Periferie Dimenticate: L’Italia Ricorda Fortuna Loffredo nella Prima Giornata Nazionale delle Periferie

Sono passati undici anni da quel maledetto 24 giugno 2014, ma per Domenica Guardato il tempo si è fermato. Da quel giorno, la sua vita è cambiata per sempre, segnata da una ferita che nessuna giustizia potrà mai sanare: la perdita della piccola Fortuna Loffredo, chiamata affettuosamente “Chicca”, la figlia di soli sei anni precipitata dall’ottavo piano di un palazzo nel Parco Verde di Caivano. Ma quella caduta, come è emerso tragicamente, non fu un incidente. Era l’epilogo di un orrore protratto nel tempo: abusi, silenzi e violenze consumati nell’indifferenza colpevole di molti.

Oggi, 24 giugno 2025, l’Italia celebra per la prima volta la Giornata Nazionale delle Periferie Urbane, istituita grazie alla legge 170/2024. Una data simbolica, scelta proprio in memoria di Chicca, affinché il suo grido – e quello di tanti altri bambini dimenticati – non si perda nel silenzio. Una giornata per ricordare, ma soprattutto per agire.

La voce di Domenica: un amore che resiste al dolore

«Darei la vita per riabbracciare la mia Chicca», confessa Domenica con un filo di voce, rotta dall’emozione. Dopo la tragedia, ha deciso di lasciare Caivano. Ora vive al Nord, insieme al figlio ventenne e alla piccola Fatima, nata nel gennaio 2024. Un nuovo inizio, un barlume di speranza. «Chicca resterà per sempre nel mio cuore, ma Fatima è un dono di Dio, una luce che mi ha salvata dal buio».

Eppure la paura non l’ha mai davvero lasciata. «Periferia o città, dentro o fuori casa, la violenza è ovunque. I ragazzi devono imparare a riconoscere l’amore vero, quello che protegge, non quello che distrugge. Devono potersi fidare, devono potersi salvare». Parole che pesano, che arrivano dritte al cuore e che ci obbligano a non dimenticare.

Una giornata per accendere i riflettori sulle ferite d’Italia

La Giornata Nazionale delle Periferie non è solo commemorazione. È un invito a guardare in faccia una realtà che troppo spesso viene nascosta. Come spiega l’onorevole Alessandro Battilocchio, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie: «Questa ricorrenza vuole rompere il silenzio. Le periferie italiane sono terre abbandonate, dove il degrado è la norma e i bambini crescono senza diritti».

Un esempio drammatico arriva dalla Calabria, nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro: oltre 170 bambini vivono in baracche fatiscenti, senza acqua corrente né servizi essenziali. «È una vergogna per un Paese civile. Non possiamo più voltarci dall’altra parte», dichiara Battilocchio.

Ma questa giornata serve anche a mostrare che cambiare è possibile.

Segnali di speranza: dalle parole ai fatti

In alcune periferie italiane, i semi della rinascita stanno germogliando. A Roma, nei pressi dell’Albuccione, o a Castelnuovo di Porto, i bambini cominciano a scrivere i loro sogni sui muri, desiderosi di un domani diverso. Si creano laboratori creativi, scuole aperte al territorio, percorsi di legalità e cittadinanza attiva.

La Commissione ha voluto che il Premio Strega Giovani si tenesse in luoghi simbolici come Tor Bella Monaca e Caivano, per restituire dignità e visibilità a realtà dimenticate. E nel centro Don Pino Puglisi, un impianto sportivo sequestrato alla mafia è stato riqualificato, diventando punto di riferimento per i giovani del quartiere.

Riscatto, giustizia, memoria

Questa giornata non nasce solo per ricordare ciò che è andato perso, ma per costruire un futuro in cui nessun bambino debba più subire ciò che ha subito Chicca. Dove ogni periferia possa diventare luogo di possibilità e non più di emarginazione. Dove il riscatto non sia un’eccezione, ma la regola.

Domenica Guardato, con il suo coraggio silenzioso, è il volto di tutte quelle madri che hanno visto spegnersi la luce nei loro figli e che ora lottano perché nessun altro debba vivere lo stesso incubo. «Non voglio vendetta – dice – voglio che la mia Chicca non sia dimenticata. Voglio che la sua storia serva a salvare altri bambini».

Ed è proprio da qui che deve partire il cambiamento: dall’ascolto, dalla presenza, dall’impegno. Perché le periferie non sono un altrove: sono parte di noi. E solo quando ce ne prenderemo cura davvero, potremo dire di essere una società giusta.

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