Caso Garlasco, nuove ombre sul passato: tornano sotto i riflettori le “gemelle K”
Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, il caso torna nuovamente a scuotere l’opinione pubblica. Un nuovo fascicolo è stato aperto dalla Procura di Pavia, anche se al momento non risultano nuovi indagati. Tuttavia, alcuni nomi che all’epoca erano già finiti sotto osservazione sono riemersi, riaccendendo dubbi e speculazioni. Tra questi, spiccano le figure di Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, già note ai media come le “gemelle K”.
Le due sorelle, oggi adulte ma all’epoca poco più che ventenni, tornarono al centro dell’attenzione mediatica per alcuni elementi che, secondo gli inquirenti, meritano un nuovo approfondimento. In particolare, si parla di una borsa contenente “oggetti pesanti” che Stefania avrebbe avuto con sé e di una serie di messaggi inquietanti inviati da Paola, i cui contenuti sembrerebbero riferirsi in modo ambiguo al delitto.
Nonostante questi dettagli, è bene precisare che le posizioni delle due ragazze sono già state formalmente chiarite nel corso delle precedenti indagini. Come ha dichiarato Gian Luigi Tizzoni, storico avvocato della famiglia Poggi, “Stefania e Paola furono le prime a essere indagate. All’epoca vennero effettuate tutte le verifiche necessarie: acquisizione dei tabulati telefonici, intercettazioni ambientali, analisi del DNA. Nessuno di questi elementi ha mai indicato un loro coinvolgimento diretto nell’omicidio”. Tizzoni ha inoltre ricordato un dettaglio fondamentale: “L’assassino calzava scarpe di un numero incompatibile con quello delle ragazze, e una delle due aveva addirittura una gamba ingessata nel periodo dell’omicidio, rendendo di fatto impossibile la sua presenza sulla scena del crimine”.
La riapertura dell’inchiesta ha però portato alla luce nuovi elementi che coinvolgono ambienti legati alla cerchia di conoscenze di Marco Poggi, fratello di Chiara. In particolare, due amici di Andrea Stasio – nome noto all’epoca per la sua vicinanza alla famiglia – sono stati interessati da un decreto di perquisizione firmato dai magistrati della Procura di Pavia, sotto la direzione del procuratore Fabio Napoleone. I due uomini avevano dichiarato di conoscere solo superficialmente Chiara e di non aver mai incontrato Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, successivamente condannato in via definitiva per il delitto nel 2015.
Le nuove perquisizioni rappresentano un segnale chiaro della volontà della magistratura di chiarire ogni possibile zona d’ombra rimasta irrisolta. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire nel dettaglio i contatti e le dinamiche che ruotavano intorno alla famiglia Poggi nei giorni precedenti l’omicidio. È possibile che alcuni elementi, all’epoca ritenuti marginali, assumano oggi una nuova luce, magari grazie a tecnologie investigative più avanzate o a testimonianze fino ad ora taciute.
Intanto, l’eco mediatica del caso Garlasco continua a risuonare con forza. L’opinione pubblica è ancora profondamente segnata da quel delitto efferato consumatosi in un contesto apparentemente tranquillo e familiare. Chiara Poggi era una ragazza di soli 26 anni, studentessa brillante, descritta da tutti come riservata e gentile. La sua morte ha lasciato una ferita profonda nella comunità di Garlasco e nel cuore di chi l’ha conosciuta.
La condanna definitiva di Alberto Stasi, arrivata solo dopo un lungo e tortuoso iter giudiziario, sembrava aver chiuso definitivamente il caso. Tuttavia, il riemergere di elementi secondari e nuove possibili piste investigative suggerisce che, forse, non tutti i tasselli siano stati collocati nel modo corretto.
La riapertura dell’attenzione sulle “gemelle K” dimostra quanto sia delicato e complesso questo caso, dove anche piccoli dettagli possono rimettere tutto in discussione. Per ora, non ci sono elementi concreti che indichino un coinvolgimento diretto delle due sorelle, ma la loro figura continua ad alimentare l’interesse di chi cerca di comprendere a fondo ogni sfumatura di quella tragica mattina d’agosto.
Gli sviluppi delle prossime settimane diranno se si tratta di un semplice approfondimento d’ufficio o se davvero esistono nuove strade da percorrere per arrivare a una verità più completa.