Il caso di Lorys Stival continua a scuotere le coscienze, anche a distanza di anni da quel tragico novembre del 2014, quando il piccolo di otto anni scomparve da Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, e fu poi ritrovato privo di vita in un canalone. Un evento che ha segnato nel profondo l’Italia intera, non solo per la brutalità del gesto, ma soprattutto per l’identità dell’assassina: sua madre, Veronica Panarello.
Veronica fu condannata in via definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio e l’occultamento del cadavere del figlio. Una vicenda che, sin dall’inizio, ha suscitato sgomento e rabbia nella popolazione, sia per le modalità del delitto sia per il comportamento ambiguo e le versioni contraddittorie fornite dalla donna nel corso delle indagini. Il corpo del piccolo Lorys fu ritrovato con segni evidenti di strangolamento, e l’autopsia confermò la morte per asfissia provocata da fascette di plastica, compatibili con quelle presenti nella casa della famiglia Stival.
In un primo momento, Veronica negò ogni responsabilità, raccontando di aver accompagnato il figlio a scuola quella mattina. Solo successivamente, dopo dieci mesi trascorsi in carcere, iniziò a rilasciare dichiarazioni contraddittorie, fino ad ammettere un coinvolgimento diretto. In un clamoroso sviluppo del caso, la donna accusò il suocero, Andrea Stival, padre del marito, di essere lui il vero responsabile del delitto, sostenendo di aver avuto con lui una relazione segreta e di aver taciuto per timore di ritorsioni. Secondo la sua versione, sarebbe stato proprio il nonno a strangolare il bambino per paura che rivelasse tutto.
Ma Andrea Stival ha sempre negato ogni coinvolgimento, definendo le parole della nuora una menzogna assoluta. Le sue dichiarazioni sono state accolte con favore dagli inquirenti, che non hanno mai trovato riscontri concreti alle accuse. Nel 2023, la Corte d’Appello di Catania ha condannato Veronica Panarello a due anni di reclusione anche per calunnia nei confronti dell’ex suocero, chiudendo definitivamente questa dolorosa appendice del processo.
Nel frattempo, la ferita per la perdita di Lorys rimane aperta, soprattutto nel cuore del padre, Davide Stival, che non ha mai smesso di ricordare il figlio. E proprio in occasione di quello che sarebbe stato il 19º compleanno del ragazzo, Davide ha voluto scrivere una lunga e toccante lettera pubblicata sul quotidiano La Sicilia. Parole intrise di amore e dolore, che testimoniano quanto sia ancora vivo il ricordo di Lorys nella vita del padre e della sua famiglia.
«Lorys… oggi avresti compiuto 19 anni», scrive Davide. «Solo a scriverlo mi si spezza il cuore, perché ogni anno che passa è un altro vissuto senza di te. Mi chiedo spesso come saresti diventato, che uomo saresti oggi. Mi manca tutto di te: la tua voce, i tuoi sorrisi, i tuoi abbracci che sarebbero stati sempre più forti». Il padre prosegue ricordando quanto amore Lorys ha lasciato dietro di sé e quanto, nonostante l’assenza fisica, la sua presenza sia ancora viva. «Ogni compleanno senza di te è una ferita che non si chiude, ma anche un’occasione per ricordarti con amore. Ti immagino circondato da altri angeli come te, in un cielo in festa. Qui, accendiamo una candela, alziamo gli occhi al cielo e guardiamo le stelle per dirti: buon compleanno».
La lettera si conclude con un pensiero struggente: «Il cielo oggi brilla per te. Buon compleanno… il tuo papà e il tuo fratellino». Un messaggio che racchiude il dolore di un padre, ma anche l’immenso amore che nessuna tragedia potrà mai cancellare.
La storia di Lorys Stival rimane una ferita aperta nel cuore del Paese. Il ricordo di quel bambino dagli occhi vivaci, strappato alla vita nel modo più crudele, continua a commuovere e a far riflettere. E nelle parole di suo padre si avverte la forza di un legame che neanche la morte è riuscita a spezzare. Attraverso il dolore e la memoria, Lorys continua a vivere, testimone silenzioso di un amore eterno.