Nel più recente sondaggio condotto dall’istituto SWG per il programma televisivo di La7, pubblicato il 5 maggio, si evidenziano mutamenti significativi nelle intenzioni di voto degli italiani. I dati rivelano una crescita per le forze progressiste, in particolare per il Partito Democratico e per l’alleanza Verdi-Sinistra, mentre le forze di centrodestra, incluso il partito della premier Giorgia Meloni, registrano un lieve calo.
Il Partito Democratico guidato da Elly Schlein segna un progresso dello 0,5%, portandosi al 22,5% dei consensi. Anche l’alleanza Verdi-Sinistra, che ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più centrale nel dibattito politico su temi ambientali e sociali, cresce dello 0,2%, raggiungendo il 6,4%. Si tratta di segnali importanti per il campo progressista, che sembra trovare nuova linfa anche grazie a battaglie condivise come quella sul salario minimo.
Proprio su questo tema, nei giorni precedenti il Primo Maggio, Elly Schlein ha rilasciato un’intervista al quotidiano la Repubblica, rilanciando con forza la proposta del salario minimo legale in Italia. La leader dem ha fatto appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché si smetta di tergiversare: “Salario minimo subito, Meloni non perda tempo. Basta rinvii”, ha dichiarato. Un appello che ha trovato sponda anche tra le altre forze dell’opposizione, tra cui spicca il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che da tempo si batte sul tema.
Nonostante questo fermento nell’opposizione, Fratelli d’Italia, pur segnando un calo dello 0,2%, resta ancora il primo partito nelle intenzioni di voto, con un robusto 30,1%. Tuttavia, è evidente una leggera flessione che potrebbe suggerire un momento di riflessione per il partito di governo. Anche il Movimento 5 Stelle perde lo 0,2%, fermandosi al 12,2%, un dato che conferma le difficoltà del movimento a riconquistare terreno dopo il calo di consensi degli ultimi anni.
La Lega di Matteo Salvini, ormai stabilmente sotto il 10%, scende all’8,6% con una perdita dello 0,2%, mentre Forza Italia cala dello 0,3%, posizionandosi su livelli marginali rispetto agli anni del suo massimo splendore. Tra i partiti minori, Azione e Italia Viva guadagnano lo 0,1% ciascuno, un dato che potrebbe indicare una lenta ricostruzione dello spazio centrista. Restano stabili +Europa, Noi Moderati e le Altre Liste, che però non superano soglie significative di consenso.
Un elemento rilevante che emerge dal sondaggio è l’alto tasso di indecisione: il 32% degli intervistati ha infatti dichiarato di non sapere ancora per chi votare o di non volerlo dichiarare. Questo dato mostra quanto il panorama politico sia ancora fluido e quanto potenziale abbiano i partiti per conquistare consenso nei prossimi mesi.
Parallelamente alle intenzioni di voto, il sondaggio SWG ha esplorato anche la percezione degli italiani nei confronti dei principali leader mondiali. In una scala da 0 a 10, il più apprezzato risulta essere il premier spagnolo Pedro Sánchez, con una valutazione media di 5,3. Segue il premier britannico Keir Starmer con 4,8, un dato che riflette l’attenzione che alcuni italiani pongono verso le dinamiche politiche internazionali.
A pari merito con un punteggio di 4,5 troviamo tre figure centrali della scena politica mondiale: Giorgia Meloni, Friedrich Merz (leader del centrodestra tedesco e figura di riferimento nel post-Merkel), e Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina.
Più distaccati, con un punteggio di 4,2, il presidente francese Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Più in basso ancora troviamo il presidente cinese Xi Jinping (3,6), seguito da Donald Trump (2,8), e infine Vladimir Putin, con appena 2,5 punti: un dato che riflette la forte ostilità dell’opinione pubblica italiana nei confronti della guerra in Ucraina e della leadership russa.
In sintesi, il sondaggio del 5 maggio fotografa un’Italia politicamente vivace, dove l’opposizione sembra guadagnare terreno grazie a battaglie condivise, mentre le forze al governo devono fare i conti con una leggera flessione. Le sfide restano aperte e, con una così ampia percentuale di indecisi, tutto può ancora cambiare.