👉 Trump rilancia: “Riapro Alcatraz e voglio la Groenlandia, anche con la forza”

Donald Trump torna al centro del dibattito internazionale con nuove dichiarazioni che fanno discutere l’opinione pubblica mondiale. L’ex presidente degli Stati Uniti, noto per le sue prese di posizione fuori dagli schemi e le proposte spesso provocatorie, ha recentemente rilanciato due temi che avevano già fatto scalpore durante il suo primo mandato: la Groenlandia e il famigerato carcere di Alcatraz.

Sul suo social network personale, Truth, Trump ha annunciato l’intenzione di riaprire Alcatraz, il celebre penitenziario situato sull’omonima isola nella baia di San Francisco. Chiuso ufficialmente nel 1963, Alcatraz è diventato nel tempo un simbolo della giustizia americana e della detenzione di criminali particolarmente pericolosi.

Trump ha dichiarato: «Ho ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere di Alcatraz. Sarà destinato ai criminali più spietati e violenti d’America». Una frase che ha immediatamente attirato l’attenzione dei media e suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, alcuni vedono nell’iniziativa una presa di posizione forte contro la criminalità, dall’altra c’è chi critica l’idea come un ritorno a una giustizia punitiva e spettacolarizzata.

Ma non è finita qui. Il Tycoon ha anche riacceso i riflettori su una questione geopolitica di notevole peso: la Groenlandia. Già nel 2019, durante il suo mandato, Trump aveva espresso il desiderio di acquistare l’isola dalla Danimarca, suscitando l’incredulità del governo danese e dell’opinione pubblica internazionale.

Ora, intervistato dalla rete televisiva NBC, l’ex presidente ha rilanciato il tema, arrivando a dichiarazioni ancora più forti e controverse. «Non escludo l’uso della forza militare per ottenere la Groenlandia. Non dico che lo farò, ma non escludo nulla», ha affermato Trump.

Secondo lui, l’isola – vastissima ma scarsamente popolata – sarebbe strategicamente fondamentale per la sicurezza internazionale degli Stati Uniti. «Abbiamo un disperato bisogno della Groenlandia. La popolazione è molto piccola, ci prenderemo cura di loro, li ameremo e tutto il resto. Ma ci serve per la nostra sicurezza», ha spiegato.

Parole che hanno fatto immediatamente il giro del mondo, provocando reazioni preoccupate soprattutto in Europa. La Groenlandia, territorio autonomo sotto sovranità danese, è di rilevante interesse geopolitico non solo per la sua posizione nel nord Atlantico, ma anche per le risorse naturali presenti nel sottosuolo e per il crescente valore strategico legato al cambiamento climatico e all’apertura delle rotte artiche.

L’idea che gli Stati Uniti possano anche solo ipotizzare un’azione di forza per ottenere il controllo dell’isola rappresenta un elemento di destabilizzazione non trascurabile in un contesto internazionale già segnato da tensioni e conflitti.

Trump, pur precisando che non prevede un’azione imminente, ha lasciato la porta aperta a tutte le possibilità: «Non credo che accadrà, ma certamente potrebbe succedere».

Queste dichiarazioni, che combinano elementi di retorica populista con visioni di politica estera aggressive, rispecchiano perfettamente lo stile dell’ex presidente. Trump si presenta ancora una volta come il leader deciso e senza compromessi, capace di prendere misure drastiche per difendere – a suo dire – gli interessi della nazione americana.

Tuttavia, non mancano le critiche. Analisti politici e osservatori internazionali sottolineano come tali affermazioni possano compromettere le relazioni diplomatiche con l’Europa e creare inutili frizioni con la Danimarca, storicamente alleata degli Stati Uniti. Inoltre, il riferimento alla «cura» per la popolazione locale della Groenlandia è stato giudicato da molti come paternalista e poco rispettoso dell’autonomia dei popoli.

Nel frattempo, il dibattito interno negli Stati Uniti si infiamma. La proposta di riaprire Alcatraz e l’idea di usare la forza per acquisire la Groenlandia appaiono a molti come tentativi di Trump di consolidare il sostegno della sua base elettorale più radicale, in vista di una possibile ricandidatura alle presidenziali.

Non è la prima volta che Trump sceglie tematiche forti e divisive per attirare l’attenzione e spostare il baricentro del dibattito politico. Resta da vedere se queste dichiarazioni avranno un seguito concreto o se si tratta solo di mosse mediatiche studiate per rafforzare la propria immagine pubblica.

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