione non rappresenta una rinuncia definitiva ai principi umanitari che essa incarna, ma una misura temporanea e strettamente legata all’attuale emergenza. Il diritto all’autodifesa, sancito dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, viene ritenuto oggi prioritario rispetto agli obblighi assunti nel passato in un contesto completamente diverso.

“Difendere l’Ucraina — ha dichiarato il ministero — significa anche proteggere i nostri cittadini e il nostro diritto a esistere come Stato sovrano, indipendente e libero. Davanti a una minaccia esistenziale come quella russa, siamo costretti a prendere decisioni difficili ma necessarie. È una questione di sopravvivenza nazionale”.

Il governo ha infine sottolineato che la partecipazione dell’Ucraina agli strumenti internazionali sarà sempre valutata alla luce dell’equilibrio tra diritto umanitario e necessità di difesa. Fino a quando la Russia continuerà a violare sistematicamente i principi fondamentali della convivenza tra Stati, l’Ucraina si riserva il diritto di agire in modo proporzionato per proteggere la propria popolazione e la propria sovranità.

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