Dengue a Brescia: primo caso autoctono del 2024 e le misure di prevenzione adottate

Il 10 settembre 2024 a Brescia è stato rilevato il primo caso autoctono di Dengue in Italia per l’anno 2024, secondo quanto comunicato dall’Agenzia di Tutela della Salute (Ats). Questo caso risulta particolarmente significativo perché la persona contagiata non ha effettuato alcun viaggio all’estero, come confermato dall’indagine epidemiologica condotta.

Un caso isolato di Dengue autoctono

Fino a questo momento, tutti i 324 casi di Dengue segnalati dall’Istituto Superiore di Sanità erano stati importati, ovvero le persone risultate positive avevano contratto il virus all’estero, durante viaggi in aree endemiche per la malattia. Questo nuovo caso a Brescia rappresenta quindi una novità preoccupante per il territorio italiano, sollevando timori tra la popolazione locale.

Interventi immediati per il contenimento

Per prevenire un’eventuale diffusione del virus, le autorità sanitarie hanno prontamente allertato il comune di Ospitaletto, dove risiede il paziente, oltre ai comuni da lui visitati nei giorni precedenti alla diagnosi, ovvero Gussago e Monticelli. In risposta, i comuni coinvolti hanno avviato una serie di interventi di disinfestazione, utilizzando trattamenti larvicidi e adulticidi per ridurre la popolazione di zanzare, principale vettore della malattia.

Parallelamente, sono state installate trappole per la cattura delle zanzare, al fine di monitorare l’efficacia degli interventi di disinfestazione e per realizzare un controllo entomologico approfondito. Queste misure si rendono necessarie per evitare che il virus Dengue, veicolato dalla puntura di zanzare infette, possa diffondersi ulteriormente.

Le condizioni del paziente e l’opinione dell’esperto

Il paziente risultato positivo al virus si trova attualmente in buone condizioni cliniche e non presenta complicazioni gravi. Nonostante ciò, la notizia del primo caso autoctono ha generato preoccupazione tra i cittadini bresciani. Per rassicurare la popolazione, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha chiarito che il virus Dengue non si trasmette da persona a persona. Ha sottolineato l’importanza della prevenzione, spiegando che la trasmissione avviene esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette.

Ciccozzi ha inoltre aggiunto che la principale specie vettore della Dengue è la zanzara Aedes aegypti, diffusa prevalentemente in Africa, ma non presente in Italia. Tuttavia, la zanzara tigre, comune nel nostro Paese, può occasionalmente diventare vettore della malattia. Questo insetto, infatti, ha bisogno di un piccolo quantitativo di sangue per il suo pasto e, se punge una persona infetta e successivamente una non infetta, può trasmettere il virus.

I sintomi e le complicanze della Dengue

In circa l’80% dei casi, l’infezione da Dengue non presenta sintomi evidenti, mentre nel restante 20% dei casi può manifestarsi con mal di testa intenso, febbre alta, dolori retro-oculari, dolori muscolari e articolari particolarmente debilitanti. Questi sintomi, seppur fastidiosi, raramente portano a complicanze gravi.

Secondo le indagini condotte, la percentuale di casi di Dengue che possono evolvere in forme severe si attesta tra lo 0,5% e il 5%. Le forme più gravi dell’infezione, se non trattate adeguatamente, possono portare a complicanze emorragiche che interessano diversi organi, aumentando così il rischio di mortalità. Nonostante ciò, tali complicanze rimangono rare e circoscritte.

Prevenzione e monitoraggio

Questo primo caso autoctono di Dengue ha acceso un riflettore sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e monitoraggio del virus, soprattutto in vista dei cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione delle zanzare vettore. Le autorità sanitarie italiane continueranno a monitorare attentamente la situazione, mettendo in atto tutte le misure necessarie per evitare un’ulteriore diffusione della malattia nel territorio.

Le istituzioni locali, con il supporto dei cittadini, stanno lavorando per contenere il rischio, ribadendo l’importanza della collaborazione tra autorità sanitarie, enti locali e popolazione per affrontare efficacemente questa emergenza sanitaria.

Conclusione

La presenza di un caso autoctono di Dengue in Italia, seppur isolato, rappresenta un segnale d’allarme che invita a non abbassare la guardia. Grazie alle tempestive misure di prevenzione e controllo, il rischio di una diffusione su larga scala è attualmente contenuto. Tuttavia, resta fondamentale mantenere un alto livello di attenzione, soprattutto nelle aree più a rischio, per proteggere la salute pubblica.

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