Francesco Tomasella condannato a 11 anni e 3 mesi: stalking e violenza sessuale sull’ex compagna
Francesco Tomasella, già noto al pubblico per le sue posizioni controverse in materia sanitaria e per essere stato candidato sindaco a Varese, è stato condannato a una pena severa: 11 anni e tre mesi di reclusione per i reati di stalking e violenza sessuale ai danni della sua ex compagna. La sentenza, pronunciata nei giorni scorsi, ha suscitato grande attenzione mediatica e reazioni forti da parte dello stesso Tomasella, che continua a professarsi innocente.
Tomasella, che aveva attirato l’attenzione nazionale nel 2021 per aver organizzato una festa abusiva durante il lockdown in un ristorante a Brebbia (Varese) – episodio documentato dal programma “Striscia la Notizia” – è ora al centro di una vicenda giudiziaria ben più grave e delicata. L’uomo era già noto nell’ambiente per le sue posizioni apertamente no vax, spesso accompagnate da proclami complottisti e atteggiamenti polemici nei confronti delle istituzioni.
La procura, rappresentata dalla PM Maria Claudia Contini, aveva chiesto per lui una condanna a 12 anni e sei mesi. Il tribunale ha deciso per una pena di poco inferiore, ma comunque significativa. Durante il processo, la vittima ha descritto un quadro drammatico della relazione con Tomasella, parlando di “tre anni di terrore”, vissuti con la costante sensazione di essere in pericolo di vita.
Le parole pronunciate in aula dalla donna nell’udienza del 4 febbraio hanno lasciato un segno profondo: «Ho lucidamente pensato che sarei morta. Che non sarei arrivata al mattino del giorno dopo e che le mie figlie sarebbero rimaste orfane». Un racconto agghiacciante che ha contribuito a delineare la gravità della situazione vissuta dalla vittima.
Tomasella ha sempre rigettato ogni accusa, ritenendosi vittima di un sistema giudiziario politicizzato. Subito dopo la lettura della sentenza, ha commentato con parole dure: «Questa è una dittatura di Stato». Durante tutto il procedimento, ha continuato a proclamare la sua innocenza, negando con fermezza di aver mai esercitato violenza nei confronti dell’ex compagna.
Dal maggio 2024, è detenuto in carcere, dopo che il tribunale ha respinto ogni richiesta di concessione degli arresti domiciliari. In aula, ha tentato di difendersi sottolineando il suo amore per la donna e la presunta falsità delle accuse, affermando: «Non ho mai voluto farle del male. Mi dichiaro prigioniero politico». Secondo Tomasella, l’intera vicenda sarebbe frutto di un accanimento giudiziario nei confronti della sua figura, da sempre fuori dagli schemi e scomoda per il sistema.
I suoi avvocati, nel frattempo, attendono le motivazioni dettagliate della sentenza per valutare un eventuale ricorso in Appello. La strategia difensiva punterà, con ogni probabilità, a smontare la ricostruzione fatta dall’accusa, tentando di ribaltare il verdetto in secondo grado.
Tuttavia, la testimonianza della vittima, ritenuta credibile e coerente dal collegio giudicante, è stata ritenuta centrale nell’economia del processo. La donna ha raccontato non solo episodi di violenza fisica e sessuale, ma anche comportamenti ossessivi, minacce e un controllo costante e opprimente, tale da compromettere profondamente la sua vita quotidiana.
La sentenza su Tomasella si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione da parte della magistratura verso i reati di genere e la violenza domestica. Sempre più spesso, le procure italiane chiedono pene severe per gli imputati di questo tipo di crimini, in linea con le richieste della società civile di maggiore tutela per le vittime.
Il caso Tomasella diventa così non solo un episodio giudiziario di cronaca nera, ma anche un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Le sue posizioni pubbliche, spesso legate a retoriche di sfida all’autorità, appaiono ora in netto contrasto con l’immagine emersa in tribunale: quella di un uomo accusato di aver terrorizzato per anni una donna con cui aveva avuto una relazione sentimentale.
In attesa di eventuali sviluppi in Appello, Francesco Tomasella resta detenuto, in un carcere lombardo, dove sconterà – salvo modifiche future – una condanna tra le più gravi inflitte per stalking e violenza sessuale negli ultimi anni in Italia.