Il Primo Maggio 2025 si preannuncia come una giornata di forte partecipazione e riflessione su temi cruciali per la società italiana. Come da tradizione, la Festa dei Lavoratori rappresenta un’occasione non solo di celebrazione, ma anche di mobilitazione per diritti fondamentali come la sicurezza sul lavoro, la giustizia sociale e la lotta alla precarietà. Le piazze italiane si riempiranno di manifestanti, sindacati, cittadini e studenti, tutti uniti sotto un unico slogan: “Uniti per un lavoro sicuro”.
Le radici storiche della Festa del Lavoro
La ricorrenza del Primo Maggio nasce nel 1889 per volontà del movimento socialista internazionale, come omaggio ai lavoratori caduti durante le proteste per la giornata lavorativa di otto ore. Il riferimento è all’episodio avvenuto il 1° maggio 1886 a Chicago, durante una manifestazione a Haymarket Square che si concluse tragicamente con un attentato esplosivo e numerosi morti. In seguito a quell’evento, quattro sindacalisti furono condannati a morte, nonostante prove incerte. Da allora, il Primo Maggio è divenuto simbolo universale della lotta dei lavoratori per condizioni più giuste e sicure.
Lo slogan del 2025 e il focus sulla sicurezza
Nel 2025, Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di concentrare la giornata su un tema sempre più urgente: la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le morti sul lavoro, purtroppo ancora troppo frequenti in Italia, sono al centro delle rivendicazioni. Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, ha dichiarato: “Abbiamo scelto di mettere al centro la vita delle persone e dire basta alle morti sul lavoro. Lavoro sicuro vuol dire lavoro non precario, lavoro ben pagato.”
Le manifestazioni principali si svolgeranno a Torino, Roma e Milano, città simboliche per il movimento sindacale, dove si terranno cortei, comizi e momenti di testimonianza collettiva.
Torino: corteo tra cambiamenti logistici e forte partecipazione
Nel capoluogo piemontese, il corteo del Primo Maggio ha preso il via da Piazza Vittorio Veneto. A causa di lavori in corso in via Roma, il tradizionale percorso è stato modificato: la manifestazione si è conclusa eccezionalmente in Piazza Solferino, invece che in Piazza San Carlo. In testa al corteo hanno sfilato le istituzioni locali, tra cui il sindaco Stefano Lo Russo e la sottosegretaria regionale Claudia Porchietto. Subito dopo, le delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, seguite da Anpi, partiti politici e numerosi movimenti sociali, tra cui i sostenitori della causa palestinese, i No Tav e collettivi studenteschi.
Roma: dai cortei al Concertone
Anche a Roma, la giornata si è aperta con una manifestazione organizzata dalla Cgil, con partenza da Piazza Vittorio e arrivo a via dei Fori Imperiali. Sotto lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”, si sono susseguiti interventi di delegati sindacali e testimonianze di lavoratori coinvolti in incidenti o situazioni di rischio. Alcuni cartelli esposti durante il corteo, come “La guerra uccide, il lavoro pure”, hanno attirato l’attenzione sulla necessità di un cambiamento radicale.
La giornata culmina come sempre con il tradizionale Concertone del Primo Maggio, trasmesso da Rai 3 e Radio 2, con la partecipazione di artisti di spicco del panorama musicale italiano. Quest’anno, il palco rappresenta non solo un evento culturale, ma anche una piattaforma per ribadire i valori della solidarietà e dell’impegno civile.
Milano: doppio corteo e lotta alla precarietà
Nel capoluogo lombardo, il corteo unificato di Cgil, Cisl e Uil è partito alle 9:30 da Porta Venezia, con ritrovo ai Giardini Indro Montanelli. Anche qui il focus è sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma con un’attenzione particolare al fenomeno della precarietà.
Nel pomeriggio, alle 14, è stato il turno del secondo corteo, organizzato dai sindacati di base e dalla May Day Parade, con partenza da Piazzale Loreto. A partecipare sono stati Cub, Adl Cobas, Usi Cit, Sial Cobas e numerosi movimenti sociali, che hanno denunciato la crescente insicurezza lavorativa e contestato il Ddl Sicurezza.
Un Primo Maggio di memoria e futuro
Il Primo Maggio 2025 non è solo una ricorrenza storica: è una giornata che guarda al futuro, alla costruzione di un mondo del lavoro più giusto, più umano e più sicuro. Le voci delle piazze italiane, da nord a sud, chiedono a gran voce un cambiamento. Un cambiamento che non può più essere rimandato. Perché nessuno dovrebbe morire lavorando. E perché ogni lavoratore ha diritto non solo a un salario dignitoso, ma anche alla certezza di tornare a casa la sera.