Gaza, il piccolo Adam sopravvissuto alle bombe arriva a Milano: salvato dalla guerra, curato in Italia

Dalla tragedia alla speranza: la storia del piccolo Adam è una di quelle che toccano il cuore e ricordano al mondo intero quanto la solidarietà possa fare la differenza. Adam ha solo 11 anni, ma la sua vita è già stata segnata da un dolore indescrivibile. Un bombardamento ha cancellato in un attimo la sua casa e la sua famiglia a Khan Younis, nella martoriata Striscia di Gaza. Di dieci fratelli, è l’unico sopravvissuto. Ha riportato gravi fratture e ferite profonde non solo nel corpo, ma soprattutto nell’anima. Ora, però, si trova in Italia, a Milano, accolto con amore e premura per ricevere cure mediche e, forse, un nuovo inizio.

Il suo arrivo è avvenuto all’aeroporto militare di Linate, in una delle tre missioni umanitarie che hanno portato circa 80 cittadini palestinesi evacuati da Gaza, tra cui 17 bambini feriti, in cerca di salvezza. Con Adam c’era la madre, Alaa al-Najjar, una pediatra che ha dovuto dire addio al marito sotto le bombe. Lei stessa, con voce rotta dall’emozione, ha dichiarato: “Grazie mille, non ho parole per ringraziare. È un piacere enorme essere qui in Italia”. Parole semplici, ma che racchiudono la riconoscenza di una madre che ha visto l’inferno e ora intravede una possibilità di rinascita.

Adam sarà seguito dai medici dell’ospedale Niguarda di Milano per la cura delle fratture riportate. Ma non è solo: altri cinque bambini sono arrivati in Lombardia nello stesso volo. Una ragazza di 15 anni con gravi lesioni toraciche è stata affidata alle cure del Policlinico di Milano, mentre una bambina di 12 anni con fratture multiple è stata trasportata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. In Piemonte, all’ospedale Regina Margherita di Torino, sono stati invece accolti altri tre bambini, tra cui una bimba di appena 2 anni.

Ad accogliere Adam e gli altri pazienti a Linate c’erano figure istituzionali di rilievo, come il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha donato ad Adam un pallone da calcio, simbolo di normalità e gioco, e l’assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso. Presente anche la zia del bambino, giunta appositamente dal Canada, che ha preferito mantenere il silenzio in questo momento così delicato.

Il messaggio di Tajani è stato chiaro: “Le guerre purtroppo provocano questi disastri. Ho visto negli occhi delle mamme e dei bambini l’orrore della guerra. Ci hanno detto ‘non voglio tornare a Gaza, possiamo rimanere in Italia?’”. Un grido di aiuto che scuote le coscienze e che spinge la politica a muoversi. “Sono contento che questi bambini possano ritrovare un po’ di serenità nel nostro Paese”, ha aggiunto il ministro, sottolineando la necessità di un cessate il fuoco immediato.

Tajani ha ribadito con forza che non si può accettare la morte dei bambini, vittime innocenti di una guerra che non hanno scelto. “I bambini non sono soldati”, ha detto, “ma vite da proteggere. Dobbiamo rispettare il diritto umanitario”. Ha concluso ricordando che si sta lavorando senza sosta, su più fronti – umanitario, politico e diplomatico – per mettere fine a un conflitto che sta distruggendo intere generazioni.

Anche l’assessore Bertolaso ha voluto ringraziare il personale sanitario lombardo: “Ancora una volta, Regione Lombardia si mette a disposizione per chi è in difficoltà. Il nostro sistema sanitario è solido ed efficiente, e oggi è al servizio della solidarietà”.

Quella di Adam è una storia tra tante, ma è anche una luce tra le tenebre. Una testimonianza viva della forza della resilienza, della capacità dei bambini di sopravvivere anche al peggio, e dell’importanza della comunità internazionale nel garantire cure, accoglienza e dignità a chi fugge dalla guerra. In un mondo segnato da conflitti, gesti di umanità come questi ricordano che la speranza è ancora possibile. E che ogni bambino salvato è un futuro che si riaccende.

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