Tragedia alle Canarie: barcone con 180 migranti si ribalta a La Restinga, sette vittime tra cui bambini

Tragedia alle Canarie: barca con 180 migranti si ribalta durante i soccorsi, almeno sette vittime

Un altro terribile naufragio scuote le coste europee. Nella mattinata di oggi, alle Isole Canarie, si è consumata una drammatica tragedia nel porto di La Restinga, sulla piccola isola di El Hierro. Un’imbarcazione carica di migranti, circa 180 secondo le stime iniziali, si è rovesciata durante un’operazione di soccorso condotta dalla guardia costiera spagnola. Le immagini trasmesse dai media locali hanno mostrato scene strazianti: corpi in acqua, bambini in lacrime, soccorritori che tentavano in ogni modo di salvare quante più persone possibile.

L’imbarcazione, fatiscente e sovraccarica, era stata individuata e presa in scorta da una motovedetta che l’accompagnava verso il porto. Tuttavia, nel momento in cui la barca stava per attraccare, molti dei passeggeri si sono spostati improvvisamente su un lato del mezzo, provocandone il ribaltamento. La struttura fragile non ha retto allo squilibrio e si è capovolta, trascinando con sé decine di persone in mare.

Le immagini catturate dalla televisione regionale delle Canarie raccontano meglio di qualsiasi parola la drammaticità del momento: uomini, donne e bambini che lottano per restare a galla, alcuni riescono ad aggrapparsi ai bordi della motovedetta dei soccorsi, mentre altri vengono tirati fuori dall’acqua grazie ai giubbotti salvagente lanciati dai soccorritori.

Il bilancio, purtroppo, è tragico. Secondo quanto riferito da fonti della Croce Rossa e riportato anche da testate internazionali come The Epoch Times, almeno sette persone hanno perso la vita. Tra loro, due bambine di appena cinque anni, una ragazza di sedici e quattro donne. La notizia ha immediatamente suscitato dolore e indignazione in tutta la Spagna, rilanciando l’attenzione sulla rotta migratoria atlantica e sulle condizioni disumane in cui avvengono questi viaggi della speranza.

Alexis Ramos, portavoce della Croce Rossa locale, ha raccontato che nelle operazioni di salvataggio sono intervenuti anche alcuni membri di club subacquei della zona, fornendo il supporto di sommozzatori esperti per recuperare le persone finite sott’acqua. Sul posto è giunta anche un’eliambulanza, pronta a trasportare i casi più gravi nei centri medici attrezzati.

L’incidente solleva, ancora una volta, interrogativi urgenti sulle politiche migratorie e sulla gestione degli sbarchi. Le Isole Canarie, negli ultimi anni, sono diventate una delle principali mete dei flussi migratori provenienti dall’Africa occidentale. I migranti affrontano un viaggio lungo e pericoloso, spesso stipati su imbarcazioni instabili, senza adeguate condizioni di sicurezza né scorte sufficienti di acqua e cibo.

Le ONG che operano sul territorio parlano di una crisi umanitaria continua. “Non si può più parlare di emergenza, siamo di fronte a un fenomeno strutturale che necessita di una risposta seria e coordinata a livello europeo”, ha dichiarato un rappresentante di una delle organizzazioni impegnate nell’accoglienza. “Non possiamo accettare che la morte in mare diventi un fatto ordinario.”

Intanto, la Guardia Costiera continua le ricerche dei dispersi, mentre i sopravvissuti vengono assistiti dalle autorità sanitarie e umanitarie. Molti di loro sono in stato di shock, affamati, disidratati e traumatizzati dall’incidente. Le prime testimonianze raccolte parlano di settimane di viaggio in mare aperto, in condizioni estreme, con la speranza di poter raggiungere l’Europa e costruire un futuro migliore.

La tragedia di La Restinga si aggiunge alla lunga lista di episodi simili che hanno segnato il Mediterraneo e l’Atlantico negli ultimi anni. Ogni naufragio è una ferita aperta, una storia spezzata, un monito doloroso sulla fragilità della vita e sull’urgenza di intervenire concretamente.

Le autorità spagnole hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta per chiarire la dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. Nel frattempo, cresce il cordoglio da parte della popolazione locale, che da tempo assiste con empatia e solidarietà al continuo arrivo di migranti sulle sue coste.

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