Esame di Maturità 2025: La Lezione di Paolo Borsellino ai Giovani contro la Mafia

Per l’Esame di Stato 2025, il Ministero dell’Istruzione ha scelto di proporre tra le tracce della prima prova un brano tratto da un intervento di Paolo Borsellino, magistrato simbolo della lotta alla mafia. La selezione del suo scritto intitolato “I giovani, la mia speranza”, pubblicato nel 1992 sulla rivista Epoca, rappresenta non solo un omaggio alla sua memoria, ma anche un forte invito a riflettere sui valori della legalità, del coraggio e dell’impegno civile. Il testo si concentra sull’importanza della scuola e dei giovani nella battaglia contro la mafia, sottolineando come l’educazione sia la vera arma contro l’illegalità.

Nel brano scelto per la prova di italiano, Borsellino descrive la sua Palermo come una città bellissima ma martoriata dalla violenza mafiosa. Eppure, nonostante le sofferenze, egli evidenzia una forza reattiva, un desiderio di riscatto che vede soprattutto nei giovani. Il magistrato afferma con forza che “la mafia teme la scuola più della giustizia”, perché la sua forza si alimenta dell’ignoranza e del silenzio. È solo attraverso l’istruzione, la conoscenza e la consapevolezza civica che si può combattere veramente la mafia. La scuola deve educare al rispetto delle regole, alla responsabilità e alla legalità, fornendo ai ragazzi strumenti concreti per diventare cittadini attivi e consapevoli.

Questa traccia ha suscitato una forte emozione in Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato, che da anni porta avanti il ricordo e l’insegnamento del padre nelle scuole italiane. Intervistata da Repubblica, ha espresso la sua gioia e commozione per la scelta del Ministero: “È una bellissima sorpresa, sono felice ed emozionata. Vuol dire che tutto l’enorme lavoro che stiamo facendo nelle scuole è stato riconosciuto. Sono certa che i ragazzi non si troveranno impreparati”.

Fiammetta ha sottolineato il ruolo centrale che i giovani avevano nella vita del padre. Paolo Borsellino ha sempre creduto in un’antimafia fondata sulla prevenzione, sull’educazione e sulle opportunità offerte ai ragazzi. Anche nei suoi ultimi giorni, il magistrato non cessò di credere nei giovani: scrisse infatti una lettera agli studenti di una scuola di Padova, confermando il suo legame profondo con le nuove generazioni.

Durante l’intervista, Fiammetta ha ricordato anche come suo padre avesse ereditato dal giudice Rocco Chinnici l’impegno nella lotta al traffico di droga, un fenomeno che colpisce duramente i giovani e che rappresenta uno dei principali strumenti di potere della criminalità organizzata. Borsellino era convinto che avvicinare i giovani alla cultura, alla bellezza, alle passioni e all’impegno sociale fosse il modo più efficace per allontanarli dal rischio della devianza.

Secondo Fiammetta, il tema dell’Esame di Maturità 2025 rappresenta un’occasione straordinaria per invitare gli studenti a riflettere su un messaggio universale: quello di un uomo che ha sempre saputo unire il rigore del suo lavoro di magistrato con un profondo impegno civile. Questo messaggio, oggi più che mai, ha bisogno di essere ascoltato, soprattutto in un periodo storico in cui la lotta alla mafia sembra essere scomparsa dal dibattito politico nazionale.

Nonostante ciò, Fiammetta ha sottolineato come nelle scuole, tra gli insegnanti, nelle associazioni locali e tra i giovani, ci sia ancora un’enorme sensibilità sul tema. “Il mio termometro sono le mille richieste che mi arrivano dalle scuole e dalle università. Per questo sono sicura che oggi i ragazzi hanno tutti gli strumenti per svolgere un buon tema. E mi piacerebbe poi poterne leggere qualcuno per apprezzare il segno che la vita di mio padre ha lasciato in loro”, ha concluso.

In definitiva, la scelta del Ministero ha un significato profondo e simbolico. È un richiamo alla memoria, ma anche un invito a costruire un futuro diverso, più giusto e libero. I giovani sono chiamati a raccogliere questo testimone, a riflettere, a interrogarsi e a impegnarsi. Perché come ricordava Paolo Borsellino: “La speranza sono i giovani. Loro possono cambiare il mondo. Loro possono sconfiggere la mafia”.

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