Torino, una tranquilla giornata scolastica si è trasformata in un incubo per una giovane studentessa di appena 14 anni, vittima di un’aggressione scioccante e crudele da parte di una coetanea. Un episodio che ha lasciato tutti senza parole, sia per la brutalità del gesto sia per il simbolismo inquietante che porta con sé: una “V” incisa sulla guancia della vittima, come a voler marcare per sempre un segno di vendetta.
L’aggressione è avvenuta in un pomeriggio di venerdì, poco dopo la fine delle lezioni. Secondo quanto ricostruito, la giovane aggressora avrebbe atteso la compagna di scuola all’uscita, preparandole un vero e proprio agguato. Le due ragazze frequentano lo stesso istituto e sembra che tra loro vi fossero già stati contrasti in passato. Il motivo scatenante sarebbe da ricondurre a questioni legate a un ragazzo, appartenente al gruppo di amici della minore poi arrestata. Un pretesto banale, ma che ha portato a conseguenze gravissime.
Dopo un primo scontro verbale, fatto di urla e insulti, la situazione è degenerata in maniera violenta. La ragazza, fuori controllo, ha afferrato un accendino, lo ha reso rovente e lo ha premuto contro la guancia della vittima, tracciando con crudeltà la lettera “V”. Un gesto che richiama il celebre simbolo di “Vendetta”, reso noto anche dal film cult V per Vendetta, ma che nella realtà assume connotati ben più drammatici. La vittima, colta di sorpresa e incapace di difendersi, è rimasta sotto shock, riportando una lesione permanente sul viso.
Fortunatamente, una passante si è accorta dell’aggressione in atto ed è intervenuta tempestivamente per fermare la violenza. È riuscita a separare le due adolescenti e ha immediatamente contattato i carabinieri. La ragazza ferita è stata trasportata all’ospedale più vicino, dove ha ricevuto le prime cure mediche e un supporto psicologico, mentre l’autrice dell’atto è stata riaccompagnata a casa e poi denunciata.
Ma la vicenda non si è fermata lì. La Procura dei Minori di Torino ha subito aperto un fascicolo d’indagine. Considerata la particolare gravità del gesto e il rischio concreto che potessero verificarsi altri episodi simili, è stata richiesta una misura cautelare. A distanza di una settimana, il giudice ha accolto la richiesta e disposto l’arresto della quattordicenne, che ora si trova ospitata in una comunità protetta.
Il suo avvocato difensore, Luigi Mandrone, ha parlato della sua assistita come di una ragazza estremamente fragile, incapace di gestire in modo sano i conflitti e travolta da emozioni incontrollate. Secondo quanto riferito dal legale, la giovane avrebbe già mostrato segni di pentimento, dichiarando di voler chiedere scusa alla coetanea ferita. Per lei, al momento, quello sarebbe l’unico modo possibile per iniziare a fare i conti con ciò che ha fatto.
Tuttavia, il percorso che l’attende è tutt’altro che semplice. L’accusa che le viene mossa è estremamente seria: sfregio permanente. Secondo il codice penale italiano, si tratta di un reato gravissimo, punibile con una condanna che può variare dagli 8 ai 14 anni di reclusione. La legge italiana, infatti, considera questi atti come attentati irreversibili all’integrità fisica e psicologica della vittima, motivo per cui le pene sono così severe.
L’intera vicenda ha scosso profondamente non solo la comunità scolastica, ma anche l’opinione pubblica. È difficile, infatti, accettare che un gesto di tale violenza possa essere compiuto da una ragazza di appena 14 anni. Questo caso apre interrogativi importanti sull’educazione emotiva dei giovani, sulla prevenzione del bullismo e sulla gestione dei conflitti tra adolescenti. In un’epoca in cui i social media amplificano ogni parola, ogni gesto e ogni relazione, i ragazzi si trovano spesso a vivere tensioni emotive senza avere gli strumenti adeguati per affrontarle.
Molti genitori e insegnanti, venuti a conoscenza del fatto, si sono detti preoccupati per l’escalation di aggressività tra i più giovani. Serve un impegno condiviso, da parte delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni, per insegnare ai ragazzi il valore del rispetto, della comunicazione e dell’empatia. Solo così si può sperare di prevenire atti così estremi.
Nel frattempo, la ragazza ferita dovrà affrontare un lungo percorso di guarigione, sia fisica che emotiva. Il segno lasciato sul volto è solo una parte della ferita: il trauma psicologico, infatti, potrebbe accompagnarla per molto tempo. Si spera che riceva tutto il sostegno necessario per ritrovare serenità, dignità e fiducia nel prossimo.