Eleonora Giorgi
L’affetto della famiglia e la forza dei ricordi
Ad accompagnarla in questo percorso ci sono i suoi figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, e il suo adorato nipotino Gabriele. A San Valentino, il bambino è andato a trovarla con la mamma, Clizia Incorvaia. Per lui, la nonna non è in ospedale, ma “in un albergo”, una dolce bugia per proteggere la sua innocenza. “Abbiamo liberato in aria dei palloncini rossi”, racconta Eleonora con tenerezza.
Le notti, però, restano il momento più difficile. Quando il silenzio avvolge tutto, la mente vaga tra ricordi e paure. “Nel silenzio mi sento su un’altalena, sospesa. Non ho paura: ho avuto molta più paura di vivere”, confida con disarmante lucidità.
Una speranza ancora viva: il sogno di un miracolo
Nonostante tutto, Eleonora Giorgi non smette di sperare. Crede nei miracoli e non esclude che possa accadere qualcosa di straordinario. “Sono alle prese con un naufragio e cerco di gestirlo. Ma in fondo sono così matta che spero ancora in un miracolo”.
Se dovesse accadere, scherza, correrebbe dal Papa a chiedere spiegazioni. Questo è il suo modo di affrontare la malattia: con lucidità, coraggio e quel tocco di ironia che l’ha sempre contraddistinta.
Eleonora sa che il suo viaggio potrebbe concludersi presto, ma non ha paura. “La mia anima è pronta per essere portata via con il vento”, dice con una serenità che lascia senza parole. Il suo pensiero va ai suoi figli, ai grandi amori della sua vita, alle esperienze vissute con intensità e passione.
Il suo racconto non è solo una testimonianza di dolore, ma un messaggio di coraggio e dignità. Ogni giorno per lei è un dono, ogni istante è prezioso. E forse, proprio in questa consapevolezza, si nasconde il vero miracolo.