Sono passati due anni dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, figura centrale e spesso controversa del panorama politico italiano, fondatore di Forza Italia e protagonista indiscusso della vita pubblica per oltre tre decenni. La sua eredità, tra luci e ombre, continua a influenzare il dibattito politico e sociale nel nostro Paese. A distanza di tempo, il suo nome suscita ancora emozioni forti, stima e riflessione, non solo tra i suoi sostenitori, ma anche tra coloro che ne hanno condiviso l’esperienza politica.
In occasione del secondo anniversario dalla sua morte, la Premier Giorgia Meloni ha voluto dedicare un pensiero sentito a quello che per molti è stato il “Cavaliere”, nonché uno dei primi leader a credere in un progetto unitario di centrodestra. Attraverso un post pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter), riportato anche dall’agenzia Ansa, Meloni ha scritto:
“Sono passati due anni da quando ci ha lasciati Silvio Berlusconi. Voglio ricordarlo come imprenditore visionario e leader politico che ha creduto in un centrodestra unito e in una Nazione forte e autorevole. Questa sua eredità vive nelle battaglie di libertà e di buongoverno che continuiamo a portare avanti.”
Queste parole condensano l’essenza del ricordo che Meloni conserva del fondatore di Forza Italia: non solo un protagonista della vita politica italiana, ma anche un imprenditore che ha saputo trasformare idee in realtà concrete, capace di influenzare in modo duraturo l’equilibrio delle forze in campo. Il riferimento alle “battaglie di libertà” e al “buongoverno” richiama un’eredità morale e politica che, secondo la Premier, continua a vivere nell’attuale azione di governo.
Il tributo di Giorgia Meloni non è l’unico omaggio giunto in questi giorni. A rendere ancora più intenso e personale questo ricordo è stata Marina Berlusconi, figlia primogenita del Cavaliere e presidente del gruppo Fininvest. In un gesto intimo e profondamente simbolico, Marina ha deciso di condividere con il pubblico l’ultimo scritto del padre, redatto nei suoi ultimi giorni di vita in ospedale.
Si tratta di un testo dal tono riflessivo, quasi spirituale, in cui Berlusconi riassumeva il senso della sua visione liberale. Non una semplice dichiarazione politica, ma un vero e proprio testamento ideale, in cui il concetto centrale è quello dell’amore: un sentimento che, secondo lui, deve essere prima accolto e vissuto interiormente per poi poter essere donato agli altri, sia nella vita privata che in quella pubblica. Una filosofia che mette al centro la persona, la libertà individuale e la responsabilità verso il prossimo.
Questa visione, come ha spiegato Marina, rappresentava l’essenza del pensiero del padre: un uomo che, nonostante le numerose critiche e battaglie giudiziarie, non ha mai smesso di credere nella possibilità di un’Italia migliore, più giusta e più libera. Le parole di Marina hanno commosso non solo chi ha avuto modo di conoscere da vicino Berlusconi, ma anche molti cittadini comuni che hanno voluto partecipare al ricordo con messaggi, fiori e silenzi rispettosi davanti alla sua tomba.
In un Paese spesso diviso su tutto, la figura di Silvio Berlusconi ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per milioni di italiani, e continua a esserlo anche dopo la sua scomparsa. Il suo carisma, la sua energia, la sua capacità comunicativa e il suo modo di rompere gli schemi hanno lasciato un’impronta indelebile. Che lo si ami o lo si critichi, è impossibile negare che Berlusconi abbia segnato un’epoca.
Oggi, a due anni dalla sua morte, il ricordo si fa più composto ma non meno vivido. Le sue idee e la sua visione politica continuano a vivere nei programmi e nelle scelte del partito che ha fondato e nelle parole di chi, come Giorgia Meloni, si riconosce in quella linea ideale e culturale. Ma è anche nella sfera privata, negli affetti e nei valori trasmessi ai suoi figli, che il lascito di Berlusconi si mostra forse nella forma più autentica.
Un’eredità, quindi, non solo politica, ma anche umana, fatta di visione, ambizione e – come ha voluto sottolineare Marina – di amore.