Chiara Nasti, influencer con 2,1 milioni di follower su Instagram e moglie del calciatore Mattia Zaccagni, ha recentemente sollevato una controversia parlando di vaccini, facendo eco a convinzioni spesso associate ai movimenti No Vax. Durante una sessione di domande e risposte sui social, ha rivelato di non essersi vaccinata contro la pertosse durante la gravidanza.
Chiara Nasti nella bufera: polemica sulla sua scelta di non vaccinarsi contro la pertosse
“Preferisco che il mio corpo resti così com’è senza iniettarci niente. Da incinta non farei nulla del genere: gli effetti avversi mi spaventano”, ha dichiarato l’influencer.
Le sue parole hanno immediatamente suscitato polemiche, soprattutto perché arrivano poco dopo la tragica scomparsa, nell’ottobre 2024, di un neonato di 24 giorni a Padova a causa della pertosse. Un evento che ha riacceso il dibattito sull’importanza delle vaccinazioni in gravidanza. Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nel 2023 i casi di pertosse in Europa sono aumentati di dieci volte rispetto agli anni precedenti. In Italia, solo nei primi cinque mesi del 2024 (da gennaio a maggio), si sono registrati oltre 100 casi, con più di 15 lattanti ricoverati in terapia intensiva e 3 neonati deceduti.
L’affermazione di Chiara Nasti ha scatenato una discussione accesa sui social e tra gli esperti, con molti utenti che si sono divisi tra chi difende la sua libertà di scelta e chi la accusa di diffondere informazioni potenzialmente pericolose.
“Si vuole convincere tutti a vaccinarsi” – le parole della Nasti
Tutto ha avuto inizio domenica scorsa, quando, rispondendo a una domanda di un follower su Instagram, l’influencer ha espresso la sua opinione sui vaccini. “Vedo gente che ormai si indigna per tutto. E quasi ti vuole convincere a fare ogni tipo di vaccino. I nostri parenti all’epoca non hanno fatto niente di sta roba”, ha detto la Nasti, facendo riferimento a una visione scettica sulla vaccinazione.
Molti utenti hanno subito criticato queste affermazioni, accusandola di minimizzare l’importanza della prevenzione medica e di diffondere messaggi potenzialmente pericolosi. D’altra parte, alcuni suoi sostenitori hanno difeso il diritto dell’influencer di esprimere la propria opinione, sottolineando che la vaccinazione resta una scelta personale.
La comunità scientifica risponde con fermezza
La reazione del mondo medico non si è fatta attendere. Gli esperti hanno ribadito l’importanza della vaccinazione, soprattutto durante la gravidanza, per proteggere i neonati da malattie gravi come la pertosse.
Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri, ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia Adnkronos sottolineando la pericolosità delle informazioni non scientifiche in ambito sanitario.
“Noi non possiamo più ascoltare persone parlare di medicina senza competenza medica. Io rappresento circa 7mila pediatri di famiglia italiani e il nostro obiettivo è quello di seguire le evidenze scientifiche. Se ci sono delle linee guida internazionali o anche nazionali che indicano che la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza è fortemente raccomandata, queste linee guida sono il frutto di evidenze scientifiche che chiaramente dimostrano questo”, ha affermato D’Avino.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e molte autorità sanitarie nazionali raccomandano la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza per proteggere il neonato nei primi mesi di vita, quando è più vulnerabile alla malattia. Infatti, la pertosse può avere conseguenze gravi, soprattutto nei neonati, e la vaccinazione materna è considerata una delle strategie più efficaci per ridurre il rischio di infezione nei primi mesi di vita del bambino.
L’impatto delle dichiarazioni pubbliche sulle scelte sanitarie
Le dichiarazioni di personaggi pubblici come Chiara Nasti possono avere un impatto significativo sulle scelte sanitarie dei loro follower. Con milioni di persone che seguono la sua vita e le sue opinioni, il rischio di diffondere messaggi contrari alle raccomandazioni scientifiche è alto. Proprio per questo, molti esperti sottolineano l’importanza di affidarsi a fonti affidabili e competenti in ambito medico.
Nel frattempo, il dibattito sui social continua, con posizioni contrastanti tra chi ritiene che la libertà di scelta sia prioritaria e chi, invece, teme che messaggi del genere possano influenzare negativamente la salute pubblica.
Conclusione
Il caso di Chiara Nasti solleva ancora una volta il tema della responsabilità sociale degli influencer e dell’importanza di una corretta informazione scientifica. La pertosse è una malattia seria, e i dati dimostrano chiaramente l’efficacia della vaccinazione materna nella prevenzione dei casi più gravi nei neonati. In un’epoca in cui i social media amplificano ogni dichiarazione, è essenziale che chi ha una grande visibilità pubblica consideri l’impatto delle proprie parole sulla salute collettiva.