Tragedia a Trento: madre incinta muore per sepsi fulminante insieme al bambino

Una tragedia improvvisa e straziante ha scosso la città di Trento e l’intera comunità dell’Alto Garda. Una donna di 39 anni, Anne Zoe Guaitivic, incinta del suo terzo figlio, è morta sabato sera presso l’ospedale Santa Chiara insieme al bambino che portava in grembo. La causa del decesso, secondo le prime ipotesi mediche, sarebbe uno shock settico fulminante, una condizione rara quanto devastante che non ha lasciato scampo né alla madre né al piccolo.

La donna, molto conosciuta nella zona per la sua attività nel settore librario – prima alla Giunti e poi alla Mondadori – era residente a Bolognano di Arco. La sua improvvisa scomparsa ha gettato nello sconforto amici, parenti e conoscenti, lasciando dietro di sé due figli piccoli e un marito distrutto dal dolore.

Tutto è iniziato con quelli che sembravano sintomi comuni: febbre alta e dolori diffusi. Zoe, inizialmente, li ha interpretati come segnali di una normale influenza stagionale. Tuttavia, nel giro di poche ore, la situazione è precipitata. I dolori sono aumentati in intensità, diventando insopportabili, al punto che il marito ha chiamato il 118. Vista la gravità del quadro clinico, è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso, che ha trasportato d’urgenza la donna all’ospedale Santa Chiara.

All’arrivo in ospedale, Zoe è stata immediatamente ricoverata nel reparto di ginecologia. I medici, consapevoli della situazione critica, hanno attivato immediatamente tutte le procedure necessarie per salvare la madre e il bambino. Ma la rapidità con cui l’infezione si è diffusa nel corpo della donna ha reso inutili tutti gli sforzi.

In una nota ufficiale, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) ha dichiarato:
“Il Consiglio di direzione di Apss unitamente al personale dell’Ospedale Santa Chiara esprime profondo cordoglio per la scomparsa della giovane mamma ed è vicino alla famiglia in questo momento di grande dolore. Si ritiene che la causa del decesso sia riconducibile a uno shock settico iperacuto, con evoluzione rapidissima e non responsivo alle cure mediche e rianimatorie intensive messe in atto.”

Secondo quanto trapelato, il parto sarebbe stato indotto a causa del deterioramento delle condizioni cliniche. Zoe, inizialmente cosciente, avrebbe poi sviluppato un’emorragia interna massiva, sfociata in un arresto cardiocircolatorio rivelatosi fatale. Nessun trattamento medico, seppur tempestivo e multidisciplinare, è riuscito ad arginare la gravità dell’infezione.

La sepsi, specialmente in gravidanza, rappresenta ancora oggi una minaccia significativa anche nei sistemi sanitari avanzati. Si tratta di un’infezione sistemica che può compromettere in brevissimo tempo organi vitali e che, in presenza di batteri resistenti agli antibiotici, diventa praticamente ingestibile. Le autorità sanitarie hanno avviato accertamenti per identificare con precisione l’agente patogeno responsabile dell’infezione. L’autopsia, prevista nei prossimi giorni, sarà fondamentale per chiarire ogni aspetto clinico e fugare eventuali dubbi.

Questo dramma ricorda tragicamente un caso simile avvenuto pochi giorni prima all’ospedale di Vibo Valentia, dove Martina Piserà e il suo bambino hanno perso la vita in circostanze analoghe. Due episodi ravvicinati che riportano l’attenzione sulla vulnerabilità della maternità, nonostante i progressi della medicina moderna.

Nel frattempo, l’intera comunità dell’Alto Garda si è stretta attorno alla famiglia Guaitivic, esprimendo un dolore profondo e condiviso. In tanti la ricordano come una donna solare, appassionata del suo lavoro, attenta ai suoi figli e molto amata da chi la conosceva. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile.

Una vicenda che colpisce al cuore e che richiama l’urgenza di continuare a investire nella prevenzione e nella rapidità di diagnosi delle infezioni in gravidanza. Un dramma che nessuna famiglia dovrebbe mai affrontare.

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