Francesco Totti vola a Mosca con il figlio tra le polemiche: un viaggio da sei zeri che fa discutere
Francesco Totti è da sempre una figura amata e iconica del calcio italiano, ma la sua recente decisione di partire per Mosca ha sollevato un’ondata di polemiche che non accenna a placarsi. Dopo settimane di speculazioni e critiche, l’ex capitano della Roma ha confermato la sua partecipazione all’evento sportivo organizzato nella capitale russa dall’International RB Award, una manifestazione promossa da una testata legata al mondo dello sport e delle scommesse.
L’evento si svolge l’8 aprile 2025, ma già da giorni Mosca è tappezzata di maxi cartelloni pubblicitari raffiguranti l’ex numero 10 della Roma visto di spalle, con la scritta “L’Imperatore sta andando alla terza Roma”. Un messaggio forte, che ha immediatamente acceso il dibattito sui social e nel mondo politico italiano. Molti utenti hanno manifestato la loro indignazione su X (ex Twitter), ricordando che la guerra tra Russia e Ucraina, ormai al suo terzo anno, ha provocato migliaia di morti e il rapimento di tanti bambini. In questo contesto, la presenza di Totti a Mosca è stata vista da alcuni come una sorta di legittimazione del regime di Vladimir Putin.
“Dopo Al Bano e Pupo, ora anche Totti: ci sono italiani che vanno a inchinarsi al regime,” ha scritto un utente. Un altro ha commentato ironicamente: “Capità, ma che sta affà?” Il malcontento ha superato i confini del web, trasformandosi in un caso politico. Andrea Massaroni, coordinatore romano di +Europa, ha invitato pubblicamente Totti a fare marcia indietro, definendo la sua partecipazione inopportuna e poco rispettosa del contesto internazionale attuale.
Nonostante le forti critiche, Totti non ha cambiato idea e ha scelto di partire comunque per Mosca, accompagnato dal figlio Cristian. All’arrivo all’aeroporto, è stato accolto calorosamente da Asker Thalidzhokov, CEO di Bookmaker Rating, e da Aram Poghosyan, socio amministratore della piattaforma Odds. La sua presenza è stata presentata come un momento speciale per il mondo dello sport, indipendentemente dalla situazione geopolitica.
Totti ha voluto chiarire personalmente le ragioni della sua scelta, sottolineando che la sua partecipazione non ha alcuna valenza politica. “Vado in Russia come uomo di sport, non come politico o diplomatico,” ha dichiarato. “Ho sempre cercato di promuovere i valori dello sport nel mondo, prima come calciatore, ora in un ruolo diverso. Non avrei problemi ad andare a Kiev per gli stessi motivi.”
Il gesto ha diviso l’opinione pubblica. Se da una parte c’è chi ritiene che lo sport debba restare fuori dalla politica e che Totti abbia agito in buona fede, dall’altra c’è chi vede il suo viaggio come un errore di valutazione, soprattutto considerando la visibilità e l’influenza mediatica che una figura come lui porta con sé.
Un ulteriore elemento che ha alimentato la polemica è la cifra, pare a sei zeri in euro, che Totti avrebbe ricevuto per la sua partecipazione. Sebbene l’importo preciso non sia stato ufficialmente confermato, fonti vicine agli organizzatori dell’evento hanno lasciato intendere che l’ingaggio dell’ex calciatore sia stato particolarmente oneroso. Questo ha sollevato dubbi sull’effettivo spirito sportivo dell’iniziativa, dando adito a chi pensa che si tratti più di un’operazione commerciale che di un’azione di promozione dei valori sportivi.
Il viaggio in Russia con il figlio Cristian, quindi, non è stato solo un momento privato tra padre e figlio o una semplice partecipazione a un evento sportivo. Si è trasformato in una questione pubblica, che ha riportato alla luce il delicato equilibrio tra sport, politica e immagine personale. Totti ha scelto la via della coerenza con la sua visione dello sport come strumento di unione e dialogo, ma resta il fatto che ogni sua mossa è osservata con attenzione e giudicata alla luce del ruolo che ha ricoperto e continua a ricoprire nel cuore degli italiani.