Nella giornata di ieri, mercoledì 5 febbraio, i ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, hanno fornito alla Camera e al Senato informative dettagliate sul caso Almasri. Le loro dichiarazioni, ricche di aspetti tecnici, hanno difeso l’operato del governo, criticando severamente la Corte Penale Internazionale per la gestione affrettata del caso e alcuni magistrati italiani per presunti interventi superficiali.
Informativa sul Caso Almasri: tensione in Parlamento Durante il suo intervento, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto con fermezza le critiche e le ricostruzioni ritenute imprecise emerse nei giorni precedenti. Ha ribadito che il suo ruolo non si limita a funzioni burocratiche, ma comporta una responsabilità politica nella valutazione e mediazione delle richieste internazionali.
Nordio ha inoltre messo in discussione la legittimità del mandato della Corte Penale Internazionale, sostenendo che fosse invalido poiché non tradotto in italiano e accompagnato da documentazione in arabo. Questa circostanza avrebbe dovuto sollevare dubbi sulla sua validità e applicabilità immediata.
I dibattiti alla Camera e al Senato sono stati caratterizzati da forti tensioni, con frequenti interruzioni dovute a proteste e scambi di accuse tra maggioranza e opposizione. In alcuni momenti, anche tra i membri dell’Esecutivo e l’Aula si sono registrati duri confronti.
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato aspramente l’intervento di Nordio, affermando: “Ha parlato da difensore di un torturatore”.
Uno degli attacchi più diretti è stato rivolto alla presidente del Consiglio, la cui assenza in Aula ha scatenato reazioni veementi. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha dichiarato: “Pensavate di aver trovato la lady di ferro, ma avete trovato l’omino di burro, forte coi deboli e debole coi forti”.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha rincarato la dose: “La grande assenza della presidente Meloni, che scappa dal Parlamento e dai cittadini, è un atto di viltà istituzionale”.
Alcuni deputati del Partito Democratico hanno esposto cartelli con scritte provocatorie come “Meloni dove sei?” e “Meloni, la patriota in fuga”. Anche Elly Schlein ha commentato con ironia: “Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula: un atteggiamento da presidente del coniglio, non del Consiglio”.
L’informativa di Nordio e Piantedosi è stata giudicata “insoddisfacente e inadeguata” dalle opposizioni. Secondo alcuni esponenti dell’opposizione, Almasri non poteva essere arrestato, mentre altri hanno sostenuto che, essendo considerato pericoloso, doveva essere allontanato dal territorio nazionale. Entrambi i ministri hanno invocato la sicurezza nazionale e coinvolto la presidente del Consiglio nella discussione.
Le opposizioni hanno ribadito la richiesta di un’informativa urgente della presidente Meloni in Parlamento per chiarire la posizione del governo sulla vicenda.
Le indagini su Nordio, Piantedosi e Meloni Nel contesto di questa controversia, il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha avviato un’indagine su Nordio, Piantedosi e Meloni, trasmettendo successivamente il fascicolo al tribunale dei ministri.
Carlo Nordio ha commentato con tono sarcastico il suo coinvolgimento nell’inchiesta: “Ho visto con una certa tenerezza questa sottolineatura che io sarei una persona indagata, perché so benissimo che se sei nel registro del 335 sei persona indagata, non sei iscritto all’associazione dei bocciofili”.
La situazione resta altamente tesa, con il governo che difende la propria posizione e l’opposizione che continua a chiedere risposte chiare e trasparenza sul caso Almasri.