Testamento sconvolgente e misteri irrisolti: la storia dei coniugi mummificati nella villa abbandonata di Monte Ricco
È trascorso un mese da quando i corpi mummificati di Marco Steffenoni, ex dentista di 75 anni, e di sua moglie Maria Teresa Nizzola, 76 anni, sono stati rinvenuti nella loro villa isolata sulle alture di Monte Ricco, nei pressi di Verona. Un ritrovamento che ha colpito profondamente l’opinione pubblica, non solo per le condizioni dei cadaveri ma anche per il clima di abbandono e solitudine che circondava la coppia. Ora, un nuovo elemento scuote il caso: un testamento, custodito da anni, che svela le ultime volontà dei due coniugi e getta nuova luce su una storia tanto inquietante quanto toccante.
Il ritrovamento choc: la scoperta fatta da due giovani urbex
A scoprire i corpi sono stati due ragazzi appassionati di esplorazioni urbane, Nicola e Nicolò, protagonisti del canale YouTube “Urbex Squad”. Il 15 marzo scorso, mentre esploravano quella che pensavano fosse una villa abbandonata, si sono imbattuti in una scena drammatica. Nicola, residente poco distante, aveva notato sin da gennaio alcuni segnali inquietanti: lettere mai ritirate, due auto ferme nel garage, mosche alle finestre e un forte odore proveniente dall’interno.
Inizialmente, pensando si trattasse di un cane morto su una poltrona, aveva lasciato perdere. Ma una settimana dopo, tornato insieme a Nicolò, i due hanno deciso di entrare da una porta-finestra. L’odore insopportabile li ha guidati fino alla macabra scoperta: Marco era disteso a pancia in giù nella camera da letto, mentre il corpo della moglie, irriconoscibile, si trovava in un’altra stanza, ridotto a una sagoma mummificata.
Sconvolti, hanno avvisato immediatamente le forze dell’ordine e guidato i carabinieri fino alla villa. Gli agenti, grati per il loro intervento, hanno sottolineato che senza quella segnalazione probabilmente i corpi sarebbero rimasti ancora nascosti.
Una vita in solitudine: nessun parente per reclamarli
Da quanto emerso, Marco e Maria Teresa vivevano da tempo in completo isolamento. Nessun contatto con i vicini, nessuna attività sociale, nemmeno i parenti più stretti sembravano sapere molto della loro vita quotidiana. Dopo quasi un mese dal ritrovamento, nessuno si era ancora presentato per reclamarli, tanto che il Comune di Verona si era preparato a farsi carico delle esequie e della sepoltura.
Gli esami autoptici eseguiti all’Istituto di Medicina Legale di Borgo Roma hanno confermato che Marco è deceduto a causa di un infarto. Per Maria Teresa, invece, saranno necessari ulteriori accertamenti tossicologici, i cui risultati arriveranno entro un mese.
Il fratello di Marco, Paolo Steffenoni, ha poi rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando come, nonostante l’assenza di contatti negli ultimi anni, la famiglia non li abbia dimenticati: “Sono l’unico parente stretto e mi sono mosso subito per garantire una sepoltura dignitosa. Ma era importante prima conoscere le loro volontà”.
Le ultime volontà: un’eredità al WWF
Ed ecco il colpo di scena: un testamento conservato da un notaio emiliano rivela che Marco e Maria Teresa avevano deciso già da tempo di lasciare l’intero patrimonio al WWF, l’associazione ambientalista a cui erano iscritti fin dagli anni Ottanta. La decisione, maturata in anni di convinzioni ecologiste condivise, rappresenta una scelta forte e simbolica.
Il testamento, infatti, specifica che Marco desiderava essere sepolto nella cappella di famiglia della moglie, situata in un piccolo centro del mantovano, e che tutti i beni – inclusa la villa di Monte Ricco e altri immobili di proprietà di Maria Teresa – fossero devoluti al WWF.
L’associazione ha confermato di essere stata informata del lascito e ha affidato la verifica della documentazione ai propri legali, con l’obiettivo di rispettare fedelmente le volontà della coppia. Tuttavia, sorge ora una complicazione: sembrerebbero esistere più testamenti redatti da Maria Teresa. Solo uno, però, corrisponde pienamente a quello di Marco. Sarà ora compito degli esperti notarili stabilire quale documento sia effettivamente valido e più recente.
Una storia che lascia domande aperte
L’intera vicenda ha suscitato riflessioni profonde su temi come la solitudine, l’isolamento sociale, l’abbandono e la dignità nella morte. Due persone scomparse da mesi senza che nessuno ne denunciasse l’assenza, una villa immersa nel silenzio, e un’eredità che diventa messaggio postumo di impegno civile.
Ora, mentre si attende che la burocrazia faccia il suo corso e si possa dare una degna sepoltura a Marco e Maria Teresa, resta il ricordo di una coppia che ha scelto di vivere – e morire – lontano dai riflettori, ma con un lascito che continuerà a parlare per loro.