Un dramma sconvolgente ha colpito Milano e ha lasciato la città immersa nello sconcerto e nel dolore. Solo pochi minuti dopo il suicidio di Emanuele De Maria, l’uomo che si è lanciato nel vuoto dalla terrazza del Duomo, è stato rinvenuto un cadavere in un laghetto situato all’interno del Parco Nord, una vasta area verde del capoluogo lombardo. Le prime ricostruzioni e identificazioni da parte delle forze dell’ordine suggeriscono che il corpo ritrovato appartenga a Chamila Wijesuriya, la donna di 50 anni originaria dello Sri Lanka scomparsa da venerdì scorso.
Chamila era coinvolta nella vicenda che aveva visto come protagonisti lei stessa, Emanuele De Maria e un terzo collega, accoltellato brutalmente all’alba di venerdì proprio davanti all’hotel dove tutti e tre lavoravano. Il collega, un uomo di 51 anni, è stato immediatamente trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza e attualmente lotta tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva.
Emanuele De Maria, 47 anni, era detenuto nel carcere di Bollate per un omicidio commesso nel 2016 e stava beneficiando di un permesso premio che gli consentiva di lavorare come receptionist in un albergo nei pressi della stazione Centrale. Avrebbe dovuto rientrare in carcere alla fine del suo turno lavorativo. Tuttavia, nella mattina di venerdì, qualcosa è andato terribilmente storto. De Maria ha colpito con più fendenti il collega davanti all’ingresso della struttura ricettiva, per poi dileguarsi senza lasciare traccia.
Da quel momento, anche Chamila è sparita. Nessuno è più riuscito a contattarla, e per giorni familiari, conoscenti e autorità si sono interrogati sulla sua sorte. Le ricerche si sono intensificate, finché un passante non ha notato un corpo senza vita affiorare nel piccolo specchio d’acqua del Parco Nord, a circa un chilometro dall’ultima segnalazione della coppia. La tragica scoperta è avvenuta proprio poche decine di minuti dopo che De Maria aveva deciso di togliersi la vita, gettandosi nel vuoto dal simbolo più iconico della città di Milano: il Duomo.
Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura, hanno immediatamente concentrato le indagini nell’area del parco, mobilitando carabinieri, polizia locale, personale medico del 118 e vigili del fuoco. L’intervento è stato tempestivo, ma per la donna non c’era più nulla da fare. Chamila risiedeva a Cinisello Balsamo, e dai primi accertamenti pare che non avesse lasciato intendere nulla di anomalo. Aveva detto alla sua famiglia che sarebbe andata in palestra, ma evidentemente si era diretta altrove, probabilmente per incontrare De Maria.
Le telecamere della stazione metropolitana di Bignami sono risultate fondamentali per ricostruire gli ultimi spostamenti dei due. Le immagini mostrano chiaramente Chamila e De Maria camminare insieme tra viale Fulvio Testi e il Parco Nord. Tuttavia, un paio d’ore dopo, le stesse telecamere inquadrano solo l’uomo, da solo. Questo dettaglio ha sollevato numerose ipotesi tra gli inquirenti, che ora sospettano che tra i due potesse esserci una relazione più profonda di quella puramente lavorativa.
È emerso anche che De Maria, considerato un detenuto modello, avesse violato le condizioni del permesso premio per poter incontrare Chamila. Si sarebbe infatti allontanato dall’itinerario controllato che era tenuto a rispettare, segno di un legame forse emotivo e personale con la donna.
La vicenda, tragica e complessa, lascia dietro di sé una lunga scia di interrogativi. Perché De Maria ha accoltellato il collega? Chamila è stata coinvolta volontariamente o è rimasta vittima di una situazione che le è sfuggita di mano? E cosa è accaduto tra il momento in cui sono stati visti insieme e quello in cui lui è stato ripreso da solo?
Gli inquirenti sono ora al lavoro per ricostruire l’intera dinamica, con l’ausilio delle immagini delle telecamere, delle testimonianze dei conoscenti e delle informazioni raccolte dai dispositivi mobili dei protagonisti. Le autopsie e i rilievi forensi saranno determinanti per chiarire con esattezza le cause della morte di Chamila e l’eventuale coinvolgimento diretto di De Maria.
Un intreccio di violenza, mistero e dolore che ha lasciato Milano sgomenta, ricordandoci quanto sia fragile l’equilibrio della vita, soprattutto quando si incrociano storie segnate da passato criminale, solitudine e rapporti umani oscuri.