La serena cittadina di Rovereto è stata recentemente teatro di una vicenda che ha sconvolto profondamente l’intera comunità. La sera di domenica 15 giugno, il corpo senza vita di Annamaria Sartori, un’anziana di 86 anni, è stato trovato nella sua abitazione di via Sticotta. Una tragedia che inizialmente appariva come una morte naturale ha ben presto preso una piega drammatica, portando all’arresto del figlio della vittima, Giovanni Gabrielli. La notizia ha lasciato sgomenti non solo i vicini e gli amici della donna, ma l’intera popolazione locale, ancora incredula di fronte a una vicenda così dolorosa e incomprensibile.
Tutto ha avuto inizio quando il dispositivo di telesoccorso, che la signora Sartori portava sempre con sé per motivi di sicurezza, ha lanciato un segnale di emergenza. Immediatamente sono intervenuti i carabinieri, che hanno fatto l’atroce scoperta: la donna era già priva di vita. Il suo corpo giaceva sul pavimento dell’abitazione, mentre il figlio era accanto a lei in stato confusionale, visibilmente scosso e incapace di fornire spiegazioni coerenti agli inquirenti.
Le autorità, pur mantenendo inizialmente il massimo riserbo sulla vicenda, hanno subito compreso che qualcosa non tornava. La Procura della Repubblica di Rovereto ha così aperto un fascicolo d’indagine per chiarire le circostanze esatte della morte. Fin dai primi accertamenti, gli inquirenti hanno avuto il sospetto che non si trattasse di un decesso naturale. A rafforzare questi dubbi sono stati i risultati preliminari dell’autopsia, che ha evidenziato la presenza di diversi ematomi sul corpo dell’anziana, incompatibili con cadute accidentali o colpi dovuti a oggetti contundenti.
Il figlio della donna, Giovanni Gabrielli, 60 anni, residente a Lecce, era giunto in Trentino nei giorni precedenti per far visita alla madre e prendersi cura di lei. Un gesto che all’apparenza poteva sembrare dettato da affetto e senso del dovere, ma che ora appare sotto una luce completamente diversa. Pochi giorni dopo la morte della madre, Gabrielli è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura di Rovereto, che lo accusa di omicidio aggravato dal legame familiare.
L’arresto è avvenuto in Puglia, dove l’uomo si era nel frattempo recato. I carabinieri lo hanno fermato e trasferito in carcere, dove ora si trova in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. Secondo quanto trapelato dagli ambienti investigativi, le prove raccolte finora sarebbero consistenti e avrebbero motivato la misura cautelare applicata.
Le indagini, tuttavia, non sono concluse. La Procura ha disposto ulteriori esami medico-legali per chiarire in maniera definitiva le cause del decesso. In particolare, si attendono i risultati istologici e tossicologici, che potrebbero fornire ulteriori elementi per ricostruire con precisione gli ultimi istanti di vita di Annamaria Sartori.
Nel frattempo, la città di Rovereto resta sotto shock. Annamaria era molto conosciuta nel quartiere, descritta da tutti come una donna gentile, riservata e sempre disponibile. La notizia della sua tragica scomparsa ha colpito duramente soprattutto i vicini di casa, alcuni dei quali avevano avuto modo di vedere il figlio durante i giorni precedenti l’accaduto.
I residenti della zona si sono stretti nel dolore, ma anche nella speranza che la giustizia faccia piena luce su questa triste vicenda. È difficile per molti accettare che un figlio possa essere coinvolto nella morte della propria madre, e ancora più complicato è comprendere quali possano essere state le motivazioni di un gesto tanto estremo, se confermato.
Nei prossimi giorni sono attese nuove comunicazioni da parte della Procura, che potrebbe convocare una conferenza stampa per illustrare lo stato delle indagini e fornire eventuali aggiornamenti. Intanto, l’intera comunità di Rovereto continua a interrogarsi, chiedendo giustizia per Annamaria e cercando di trovare un senso in un episodio che ha lasciato una ferita profonda nel cuore della città.