Le indagini sul delitto di Garlasco, uno dei casi più discussi e intricati della cronaca nera italiana, continuano a riservare sorprese. Un nuovo elemento, emerso di recente, potrebbe gettare una luce inquietante su quanto accaduto a Chiara Poggi. Si tratta di un file contenuto all’interno di una chiavetta USB appartenente alla giovane, salvato due mesi prima della sua tragica morte. Il nome del file è “abusati550” e al suo interno vi sono documenti e articoli riguardanti casi di abusi sessuali commessi da esponenti del clero. Questo particolare ha riacceso l’attenzione sull’ipotesi del sicario, una pista che sembrava marginale ma che ora assume un peso differente.
Il file rinvenuto solleva interrogativi profondi. Perché Chiara lo aveva salvato? Lo stava leggendo per pura curiosità, oppure si trattava di qualcosa che la riguardava direttamente o indirettamente? Secondo alcuni, potrebbe trattarsi della chiave per comprendere il movente del suo omicidio.
A sostenere questa pista è Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, l’unico indagato dopo la riapertura del caso. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’avvocato ha espresso una teoria decisamente fuori dagli schemi ma che, alla luce delle nuove scoperte, merita attenzione. Lovati è convinto che Chiara avesse scoperto un segreto troppo grande per essere rivelato. Un segreto legato a presunti abusi sessuali nel contesto ecclesiastico e, proprio per questo, sarebbe stata eliminata da un sicario.
“Non è stato né Sempio né Stasi,” afferma l’avvocato. “Ma Stasi conosce il killer.” Una dichiarazione forte, che attribuisce a Stasi un ruolo di conoscenza, seppur non diretto, del responsabile dell’omicidio. Secondo Lovati, dietro al delitto ci sarebbe addirittura la Chiesa. Una tesi ardita, che lo stesso avvocato ammette essere nata da un sogno: “È la mia teoria, un sogno che ho fatto. Lo scriva: un sogno.” Eppure, con l’emergere del file “abusati550”, quel sogno sembra assumere tratti più concreti.
Il documento è stato mostrato in esclusiva da TgLa7, che ha spiegato come il file fosse composto da una raccolta di articoli e notizie su episodi di pedofilia e abusi compiuti da religiosi. Un contenuto delicatissimo, che ha aperto nuovi scenari. C’è chi ipotizza che Chiara stesse conducendo una sorta di ricerca personale, forse in connessione con qualcosa che aveva visto o sentito, magari proprio in ambienti legati al Santuario della Madonna della Bozzola. In quel luogo, tempo fa, si era verificato un altro caso controverso: Don Gregorio Vitale era stato ricattato da cittadini rumeni con la minaccia di rendere pubblici atti sessuali compromettenti.
Anche se al momento non esistono prove che colleghino direttamente il file all’omicidio della giovane, l’ipotesi di un omicidio “su commissione” ritorna con forza nel dibattito investigativo. Gli inquirenti sono cauti, ma non possono ignorare un indizio così particolare, che sposterebbe completamente la narrazione del caso. Chiara Poggi potrebbe essere stata vittima non solo di una violenza domestica o di un raptus improvviso, ma di un piano orchestrato da mani esperte e ben motivate.
Le autorità stanno esaminando il contenuto del file nei dettagli, cercando collegamenti con eventuali persone coinvolte o informazioni riservate che avrebbero potuto spingere qualcuno al silenzio tramite l’eliminazione fisica della ragazza. La famiglia di Chiara, da sempre riservata, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali su questo nuovo sviluppo, ma fonti vicine alla vicenda parlano di “stupore e preoccupazione”.
Il delitto di Garlasco, che sembrava avviarsi verso un’ennesima archiviazione, potrebbe ora riaprire scenari del tutto nuovi. Se il file “abusati550” si rivelasse effettivamente legato all’omicidio, ci troveremmo di fronte a una verità ancora più inquietante di quella che fino a oggi si era potuta immaginare: quella di una giovane che, per aver saputo troppo, è stata fatta tacere per sempre.
Mentre le indagini proseguono, resta il dubbio: Chiara aveva davvero scoperto un segreto pericoloso o si tratta solo di coincidenze interpretate in modo troppo audace? L’unica certezza è che la verità, in questa vicenda, continua a sfuggire.