Strage a Sumy: Missili Russi Colpiscono Civili nella Domenica delle Palme, l’Europa Condanna con Fermezza

Era una giornata come tante a Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Le strade erano piene di vita, la gente si preparava con devozione a celebrare la Domenica delle Palme, simbolo di pace e speranza. Ma in pochi attimi, tutto è stato spazzato via da un’esplosione violenta e inaspettata. Il cielo si è oscurato, la città è piombata nel caos. Ancora una volta, la guerra ha mostrato il suo volto più crudele.

Sumy è stata colpita da un attacco missilistico russo che ha seminato morte e distruzione nel cuore della città. Il bilancio è drammatico: oltre 32 vittime accertate, tra cui due bambini, e più di 80 feriti, molti dei quali in condizioni disperate. Le immagini che arrivano da Sumy sono raccapriccianti: edifici distrutti, strade sventrate, urla di dolore e soccorritori che scavano tra le macerie. Una scena che evoca l’apocalisse.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, visibilmente scosso, ha definito l’attacco un crimine contro l’umanità. “Solo un bastardo può fare questo,” ha dichiarato con rabbia. “Hanno colpito civili innocenti, persone che stavano andando in chiesa per pregare. Che senso ha tutto questo?” Zelensky ha puntato il dito contro la Russia, accusandola di disprezzare la vita umana e la diplomazia internazionale. Le sue parole sono piene di dolore, ma anche di determinazione: “Non ci arrenderemo.”

La risposta della comunità internazionale non si è fatta attendere. Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato duramente l’attacco, definendolo “un ennesimo crimine di guerra” e ribadendo l’assoluta mancanza di giustificazioni per una simile atrocità. Anche l’Unione Europea ha preso una posizione netta. “Un attacco deliberato contro innocenti. Un altro crimine che non sarà dimenticato,” si legge nella nota ufficiale.

Kaja Kallas, rappresentante dell’Ue per la politica estera, ha espresso tutta la sua indignazione in un post su X (ex Twitter): “Scene strazianti oggi a Sumy. La Russia intensifica la sua offensiva mentre l’Ucraina, con un gesto di responsabilità, ha accettato un cessate il fuoco incondizionato.” Il paradosso è evidente e lascia il mondo senza parole.

Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver abbattuto un jet da combattimento ucraino F-16. A bordo vi era il giovane pilota Pavlo Ivanov, di soli 26 anni, che ha perso la vita nell’adempimento del dovere. Il governo ucraino gli ha conferito la più alta onorificenza nazionale, ma la sua morte rappresenta un ulteriore lutto in una guerra che continua a mietere vittime.

È il secondo F-16 abbattuto dall’inizio del conflitto. Il primo, secondo quanto riportato, fu colpito per errore umano. Ma quello accaduto ora è un colpo al cuore dell’Ucraina, che già piange centinaia di giovani vite spezzate.

Zelensky, nel suo discorso alla nazione, ha lanciato un appello alla comunità internazionale. “Quello che sta accadendo è un attacco criminale contro il cuore pulsante del nostro popolo. La Russia continua a seminare terrore e distruzione. Ma l’Ucraina non cederà.” Ha poi aggiunto che i responsabili di questi crimini dovranno rispondere davanti alla giustizia internazionale, ribadendo la richiesta di sanzioni più dure e l’urgente necessità di supporto militare e umanitario.

L’Europa ha risposto con un messaggio di solidarietà. Il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha dichiarato: “La Russia sta portando avanti una campagna di violenza cieca e insensata. Questa guerra continua solo perché Mosca lo vuole.” Costa ha assicurato che l’Unione Europea non abbandonerà l’Ucraina: “Siamo al fianco del popolo ucraino. Sempre.”

Mentre il mondo osserva con orrore, Sumy piange i suoi morti e cerca di rialzarsi tra le macerie. I cittadini si stringono nel dolore, ma anche nella resistenza. Le chiese, bersaglio indiretto di questo attacco, ora ospitano veglie di preghiera e raccolte per aiutare i feriti.

In una domenica che doveva essere di pace e riflessione, l’Ucraina ha vissuto un altro giorno di sangue. Ma la speranza resiste. E con essa, la promessa che chi ha causato tanto dolore non resterà impunito.

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