Mattinata di tensione alla Camera: Meloni cita Ventotene, seduta sospesa tra proteste e polemiche
La giornata politica alla Camera dei Deputati si apre con un clima infuocato. La premier Giorgia Meloni prende la parola per presentare le sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo, un intervento che avrebbe dovuto seguire una routine ben precisa. Tuttavia, una sua citazione scatena il caos: il riferimento al Manifesto di Ventotene.
Una citazione che incendia il dibattito
Durante il suo intervento, Meloni richiama alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, un testo fondante dell’Unione Europea scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il periodo del confino fascista. La premier legge frasi particolarmente incisive: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista” e “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”. Con tono provocatorio, la leader di Fratelli d’Italia aggiunge: “Spero che l’opposizione non l’abbia mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”.
Le reazioni sono immediate e veementi. Dalle file dell’opposizione si alzano urla e fischi, il presidente della Camera Lorenzo Fontana è costretto a sospendere la seduta per riportare l’ordine. Una scena insolita e che non fa che confermare il clima di tensione.
Una ripresa turbolenta
Dopo qualche minuto la seduta riprende, ma il dibattito resta acceso. Meloni non si tira indietro e incalza nuovamente i parlamentari dell’opposizione: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. Le parole della premier alimentano ulteriori proteste e richieste di scuse da parte dei deputati di centrosinistra. Fontana è costretto a interrompere i lavori una seconda volta.
Sui social la polemica esplode. Roberto Speranza, deputato del Partito Democratico, attacca: “Un attacco strumentale e inaccettabile contro il Manifesto di Ventotene. Cos’altro è questo se non una forma di apologia del fascismo?”. Nel frattempo, Meloni rincara la dose, ricordando la manifestazione “Una piazza per l’Europa” prevista per il 15 marzo a Roma, nata da un’idea del giornalista Michele Serra. La premier si domanda ironicamente se coloro che si richiamano al Manifesto di Ventotene lo abbiano davvero letto e prosegue citando un altro passaggio controverso: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”.
La Camera diventa un’arena di scontro
Ma la controversia non si limita solo al Manifesto di Ventotene. Anche prima che la citazione scatenasse il caos, il dibattito era già acceso. Meloni risponde duramente ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che avevano criticato il suo intervento: “Non so che cosa vogliate che vi dica, mi dispiace per voi. Non avete proposte, e si vede. Capisco perché quando eravate al governo l’Italia aveva problemi”. La premier affonda il colpo: “Capisco che i cittadini siano preoccupati. Lo sono anche io. E non ho tempo per la vostra lotta nel fango”.
Un altro tema caldo affrontato in Aula è quello delle spese per la difesa. Meloni accusa il Movimento 5 Stelle di incoerenza: “All’opposizione siete antimilitaristi. Ma quando eravate al governo, avete aumentato la spesa militare rispetto al PIL”. La reazione è immediata: fischi dai banchi pentastellati, mentre il centrodestra applaude fragorosamente e Fratelli d’Italia tributa alla premier una standing ovation.
Il tentativo di mediazione di Tajani
Nel tentativo di abbassare la tensione, interviene il vicepremier Antonio Tajani. “Grande rispetto per tutti, ma la mia Europa è quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman”, dichiara, cercando di riportare il dibattito su binari più istituzionali. Ma ormai la polemica è scoppiata e difficilmente si spegnerà rapidamente.
La giornata si conclude con una certezza: lo scontro tra maggioranza e opposizione resta più acceso che mai, e le tensioni emerse alla Camera sono il riflesso di un clima politico sempre più infuocato.