Tragedia in Svezia: due fratelli italiani morti travolti da una valanga durante un’escursione di heliskiing

Tragedia sulle nevi svedesi: due fratelli italiani travolti da una valanga durante un’escursione in elicottero

Due fratelli italiani hanno tragicamente perso la vita in Svezia a causa di una valanga che ha colpito un gruppo di sciatori nella zona montuosa di Kårsavagge, nei pressi di Abisko, nel nord estremo del Paese. L’incidente è avvenuto giovedì 20 marzo, nel primo pomeriggio, poco prima delle ore 16. A darne conferma è stata la Farnesina, che ha identificato le vittime come Mattia e Daniele Boër, originari di Luserna San Giovanni, un piccolo comune in provincia di Torino, in Piemonte.

I due fratelli si trovavano in Svezia per praticare heliskiing, una disciplina estrema in forte espansione anche in Europa. Questa attività prevede l’uso di un elicottero per trasportare gli sciatori in cima a montagne isolate, da cui poi scendere lungo pendii ricoperti di neve fresca, lontano dalle piste battute. Proprio in questa cornice, immersa nella natura selvaggia e incontaminata, si è consumata la tragedia.

Secondo quanto riportato dai media locali e dalle autorità, l’elicottero utilizzato per l’escursione si trovava a terra al momento del distacco della valanga. Il pilota aveva accompagnato il gruppo in vetta per poi atterrare più in basso e attendere il loro ritorno. Tuttavia, poco dopo, una massa enorme di neve si è staccata improvvisamente, travolgendo non solo la zona in cui si trovavano gli sciatori, ma anche il velivolo. A riferire questi dettagli è stato Sven Stenvall, amministratore delegato della compagnia aerea Kallax Flyg, durante un’intervista rilasciata al quotidiano svedese Expressen.

Nella tragedia è sopravvissuto il terzo fratello, Simone Boër, di 41 anni, che aveva partecipato all’escursione insieme a Mattia e Daniele. La famiglia Boër è molto conosciuta nella Val Pellice per la gestione di uno storico studio dentistico e ortopedico a Torre Pellice, un’attività professionale radicata nel territorio e portata avanti da anni con passione. Mattia lavorava nello studio insieme al padre Silvio e al fratello Simone, mentre Daniele, da tempo, viveva a Ginevra, dove ricopriva il ruolo di amministratore in una società immobiliare.

Il dolore della comunità piemontese è profondo. I Boër erano noti non solo per la loro attività lavorativa, ma anche per il forte legame con la montagna e per la loro passione per lo sport e l’avventura. Sul profilo Instagram di Mattia si legge una frase che oggi suona come un triste presagio: “Cerco di vivere una vita intensa tra famiglia, sport, passioni e lavoro”. E infatti, dalle tante foto pubblicate, emerge la sua personalità dinamica e sportiva: in sella a una moto da cross, su una tavola da surf, o intento in escursioni in alta quota. La montagna, così amata, è però diventata il teatro del loro ultimo viaggio.

Il Ministero degli Esteri italiano, tramite una nota ufficiale, ha comunicato che “l’ambasciata d’Italia in Svezia è in contatto con i familiari dei connazionali coinvolti e seguirà tutte le procedure necessarie per il rientro in Italia delle salme degli sciatori deceduti”. Si tratta di un passaggio delicato, che richiede il coordinamento tra autorità locali e istituzioni italiane, nel rispetto del dolore e della privacy della famiglia.

Intanto, in Svezia, le autorità locali hanno avviato un’indagine per chiarire le cause esatte del distacco della valanga. L’area di Kårsavagge, sebbene remota e spettacolare, è nota per il rischio valanghe, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando le condizioni meteorologiche possono variare bruscamente. Non è ancora chiaro se ci siano state segnalazioni di rischio prima dell’escursione o se la valanga sia stata del tutto imprevedibile. Resta il fatto che la tragedia ha scosso non solo la comunità piemontese, ma anche quella degli appassionati di sport estremi e montagna.

Le morti di Mattia e Daniele Boër ci ricordano quanto la montagna, per quanto affascinante, possa essere anche imprevedibile e pericolosa. Il loro amore per la natura, l’avventura e la vita attiva lascia un segno profondo in chi li ha conosciuti. Il loro ricordo vivrà nelle storie, nei sorrisi e nei momenti condivisi con chi li ha amati, così come nei paesaggi montani che tanto hanno ammirato.

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