Un tragico episodio ha recentemente sconvolto Rafah, nella Striscia di Gaza, dove sono stati segnalati colpi d’arma da fuoco nei pressi di un centro di distribuzione degli aiuti umanitari, gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation. Secondo le prime fonti provenienti da medici e operatori dei soccorsi presenti sul luogo, il bilancio è gravissimo: almeno 26 persone hanno perso la vita e decine sono rimaste ferite. L’episodio, riportato dalla BBC, ha immediatamente attirato l’attenzione della comunità internazionale e spinto il ministro italiano della Difesa, Guido Crosetto, a intervenire con una dichiarazione pubblica.
Durante un’intervista concessa a la Repubblica, il ministro Crosetto ha ribadito che, come tutti i governi italiani degli ultimi anni, l’Italia continua a essere amica di Israele. Tuttavia, ha voluto precisare di essere stato tra i primi rappresentanti istituzionali europei a prendere le distanze dalle recenti operazioni militari volute da Benjamin Netanyahu. Secondo Crosetto, le motivazioni strategiche che giustificavano l’intervento armato in Gaza si sono esaurite da tempo, e ogni nuova offensiva non ha più alcuna giustificazione logica né militare.
A suo avviso, le azioni israeliane stanno mettendo in grave pericolo la vita dei civili, innescando una spirale di odio che finisce solo per danneggiare ulteriormente la stessa Israele. Ha definito l’attuale approccio del governo Netanyahu un errore gravissimo e controproducente, che rischia di favorire proprio quei gruppi estremisti che si oppongono alla sopravvivenza dello Stato israeliano.
Crosetto ha dichiarato senza mezzi termini: «Hamas va combattuta e annientata. Va estirpata da quella terra. Ma non è più possibile farlo con i soli mezzi militari: oggi servono strumenti diversi. La comunità internazionale deve imporre un limite. Non si possono più tollerare vittime civili, donne e bambini: non sono danni collaterali accettabili. Israele deve prenderne atto».
Il ministro ha anche commentato le prossime manifestazioni a sostegno del popolo palestinese previste per il 7 giugno. Ha dichiarato di non avere alcun problema a partecipare in segno di solidarietà, ma ha anche sottolineato la necessità di distinguere chi manifesta per la pace da chi approfitta delle piazze per strumentalizzare la questione politica.
«Se andassi, mi renderei conto di quanto è grande il grado di tolleranza di quella piazza. Temo che buona parte di quei cosiddetti pacifisti non sia lì per i palestinesi, ma per attaccare il governo italiano e, in particolare, persone come Meloni, Tajani e lo stesso Crosetto», ha aggiunto il ministro.
Secondo la BBC, l’episodio più grave si sarebbe verificato nei pressi di un centro gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation a Rafah, struttura finanziata dagli Stati Uniti e da Israele. Le testimonianze riportate da medici e giornalisti locali raccontano di una situazione drammatica: migliaia di civili palestinesi si erano radunati già dalle prime ore del mattino per ricevere aiuti, quando improvvisamente alcuni carri armati israeliani si sono avvicinati e hanno aperto il fuoco.
Il giornalista palestinese Mohammed Ghareeb ha raccontato che molte delle vittime sono rimaste a lungo a terra, senza soccorso, perché le ambulanze non sono state autorizzate ad accedere all’area, sotto stretto controllo israeliano. «Alla fine, molti residenti hanno dovuto usare carri trainati da asini per portare i feriti negli ospedali», ha dichiarato Ghareeb.
La versione fornita dalla Gaza Humanitarian Foundation, tuttavia, contraddice i racconti diffusi da Hamas e da alcuni media. L’organizzazione ha affermato che non ci sono stati né morti né feriti durante la distribuzione degli aiuti, avvenuta – secondo il loro resoconto – in modo ordinato e pacifico. Hanno inoltre sottolineato di aver distribuito oltre 4,7 milioni di pasti solo nella prima settimana di attività.
Le forze israeliane, dal canto loro, hanno dichiarato di non essere a conoscenza di vittime riconducibili ai loro colpi d’arma da fuoco nell’area del centro e hanno assicurato che sono in corso indagini per fare chiarezza su quanto accaduto.
Nel frattempo, l’opinione pubblica internazionale resta divisa tra chi chiede un cessate il fuoco immediato e chi, come Crosetto, invita a un cambio radicale di strategia per eliminare Hamas senza causare ulteriori tragedie umanitarie. La situazione a Gaza continua a evolversi, lasciando un segno profondo nell’equilibrio politico e umanitario della regione.