“Bufala su Macron e cocaina: la verità dietro il video virale da Kiev”

Un recente video diffuso online ha acceso una tempesta mediatica, scatenando una valanga di commenti e teorie del complotto sui social network. Al centro dell’attenzione, il presidente francese Emmanuel Macron, accusato ingiustamente di essere stato sorpreso con un sacchetto di cocaina durante una visita ufficiale a Kiev. Le immagini, diventate rapidamente virali, sono state strumentalizzate per alimentare polemiche infondate e insinuazioni pesanti, ma la verità si è rivelata ben diversa.

“Macron con un sacchetto di cocaina”: la fake news che infiamma i social

Tutto è partito da un post pubblicato su X (ex Twitter) da Alex Jones, noto conduttore radiofonico americano e sostenitore di teorie complottiste. Nel suo messaggio, Jones affermava che un filmato mostrava Emmanuel Macron, Keir Starmer (leader laburista britannico) e Friedrich Merz (esponente della CDU tedesca) seduti in un vagone ferroviario al ritorno da Kiev. Sul tavolino davanti a loro si vedeva, a suo dire, un “sacchetto di polvere bianca”, subito etichettato come cocaina.

Secondo Jones, Macron avrebbe infilato rapidamente il sacchetto sospetto in tasca, mentre Merz avrebbe nascosto un cucchiaino, il tutto senza fornire spiegazioni. A rincarare la dose, Jones ha tirato in ballo anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendolo “noto appassionato di cocaina”, e ha concluso con la frase perentoria: “It’s coke”, ovvero “È cocaina”.

Una teoria senza fondamento ma molto pericolosa

L’accusa lanciata da Jones, per quanto priva di prove concrete, è bastata per scatenare il panico tra utenti dei social e sostenitori di teorie anti-establishment. La sua narrazione proseguiva sostenendo che i tre leader avrebbero consumato la sostanza stupefacente in privato, poco prima di mostrarsi in pubblico per le foto ufficiali della visita. Secondo tale ricostruzione, l’apparente stato confusionale dei politici sarebbe stato causato dall’assunzione della droga.

Queste affermazioni, per quanto prive di qualsiasi riscontro reale, hanno trovato terreno fertile in rete, dove la disinformazione circola a velocità vertiginosa. Diversi utenti hanno condiviso il video rilanciando la narrazione di Jones, ignorando volutamente ogni verifica dei fatti.

Le immagini: fazzoletti, non droga

Nel video incriminato, girato a bordo di un vagone ferroviario che trasportava i leader da Kiev verso la Polonia, si nota in effetti un oggetto bianco sul tavolo davanti a Macron. Tuttavia, l’oggetto non è affatto un sacchetto di cocaina, come sostenuto da Jones, ma un semplice fazzoletto di carta appallottolato. Lo ha confermato un’inchiesta del quotidiano francese Libération, che ha analizzato nel dettaglio le immagini.

Secondo Libération, il presidente francese si sarebbe limitato a spostare il fazzoletto dal tavolo nel momento in cui sono iniziate le riprese video e fotografiche. Nulla di strano, insomma, e soprattutto niente che possa essere ricondotto a un comportamento illecito.

Anche l’oggetto che si trovava davanti a Friedrich Merz, interpretato da alcuni come un “cucchiaino per sniffare”, si è rivelato essere ben altro: molto probabilmente uno stuzzicadenti o una paletta per il caffè. Elementi assolutamente comuni durante un viaggio in treno, lontani anni luce dalle accuse mosse da chi ha cavalcato la fake news.

La smentita ufficiale dell’Eliseo

A fronte della diffusione virale della bufala, l’Eliseo è intervenuto pubblicamente per smontare la narrativa distorta. In una nota diffusa attraverso l’account ufficiale, si legge:

“Quando l’Unione Europea diventa scomoda, la disinformazione arriva al punto di far passare un semplice fazzoletto per droga. Queste fake news vengono diffuse dai nemici della Francia, sia all’estero che in patria. Dobbiamo rimanere vigili contro le manipolazioni.”

La dichiarazione sottolinea il rischio concreto rappresentato dalla diffusione incontrollata di notizie false, che possono colpire non solo singoli individui ma intere istituzioni. In questo caso, si è cercato di gettare discredito su tre figure politiche europee, utilizzando una narrazione costruita su presupposti falsi.

Conclusione: la responsabilità dell’informazione

Il caso del “fazzoletto di Macron” ci ricorda quanto sia facile, oggi, costruire una storia virale su basi completamente infondate. La velocità con cui si diffonde la disinformazione impone una maggiore responsabilità sia ai media che agli utenti dei social. È fondamentale imparare a distinguere tra fatti e teorie complottiste, tra verità e narrazioni manipolate. Solo così sarà possibile proteggere il dibattito pubblico da derive pericolose e contribuire a una società più informata e consapevole.

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