Tregua tra Israele e Iran: violazioni, tensioni e reazioni internazionali
Alle 7:30 ora locale di Teheran è ufficialmente scattata una tregua tra Israele e Iran, un momento che avrebbe potuto rappresentare una svolta significativa nel conflitto esploso dodici giorni fa. L’annuncio della cessazione delle ostilità è arrivato nella notte direttamente dall’ex presidente americano Donald Trump, che attraverso un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social alle 6:55 italiane ha scritto: “La tregua è ora in vigore. Non violatela!”. Trump ha inoltre dichiarato che questa tregua, se rispettata, potrebbe portare nel giro di ventiquattro ore alla “fine ufficiale della ‘Guerra dei 12 giorni’”.
Israele accetta, ma accusa subito l’Iran di una violazione
Nonostante la dichiarazione di tregua, la situazione è precipitata poco dopo. Israele ha confermato di aver accettato il cessate il fuoco, ma ha immediatamente accusato l’Iran di averlo violato con il lancio di missili balistici verso il territorio israeliano. Secondo le autorità israeliane, l’attacco sarebbe avvenuto proprio dopo l’annuncio della tregua, gettando ombre sulla reale volontà di Teheran di rispettare l’accordo.
Tuttavia, l’Iran ha smentito con decisione ogni coinvolgimento. Fonti militari iraniane, citate dalla CNN, hanno affermato che “nessun missile è stato lanciato in direzione del nemico” a partire dalle 7:30 ora iraniana (le 6:00 italiane). Un alto ufficiale ha precisato che si è trattato di una falsa accusa e ha avvertito che “se Israele dovesse commettere un errore, tutti i territori occupati verranno attaccati, come avveniva prima della tregua”.
Israele risponde: nuovi attacchi contro Teheran
La replica israeliana non si è fatta attendere. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato pubblicamente di aver ordinato alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) di rispondere con fermezza alla presunta violazione iraniana. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, Katz ha dato istruzione di colpire “obiettivi strategici del regime iraniano nel cuore di Teheran”.
La nota ufficiale del Ministero della Difesa israeliano afferma: “Alla luce della violazione totale da parte dell’Iran del cessate il fuoco dichiarato dal presidente americano e del lancio di missili in direzione di Israele, e nel rispetto della politica del governo di rispondere con forza a ogni minaccia, ho autorizzato un’intensa attività offensiva in coordinamento con il primo ministro”.
Questa escalation fa temere una nuova ondata di violenze e pone seri dubbi sulla possibilità che la tregua possa davvero reggere nelle prossime ore.
Le parole della premier italiana Giorgia Meloni
In Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta al Senato per commentare la situazione in Medio Oriente, esprimendo forte preoccupazione per la fragilità della tregua. “Lo scenario di stamane andava nella direzione che auspicavamo – ha dichiarato – ma ora si è nuovamente complicato, perché da parte iraniana è stata violata la tregua”.
Meloni ha poi aggiunto: “Israele potrebbe rispondere con una reazione che si spera sia commisurata e simmetrica. Tuttavia, dopo la violazione, l’Iran ha comunque confermato la volontà di rispettare la tregua. Questo potrebbe essere interpretato come un segnale di divisione interna nello scenario iraniano, un aspetto da non sottovalutare”.
La premier ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza e responsabilità: “La situazione resta molto complessa, ma continuiamo a credere che si possa proseguire con il cessate il fuoco e tornare finalmente alle negoziazioni”.
Uno scenario ancora incerto ma non privo di spiragli
Mentre l’attenzione internazionale resta alta e le cancellerie del mondo seguono con apprensione l’evolversi degli eventi, il futuro della tregua rimane sospeso. La possibilità di un ritorno al dialogo esiste, ma sarà determinata dalla capacità delle parti coinvolte di evitare ulteriori provocazioni e rispettare gli impegni presi.
Il coinvolgimento di figure di rilievo come Donald Trump, la prontezza delle risposte israeliane e la comunicazione ambigua dell’Iran rendono questo momento storico estremamente delicato. Qualsiasi mossa sbagliata potrebbe riaccendere il conflitto su scala ben più ampia.