Caso Liliana Resinovich: il marito Sebastiano Visintin indagato e le rivelazioni del fratello Sergio riaccendono i sospetti

La tragica vicenda legata alla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita nel gennaio 2022, continua a destare scalpore e incredulità. Il caso, inizialmente considerato un suicidio, ha preso una piega inaspettata e inquietante con l’iscrizione di Sebastiano Visintin, marito della vittima, nel registro degli indagati. Si tratta di un colpo di scena che potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle indagini, finora avvolte da molti dubbi e ipotesi contrastanti.

A rompere il silenzio, in seguito a questa nuova fase investigativa, è stato Sergio Resinovich, fratello di Liliana, che da sempre ha espresso dubbi sulla versione ufficiale dei fatti. In un’intervista rilasciata all’agenzia LaPresse, Sergio ha commentato con fermezza e dolore la nuova svolta del caso, dicendosi fiducioso nel lavoro della nuova squadra di investigatori.

“È ormai chiaro che mia sorella non si è tolta la vita, ma è stata uccisa. Confido che questa nuova équipe di esperti saprà fare piena luce sulla vicenda. Ora è il momento di lasciarli lavorare serenamente”, ha dichiarato Sergio.

La ricostruzione iniziale degli inquirenti parlava di suicidio, ma tutto è cambiato dopo l’accurata superperizia condotta da un team di esperti incaricati dalla Procura di Trieste. Gli specialisti coinvolti — tra cui l’antropologa forense Cristina Cattaneo, i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e l’entomologo Stefano Vanin — hanno stabilito che la morte di Liliana è riconducibile ad una asfissia meccanica esterna. In altre parole, l’ipotesi più accreditata è quella di un omicidio, forse con il coinvolgimento di terzi.

Da parte sua, Sergio Resinovich non ha mai creduto alla tesi del suicidio. Fin dall’inizio ha cercato di tenere viva l’attenzione mediatica sul caso e, grazie alla sua determinazione, è riuscito a evitare che il corpo della sorella venisse cremato. Questo gesto ha consentito ulteriori approfondimenti scientifici, che oggi stanno contribuendo a riaprire le indagini.

Già due anni fa, Sergio aveva apertamente sollevato dubbi sulla figura del cognato Sebastiano Visintin, chiedendo che venissero indagati alcuni comportamenti sospetti e contraddizioni nelle sue dichiarazioni. In particolare, ha sempre fatto notare l’eccessivo ritardo con cui Visintin ha denunciato la scomparsa della moglie, oltre a diversi elementi che — secondo Sergio — potrebbero configurarsi come tentativi di depistaggio.

In un’intervista rilasciata al Messaggero, Sergio ha dichiarato: “Non godo nel vedere altri soffrire, ma speravo che si arrivasse a questo punto. Ci sono troppi elementi che non tornano e che fanno pensare ad un movente, soprattutto legato al controllo che Visintin voleva esercitare su Liliana e alla sicurezza economica che lei rappresentava per lui”.

Secondo gli inquirenti, Liliana aveva manifestato l’intenzione di lasciare il marito e iniziare una nuova relazione con l’amico di vecchia data Claudio Sterpin. Una decisione che avrebbe potuto destabilizzare profondamente Visintin, privandolo non solo del legame affettivo, ma anche del sostegno economico che Liliana garantiva.

A tal proposito, Sergio ha raccontato un episodio significativo avvenuto tre giorni dopo la scomparsa della sorella. In quell’occasione, Visintin lo avrebbe contattato per parlargli delle sue difficoltà finanziarie e della paura di dover affrontare la vita senza Liliana. “Prendo solo 560 euro di pensione al mese, senza Lilly non ce la faccio”, avrebbe detto.

Per Sergio, questo elemento è centrale: “Mia sorella gli permetteva uno stile di vita agiato, fatto di viaggi, uscite in bicicletta, cene fuori e momenti di relax. Senza di lei, avrebbe dovuto rinunciare a tutto questo”.

Alla luce delle ultime rivelazioni, l’iscrizione di Sebastiano Visintin nel registro degli indagati non rappresenta solo un atto formale, ma un segnale che qualcosa potrebbe finalmente muoversi verso la verità. La famiglia Resinovich, in particolare Sergio, spera ora che questa nuova fase investigativa possa fare chiarezza e rendere finalmente giustizia a Liliana. Una donna che, secondo i suoi cari, non avrebbe mai scelto di togliersi la vita, e la cui morte merita risposte certe e definitive.

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